Home page - Ultimo numero - Rubriche - Links - MENU


Arretrati - Numero 4 - 8 Settembre 1999



Un viaggio all'estero rappresenta la speranza di un paziente e la fine di un tormento per Enel e abitanti di Roma
I progressi della scienza proseguono
Ma non sempre sono sufficienti a guarire tutte le malattie, in particolar modo le sindromi depressive


      Dalla Grande enciclopedia De Agostini: "Elettroshock: forma di terapia delle malattie mentali, particolarmente usata nella schizofrenia e nella depressione, consistente nel provocare una perdita di coscienza seguita da un accesso convulsivo nel paziente mediante il passaggio attraverso il cranio di una corrente elettrica alternata. Questa terapia è stata utilizzata per la prima volta dagli psichiatri italiani U. Cerletti e L. Bini nel 1940."

E' proprio dal lavoro dei miei colleghi che ho preso spunto per avviare alla guarigione un mio paziente che ho in cura da circa due anni.
Il paziente, un giovane apparentemente di 25 anni di età, presenta frequenti tic nervosi e degli stati di sdoppiamento della personalità; dice di sentire spesso delle voci e di essere attaccato da insetti; presenta escoriazioni e lesioni su tutto il corpo frutto, probabilmente, di violenze subite in età scolare. E' attratto da luci ad intermittenza e suoni ritmici, strumenti attraverso i quali molte volte lo attiro per curarlo.
Il soggetto in questione non può essere lasciato per nessun motivo da solo, perché può nuocere a se stesso e agli altri, ed è per questo che mi avvalgo di una equipe di volontari che dirigo personalmente e che mi assiste con una suddivisione del lavoro a turni (mattina - pomeriggio - notte).

In questi due anni ho applicato sul mio paziente una serie di terapie, tra le quali ricordo:
elettropiressia (produzione di uno stato febbrile con mezzi elettrici); risultato: stato di euforia generalizzato.
elettropuntura (consiste nel praticare una puntura mediante un ago che si comporta da elettrodo ed esplica un effetto caustico o stimolante).
terapie ad onde corte;
galvanoterapia;
franklinizzazione;
morsetti per ricarica batteria auto;
cinta con fibbia in metallo sulla testa;
zoccolo in legno sulla testa.

Questa serie di elettroterapie non ha avuto effetti di rilievo (tranne lo zoccolo, che però è una terapia meccanica); ed è allo scopo di non vedere andare in fumo il lavoro di questi anni, nonché col fine di tentare di avviare un vero e proprio MIRACOLO (perché di vero e proprio miracolo si tratta) che questa estate ho affrontato un lungo e faticoso viaggio-studio a Londra attirato da voci su nuove possibilità di guarigione offerte dai miei colleghi inglesi.
Mi preme ricordare, inoltre, che sono stato spronato a recarmi così lontano e per un così nobile scopo anche dopo pressanti ed incessanti richieste dell'ENEL (che mi ha sponsorizzato economicamente) e dopo non troppo velate minacce dell'Associazione Nazionale Consumatori: entrambi questi enti, infatti, non tolleravano più i continui black out elettrici nella zona di Roma, frutto degli elettroshock notturni e delle "messe in carica" del paziente.

Da questa ricerca è emersa una nuova terapia che applicherò in questi giorni, ossia la
camperosterapia: consiste nel colpire ripetutamente tutto il corpo del paziente con puntate di camperos dalla punta in metallo, allo scopo di lenire forme di insonnia ed eccitazione.

Non so se riuscirò nella disperata impresa di far riemergere l'ego del mio paziente; egli lo ha rifiutato elevando una delirante barriera impenetrabile. Il delirio rappresenta l'ultima difesa dell'individuo contro la forma più grave di malattia mentale: la depressione. La quale quando raggiunge la catatonia è l'estrema parodia della morte stessa. O che invece può tradursi in un vero e proprio suicidio messo in atto al termine di un ineluttabile processo di discesa agli inferi.

Dr. Folken