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- Capperi di
Pantelleria
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- Mangiare un
cappero è, come per il fico, mangiare non un frutto, ma un
fiore. E' infatti il bocciolo del cappero che, raccolto lavato e
sottoposto a salatura, insaporisce pietanze e insalate.
- I capperi, pianta
rustica e di facile ambientazione, cresce un po' dappertutto, e
si arrampica anche sui muri della nostra città. Che cosa rende
dunque i capperi siciliani, e quelli di Pantelleria in
particolare, così sorprendentemente buoni, fragranti e
stuzzicanti?
- La natura, prima
di tutto. In questi climi e sulle terre laviche di Pantelleria
il cappero presenta concentrazioni inarrivabili altrove di glucocapparina,
la sostanza responsabile del particolare e inconfondibile aroma
di cappero. Ecco perché i capperi di Pantelleria,
contrariamente a quelli che acquistiamo abitualmente, "si
sentono": il loro sapore dà personalità all'insalata o
alla pietanza cui si integrano con armonia.
- I capperi devono
essere da 8
millimetri, piccoli, ma non troppo piccoli. Più piccoli
di così i fiorellini sono ancora troppo acerbi, e svolgono bene
il loro compito decorativo, ma meno bene quello che a noi
interessa di più: il loro compito olfattivo e gustativo.
Due diverse preparazioni: la versione classica sotto sale, e in
questo caso i capperi vanno sciacquati e tenuti a mollo in una
tazza d'acqua fredda per una mezz'ora prima di essere usati; e
nella sorprendente e originale versione sott'olio: pronti da
usare così, insieme al loro olio che li rende morbidi, rotondi
e profumati.
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