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La filosofia in cucina
Piccola critica della ragion culinaria
La filosofia in cucina

"Principio e radice di ogni bene è il piacere del ventre: e anche ogni cosa saggia e squisita ad esso fa riferimento".

Se vi riconoscete nella citazione di questo mese, potete certamente definirvi degli Epicurei: la celebre frase è infatti attribuita al filosofo greco Epicuro e sapientemente riportata nel libro di Francesca Rigotti, "La filosofia in cucina".

Quasi sicuramente Epicuro non era un ingordo bulimico ma predicava l’appagamento della fame "come condizione per il saggio di assaporare la pienezza della serenità nella raggiunta pace del corpo": insomma, mangiate in abbondanza e vivrete senza più ansie o timori.

Il libro in questione si ispira alla vita di filosofi e letterati per giustificare modi di dire, locuzioni e aneddoti di carattere gastronomico: lo sapevate ad esempio che il filosofo Kant si asteneva dal bere caffè per il solo principio di soppressione del piacere? o che il "pan de li angeli" dantesco non era realizzato con lievito Bertolini ma rappresentava il pane della verità divina?

E chi avrebbe mai immaginato che fu l’arte del cuoco a sollevare l’umanità dalla condizione primitiva e a immetterla nel flusso della vita civile: così sostiene Atenione, autore della commedia attica, facendosi forse gioco di Lucrezio.

Espressioni come sete di sapere, divorare un libro, fare indigestione di dati, avere la nausea del leggere, masticare un po’ di latino, divorare un libro, digerire un concetto… cosa vi ricordano?

E allora: se il sapere è sapore, anche la scrittura è cucina? (mai dilemma fu più azzeccato in una rubrica gastro-letteraria).

Prendendo spunto dal rapporto tra il dovere (di Kant) e il piacere (così come professato da Locke), l’autrice riesce anche a consigliarci sull’alimentazione più adatta agli adolescenti: è noto che i ragazzi preferiscono gli alimenti "molli-dolci" alla McDonald’s , ma come convincerli a rispettare un equilibrio nutrizionale e a preservare così il proprio stomaco fino alla vecchiaia?

La soluzione sta nell’accontentare i gusti di tutti, nella composizione del menu giornaliero ma anche all’interno della stessa pietanza: chi ama la pasta ma non la carne, sarà comunque disposto ad accettare un piatto di spaghetti al ragù o ancora, se vorranno mangiare il gelato, dovranno prima assaggiare l’odiato minestrone.

Come dire, la vecchia filosofia del bastone e della carota. 

da www.mangiarebene.com

 

 

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Francesca Rigotti
Edizioni il Mulino, Intersezioni, 1999
 
RASSEGNA STAMPA
27 dicembre 2000
 "Metti in tavola tutti i piatti della tradizione Irpina" 
 
1 dicembre 2001
"Slow Food a S.Andrea di Conza con i Rossi di Toscana"
 
4 maggio 2002
"In Irpinia l’ Università del gusto?"
 
28 dicembre 2000
"Oggi tappa gastronomica al ristorante l'incanto"
 
28 dicembre 2000
"Eapsaim:da Calitri il patto per i nuovi percorsi altirpini"

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