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Numero 1 - 1 Febbraio 1999 - Arretrati


Un Big in grande spolvero trascina la squadra alla vittoria nella prima partita mista
La classe non è acqua
Polemiche nel dopo-gara. Federica come Edmundo: “Moscino non mi passa mai la palla”

      Desiderosi di passare una serata diversa dalle altre, attirati dalla prospettiva di farsi quattro risate, ma soprattutto sfiniti dalle ossessive e ormai insopportabili richieste di Federica, alcuni utenti della biblioteca hanno inscenato una delle cose più ridicole e improponibili che l’umanità abbia mai ideato: una partita di calcetto mista!
Tutto è pronto, mancano pochi minuti al calcio d’inizio quando una tegola si abbatte improvvisa sulle squadre: Alessio, da allora detto il “sola”, dà forfait per impegni di carattere militare. Il bel marinaretto, infatti, è stato convocato in porta per difendere i gloriosi colori della marina militare. Dopo qualche attimo di incertezza, però, i nove intrepidi superstiti si fanno coraggio e decidono di giocare ugualmente, così schierati: Andrea “libero pensatore” ed Enrico in difesa, con opzione di prendere la palla anche con le mani, Luana e Pamela centravanti; nella squadra opposta Marco “il dottore” in porta, Maurizio in difesa con licenza di avanzare sulla fascia, Andrea Moscino regista (al massimo di film porno di terza categoria), Clelia e Federica all’attacco.
        Inaspettatamente dopo pochi minuti di gioco Clelia, sfruttando la superiorità numerica della propria squadra, sorprende il virtuale portiere avversario con un grandioso pallonetto, ed incredula comincia a festeggiare per il campo elargendo baci e abbracci a tutta la squadra. Ed è a questo punto che iniziano i colpi di scena: dalla porta entrano, in qualità di spettatori, Marco “Big” e Guido. Quest’ultimo, mosso a compassione dalle espressioni di fatica di Enrico e del libero pensatore (lingua sotto i tacchi e respiro ansimante) si mette in porta, infondendo fiducia e spronando tutta la squadra ad impegnarsi per raggiungere l’agognata vittoria con frasi tipo “Cazzo, volemo segnà o no?!?... Vojo vince!!!”. E i suoi preziosi suggerimenti portano subito dei frutti: in men che non si dica raggiungono la parità, e parità rimane fino a quando il Big dalla panchina comincia a rispolverare schemi tattici che erano già vecchi ai tempi di Niccolò Carosio; il massimo lo raggiunge quando dice, alla Carletto Mazzone: “A Federì... mettete sulla fascia che così te vedono!”. Federica ingenuamente, confidando nell’esperienza che il Big dovrebbe aver acquisito dopo anni e anni di presidenza dell’Atletico Lorito F.C., segue alla lettera le istruzioni impartitele, e praticamente non gioca più. Infatti Moscino, che notoriamente non passa mai neanche se fa il raccattapalle, comincia a tirare da ogni parte del campo monopolizzando palloni su palloni e attirando su di sé le ire di Federica, sempre più isolata dal resto del mondo ma fedele agli ordini del Big.
        A metà della partita arriva il bel marinaretto e va ad occupare il suo posto di portiere, consentendo a Guido di giocare come rifinitore dietro le punte Luana e Pamela. Nell’altra squadra entra il Big, accolto con grida di piacere e di consenso, osannato da avversari e da compagni di squadra. La sua immensa lasse, purtroppo offuscata a causa dei mocassini, tarda però a farsi vedere: i suoi lanci per Federica sembrano la brutta copia dei lanci dello Shuttle da Cape Canaveral; ma Federica, sempre fedele ai suoi ordini, li insegue in folli rincorse gridando: “La piglio, la piglio, la piglio..... non la piglio più!”. L’ingresso in campo del Big ha effetti devastanti sulla squadra: Moscino ordina a Clelia prima di scalare, poi di salire, poi ancora di scendere sulla fascia, ed infine per tre volte di chiudere il triangolo, ottenendo però come risposta solo facce interdette e frasi tipo “Ma che è sto’ triangolo!?!”. Gli avversari prendono il sopravvento: Luana e Pamela ridicolizzano Marco “il dottore” concretizzando al meglio i passaggi dei loro compagni di squadra. La rimonta è quasi completata e Federica vorrebbe terminare l’incontro temendo il peggio. Ma è a questo punto che esce fuori la classe del Big; fino a quel momento nascosto, offuscato dal pressing degli avversari e dalle suole di cuoio, si esibisce in una delle sue prodezze. Totalmente libero al limite dell’area di rigore si impossessa con autorità di un pallone vagante, prende bene la mira, lo svirgola e accidentalmente colpisce il culo di Enrico: Alessio è spiazzato... RETE!!! Il Big comincia a festeggiare come anche un bambino di dieci anni al campo parrocchiale si vergognerebbe di fare, correndo su e giù per il campo ululando braccia e gambe al cielo (vi ricordate Maldini ai mondiali? Beh... uguale). E’ così che la squadra cui Big si è unito vince (meritatamente) la sfida.
        Ma i momenti di gloria sono destinati a durare poco: gli sconfitti desiderosi di riscatto hanno già lanciato il guanto di sfida e la rivincita è ormai prossima!
        Ma questa è tutta un’altra storia...
Marcello Lungo