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Ultimo numero - Numero 4 - 8 Settembre 1999



Lettera al direttore


      Caro Direttore,
leggo il Suo prestigioso giornale dal primo glorioso numero, e lo considero ormai un mio amico, una persona fidata alla quale confidare le mie angosce.
      Sono un utente della Biblioteca Marconi e studio in genere nella sala centrale; ma ora è successo qualcosa che non mi fa stare tranquillo, e ho deciso di togliermi un peso dalla coscienza!!
      Qualche giorno fa, prima di un’importante partita di calcetto contro la squadra della prima sala, sono stato avvicinato da un componente della compagine avversaria, che mi ha offerto un’uscita con la sorella in cambio della vittoria nella partita. Che devo dire, caro Direttore? Purtroppo la carne è debole, e io ho ceduto! Durante tutta la partita ho fatto veramente l’impossibile per far perdere la mia squadra. Chiamavo la palla e poi mi defilavo, mi mangiavo gol già fatti (ne ho segnato uno da lontano, ma avevo mirato al Libero Pensatore!!), mi sono persino inventato un inesistente infortunio!!
      Alla fine la mia squadra ha perso, ed io credevo di aver ottenuto quello che volevo. Ma ora non riesco più a dormire! Non ho il coraggio di guardare in faccia i miei amici!! E in più quella troia non me l’ha neanche data!!! Che devo fare? Mi consigli Lei, che è sicuramente un uomo di esperienza e dotato di grande sensibilità. (Lettera firmata)

      Caro lettore, che posso dire? Certo le cose che ha fatto sono gravi, inutile negarlo. Non solo è andato in bianco, ma non è neanche riuscito a prendere il Libero Pensatore!! La prossima volta sia più preciso, per favore! Penso comunque che dovrebbe confessare tutto ai suoi amici, dopodiché per farsi perdonare potrebbe, per esempio, emigrare ad Ostiense per un po'! Se poi riuscisse a portarci anche Simona (lasciandocela!), non solo la perdonerebbero, ma le farebbero anche un monumento!!! Continui a seguirci!