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Ultimo numero - Numero 4 - 8 Settembre 1999



Stato d’allerta per Protezione civile, Croce Rossa Internazionale e Battaglione S. Marco
Morbus ilaricus: il virus che uccide
Comportamenti innaturali fanno temere un altissimo numero di soggetti contagiati


      L’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) in un rapporto del 1994 richiamava, con urgenza, i Paesi firmatari del patto del San Gottardo ad assumersi pienamente gli oneri della prevenzione e della ricerca sul virus noto come H.I.V. IV (Human Ilaricus Virus IV) data l’ampia e ormai inarrestabile epidemia che ad esso sembra imputabile.
      Nel compendio Virus, che fare? (Stoccarda, 1996) il professor De Büer, noto virologo tedesco, ci ricorda l’apparizione e la prima diffusione dell’HIV IV durante la pandemia parainfluenzale del ‘91: “L’inverno bussava con dita gelate di già alle porte di Roma, e il soggetto X vagava incerto tra un reparto e l’altro dell’ospedale Spallanzani. I sintomi non erano chiari: marcata leucopenia, febbri a poisset, elettroencefalogramma a grani di rosario. Ben più misteriosi i segni neurologici: sdoppiamento della personalità (personalità multiple), sbalzi di umore, inspiegabile insensibilità al dolore (quando non addirittura piacere nel provarlo)”.
      Veniamo ora ai giorni nostri. Nella piccola comunità di via Cardano il virus prospera e miete nuove vittime. I segni clinici sono subdoli e molteplici, in considerazione dei soggetti colpiti; ecco un elenco dei più frequenti:
· improvvisa e inspiegabile stanchezza negli estensori degli arti inferiori (con conseguenti disastrose cadute dalle rampe delle scale);
· aumento sconsiderato e immotivato dell’autostima (“ma chi sò mó tutte ste sciacquette?!”);
· sfiga cronica e persistente (buca ad un appuntamento, incidente in auto, ritiro della patente con multa per guida in stato di ebbrezza, e infine multa sull’autobus perché trovato privo di un valido titolo di viaggio);
· disturbi del sistema psicomotorio (alcuni soggetti sono stati avvistati muoversi velocissimi usando esclusivamente passi di danza - peraltro non catalogati nel Bolscioi steps book - mentre altri, a bordo di potenti motorini, sembrano muoversi al rallentatore sfidando le più elementari leggi della fisica);
· percezione audio-visiva di suoni ed oggetti inesistenti (voci ripetute, animali chimerici quale la tigre delle pantere);
· creazione di una propria filosofia mistico-religiosa con relativa divinità (“fai uscire il Gabor che è in te”).
A ciò va aggiunta un’inesplicabile difficoltà di linguaggio, che da un lato porta alla nascita di neologismi e metalinguaggi, dall’altro impedisce ai soggetti di terminare frasi di cui, se interrogati, non ricordano neanche l’inizio.
      Il consiglio dei saggi della comunità sta correndo ai ripari, ha già infiltrato un suo uomo di fiducia nel sistema sanitario, nonché organizzato turni di sorveglianza-prevenzione. L’aiuto della comunità civile e religiosa, dell’O.M.S., dell’O.N.U., della N.A.T.O., della C.E.E., della C.S.I., della C.R.I. e di tutte le altre lettere seguite e precedute da puntini è comunque auspicabile prima che... oddio... che stavo dicendo?... non mi ricordo più!
Articolo non firmato