CAMPAGNA D'APPOGGIO UMANO

ASSOCIAZIONE UMANISTA "RECIPROCITÀ"

Mal d'Africa
Yaoundé (Camerun) dicembre 1998

È una giornata afosa, calda.

Le strade sono piene di terra e fango. Sto camminando sotto il sole cocente su per la salita di un villaggio per visitare un centro sanitario privato. Io e Ayissi arriviamo al centro sanitario e là troviamo Marcel, il direttore sanitario.

È un ragazzo giovane, dinamico e subito facciamo amicizia.

Iniziamo a parlare mentre comincio a guardarmi intorno. Il tetto cadente che scende sopra le nostre teste, nell'ufficio un tavolino ed una sedia; su di un'asse c'è un microscopio. Marcel ci dice che costa molto e che se non darà i soldi all'ospedale glielo toglieranno e quindi rimarranno senza apparecchio per fare le analisi.

Ogni tanto entra nella stanza un medico, giovanissimo, ma con un aspetto dignitoso, che chiama le persone per le visite.

Marcel ci fa visitare il centro.

Cominciamo dalla sala visite; è la stanza più dignitosa. Poi passiamo al resto. Ci dirigiamo verso la farmacia, la descrivo brevemente (anche perché non c'è molto), è una specie di scaffalatura in legno, con qualche scatola di medicinali sopra e niente altro. Già questa cosa mi mette addosso un clima di indignazione. Anche perché, dovete sapere che gli ospedali della città, ne ho visti due, sono ben tenuti, ma il problema è che sono per i ricchi, quelli che hanno soldi. Gli ospedali lì non sono come da noi, che anche i poveri possono curarsi; in quegli ospedali chi non ha soldi non viene curato, non ha le medicine.

Ma continuiamo il nostro giro. Ah! Scusate devo precisare una cosa. Questo centro sanitario di Messa-Carriere è a pagamento ma Marcel ci ha mostrato il libro cassa delle entrate, in un anno sono state veramente poche perché ognuno dà quello che può!

Andiamo in visita al laboratorio, anche questo è una piccola sala, piena di gente, con un tavolino con poche attrezzature sopra per le analisi. Inoltre c'è una sala parto, una stanza con due letti per i malati più gravi, un piccolo deposito.

Marcel ci mostra un altro edificio attiguo a questo dove ha in progetto di creare un piccolo ospedale, quindi mettere dei letti, fare un reparto per bambini.

Ma per tutto questo ci vogliono fondi, ci dice rammaricato. Bisogna comprare il tetto, la vernice, le porte, le finestre, i letti, i mobili, ecc.

Mentre Marcel parla, io ogni tanto mi distraggo, faccio qualche foto e penso molto indignata, all'abbondanza dei nostri paesi, allo spreco e all'ingiustizia di questa disuguaglianza di fronte alle necessità primarie della gente.

Torniamo con Marcel nell'ufficio e iniziamo a parlare del progetto del Movimento, della nostra idea che la sanità deve essere gratuita e per tutti e dell'aiuto che noi possiamo dargli. Marcel aderisce subito alla nostra idea ma è scettico, troppo spesso sono state fatte promesse poi non mantenute e prima vorrebbe vedere qualcosa. Ci lascia un progetto scritto sul suo centro sanitario. Poi ci invita a casa sua e ci fa visitare il villaggio. La cosa più bella è che conosce tutti, tutti lo salutano e lo trattano con dignità e rispetto (direi anche riconoscenza). Lui ricorda gentilmente alle mamme e ai bambini di andare a fare le vaccinazioni (cosa di cui si preoccupa personalmente). È un vero volontario, a cui sta a cuore la sua gente e le loro necessità.

Lo salutiamo e ci diamo un appuntamento al mio prossimo viaggio a Yaoundé.

Questo piccolo racconto di una giornata in Africa è soltanto un esempio per far conoscere la situazione e come vive la gente (e non ho detto molto). Ma le difficoltà sono molto più grandi e vanno dalla mancanza di cibo, alla possibilità di curarsi, andare a scuola, vestirsi ed avere una casa dignitosa (non una baracca fatiscente).

Il Movimento Umanista sta portando avanti, ormai da due anni una campagna di appoggio umano in alcuni paesi dell'Africa, intervenendo nei campi più necessari cioè salute ed educazione.

Ma lì i mezzi non ci sono, le istituzioni non se ne preoccupano, le organizzazioni e le associazioni di volontariato fanno quello che possono ma hanno un limite cioè non possono arrivare ovunque e fanno solo assistenzialismo.

La nostra proposta è l'autorganizzazione e la reciprocità. È necessario che i popoli si autorganizzino e che soprattutto una volta superata una difficoltà, vadano in altri villaggi e città a riprodurre la stessa esperienza e aiutare altri, creando così una catena di aiuto che nessuno potrà fermare e che farà da esempio per altri luoghi.

È necessario però il nostro aiuto e soprattutto il TUO!

Aiutaci nella nostra campagna di appoggio umano!

Per informazioni:

Roberta tel. 06/55267881

oppure 0347/7783109