MONTEVERDE DA GIOIELLO A LETAMAIO

Alcuni giorni orsono, a firma di Patrizia Guidetti, i1 Messaggero ha pubblicato un interessante articolo dal titolo "Monteverde Vecchio, da gioiello a pattumiera" che ha messo in particolare evidenza il degrado che avanza in tutti gli angoli più belli della città.

I residenti fanno bene a prendersela con il Comune, ma un intervento bisognerebbe farlo anche alla XVI Circoscrizione Comunale che è stata interessata anche nel passato sui quartieri sia di Monteverde Nuovo che di Monteverde Vecchio, a due passi dal Gianicolo.

"Erbacce, sporcizia, crepe e avvallamenti: sono ridotti così i giardini e le strade di Monteverde… il quartiere era un paradiso, guardi ora come ci hanno ridotti...!

Segnaliamo anche il letamaio che, col suo rudere, sta a mo' di simbolo del quartiere nel cuore di Monteverde Nuovo all'altezza di piazza del Sacro Cuore, dove l'altro giorno al bar se ne discuteva, proprio oggi è arrivata una ruspa con due operai inviati dall'ufficio Tecnico del Comune di Roma; non per abbattere il repellente simulacro di luridume e di bruttura per il quale da anni e anni il traffico di via del Casaletto è stato deviato in traverse come Via Luigi Arati non atte al gran flusso di macchine, autobus di linea compresi. Solo per togliere i detriti che di volta in volta si accumulano tra topi di fogna e siringhe di drogati - hanno spiegato due operai - e anche per dare una potata ai rovi i cui tralicci si allungano da una parte fino a carezzare le cappotte delle auto transitanti sulla strettoia cui si è ridotta la via del Casaletto, e dall'altra tirano i capelli alle persone lungo l'angusto sentierino specie gli abitanti delle palazzine vicine, in particolare della sacrificatissima del numero civico 161. Il prof. Carosella ha chiesto alla dr.ssa Piccari dei Beni Culturali perché non provvedano almeno a porre una lapide che spieghi che cosa sia o significhi quel ben protetto "pubblico immondezzaio". La dottoressa ha risposto la cosa non dipende dai Beni Culturali, ma dall'ufficio Tecnico del Comune di Roma, che a sua volta rimanda ad altri servizi pubblici la responsabilità del mantenimento di quel monumentale obbrobrio, a tempo indeterminato.

Per quanto riguarda il monumentale obbrobrio, forse qualcuno avrà confuso casale e casaletto con il Casino dei Quattro Venti di Villa Corsini:

quello sì fu anche difeso da Garibaldi e dalle sue Camicie rosse del 1849 contro i Francesi, accorsi in aiuto del Papa ch'era stato costretto a lasciare Roma in mano ai rivoluzionari, tra cui primeggiava appunto l'Eroe dei due Mondi. Né si sarà confuso lo sporco rudere che impaccia via del Casaletto con le rovine del Vascello nei pressi di San Pancrazio, quelle sì "sacre memorie storiche".

Tanti interrogativi ora si riducono a due soltanto, che si è deciso di rivolgere (e per iscritto) alla stampa del quartiere Monteverde: - C'è speranza di liberare Monteverde Nuovo da quell'obbrobrio? Che si può o si deve fare?

Francesco Romagnuolo