Dal quotidiano "La repubblica" del 16/06/1999

BERLUSCONI E I SUOI SPOT

di GIOVANNI SARTORI


CARO direttore,

sul suo giornale di ieri Giuliano Ferrara mi trova "faziosetto" (e addirittura vorrebbe che io fossi allontanato in tutta fretta dalla mia cattedra) per aver dichiarato che il Berlusconi mediatico costituisce una inaccettabile anomalia italiana.

Posso chiedere la sua ospitalità non solo per difendere la mia cattedra dalle eventuali brame di Ferrara, ma anche per stanarlo dalla sua notoria predisposizione alla imparzialità?

Premetto che a mio avviso Berlusconi non ha per nulla stravinto. Nelle condizioni di monopolio televisivo (di fatto) nelle quali ha operato la mia sorpresa è che non abbia fatto meglio. Intanto, Berlusconi resta con 5 punti percentuali al di sotto del suo voto alle Europee del '94, che fu del 30.6 percento. In secondo luogo, quei 5 punti percentuali che guadagna oggi rispetto alle elezioni politiche del '96 li porta quasi tutti via a Fini e cioè a chi pur sempre resta il suo indispensabile alleato. Infine, ripeto, i1 25 percento di Berlusconi è in altissimo odore di Sospetto Mediaset, e cioè non spetta soltanto all'uomo di Stato (si fa per dire) ma anche al Berlusconi privato signore e padrone di mezza televisione italiana.

Di questa campagna elettorale Forza Italia si è fatta stravedere con quasi mille spot pubblicitari, mentre tutti gli altri (Bonino a parte) non si sono quasi visti. E non importa se il costo di questa propaganda sia di 6 oppure di 30 miliardi. Per lui fa lo stesso, per lui è una partita di giro: paga con la mano sinistra e si riprende quasi tutto con la mano destra. Insomma, Berlusconi si fa propaganda pressoché gratis. Invece tutti gli altri devono pagare e pagando arricchiscono Berlusconi. E poi in Italia si disquisisce di par condicio. Uno stato di cose più impari o dispari di così né esiste né sarebbe tollerato in nessuna democrazia. La violazione berlusconiana delle regole di corretta competizione è colossale. Eppure la nostra classe politica l'accetta o fa finta di non vederla. Se finirà a casa, se lo merita.