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Numero 2 - 24 Febbraio 1999 - Arretrati


Pamela si è sposata. Cerimonia intrisa di commozione ma offuscata da strani eventi
Due cuori e una capanna

      Eh sì, sono sempre i migliori che se ne vanno... Ma no, cosa avete capito, qui si parla di amore, casa, figli... matrimonio! (sì, scappare è meglio).
        La dolce, cara, silenziosa ed indifesa Pamela (da ricordare: “se sei un uomo dillo che era fuori!”) passa a miglior vita. ARIDAJE! Insomma: si sposa!
        Domenica 21 febbraio 1999 ha perso la qualifica di signorina (era ora: c’hai pure n’età). Sono quindi risultati inutili i tentativi effettuati da qualcuno per impedire il matrimonio; una certa persona (di cui non faremo il nome per pietà nei suoi confronti) è stata vista salire appositamente sul velo di Pamela con tutti e due i piedi con la mal celata intenzione di non farla giungere all’altare. Si sarà trattato di un gesto dettato dall’amicizia, e che voleva impedire che il promesso sposo portasse via lontano una compagna di tante piacevoli giornate? Oppure è stato un gesto di gelosia, una risposta impulsiva al fatto che Pamela si aggiudicasse l’esclusiva su quel bel maschietto? Oppure, ancora, si è trattato di una pura e semplice casualità? Corrono voci incontrollate sull’episodio: alcuni addirittura prospettano l’ipotesi che il gesto inconsulto sia stato effettuato per uno scopo ignominioso: pulirsi la suola delle scarpe da un rifiuto organico di ciò che fu nutrimento, da.un piccolo souvenir da marciapiede che qualcuno, forse inavvertitamente o forse no, aveva recato con sé.
        Comunque, a parte il tentato (e fortunatamente fallito) sabotaggio, la cerimonia si è svolta nella massima tranquillità e nel migliore dei modi; fiumi di lacrime scorrevano in quantità fino a formare piccoli laghi, e pianti sommessi facevano da sottofondo all’evento.
        In questo piccolo spazio sono concentrati tanti affettuosi, sinceri, cari auguri di felicità e di parto plurigemellare!!
        Congratulazioni e un grande, fortissimo abbraccio da chi di marito non ne vede neanche l’ombra.
Signorina Carlo