Esperimento di democrazia reale

La democrazia dovrebbe fare in modo che le decisioni dello Stato rispecchino la volontà del popolo. Questo accade purtroppo raramente, perché nei cosiddetti paesi democratici attuali, il meccanismo delle elezioni dei rappresentanti porta a uno slittamento dei poteri effettivi dal popolo verso una classe privilegiata che spesso tradisce le idee di cui si fa promotrice. Detto in parole semplici, i cittadini eleggono i rappresentanti; questi, una volta eletti, si trovano a dover affrontare diversi fattori condizionanti, che li fanno deviare dalle intenzioni iniziali: 1) la difficoltà oggettiva di controllo della situazione in cui versa attualmente uno stato, 2) i privilegi a cui si trovano di colpo ad essere i beneficiari, 3) il servilismo dei loro subordinati, 4) le pressioni da parte di grosse aziende a subordinare le decisioni politiche ai loro interessi, 5) le pressioni da parte della classe dominante economicamente a mantenere lo status quo, 6) incompetenza, 7) effettiva mancanza delle capacità che erano state vantate durante la campagna elettorale, 8) indolenza quando si tratta di far qualcosa per gli altri, 8) complicità con forze politiche di ideali opposti, al fine di mantenere il potere ad ogni costo, 9) ostacoli di altro tipo.

Di fronte a ciò, la maggior parte delle persone che vanno al potere, anziché affrontare i problemi della nazione con la determinazione, la laboriosità e il senso di responsabilità che tale situazione meriterebbe, si lasciano corrompere dall'ebbrezza del potere e dalla vanità, determinando un peggioramento ulteriore di una situazione già piena di problemi. Tale tipo di comportamento è la norma (con rare eccezioni) e porta a una democrazia di nome ma non di fatto. In realtà il regime reale della maggior parte dei paesi occidentali, è una oligarchia. In un modo o in un altro, una democrazia rappresentativa raramente soddisfa le reali volontà ed esigenze degli elettori, dal momento che gli interessi personali dei politici prevalgono sul benessere dei cittadini. La gente comune è talmente assuefatta a ciò, da considerare normale questi abusi. Così la politica viene considerata da tutti una cosa sporca, la disonestà dei politici un dato di fatto accettabile, perché inevitabile.

Tutto ciò era stato già previsto persino all'epoca dell'Illuminismo, da parte Jean Jaques Rousseau, che auspicava una democrazia diretta , in cui ogni cittadino potesse deliberare sui vari aspetti della vita pubblica direttamente, senza delegare i suoi poteri a un rappresentante o deputato.

Ma tale tipo di democrazia a quei tempi era inattuabile per motivi di ordine pratico.

L'attuale tecnologia rende possibile ciò che ai tempi di Rousseau era un'utopia, grazie ai moderni mezzi informatici. Infatti grazie ai computer e a Internet è possibile far deliberare direttamente le persone comuni su questioni come l'approvazione di leggi, l'introduzione di norme, decisioni sociali, economiche e strutturali. In questo modo si può arrivare ad una democrazia reale, non una democrazia formale come quella attuale. Ovviamente tutto questo verrà avversato in tutti i modi dai politici vecchia maniera in quanto lo vedranno come una limitazione dei loro privilegi.

Ma noi umanisti abbiamo fiducia nell'essere umano e riteniamo che una maggiore responsabilità individuale possa migliorare la situazione sociale ed economica di intere nazioni.

Nel quartiere di Monteverde a Roma avvieremo un esperimento di democrazia reale negli ultimi mesi dell'anno per dare la possibilità a tutti di esprimersi e decidere le priorità economiche e di intervento a livello circoscrizionale.

I passi che seguiremo sono i seguenti:

  1. Sondaggio tra la gente del quartiere per individuare i temi di conflitto più sentiti (durata: due settimane)
  2. Campagna d'iscrizione all'esperimento tra tutti i cittadini (età minima 15 anni, durata: un mese e mezzo).
  3. Votazioni presso i locali del Cybern@ut@ in via di Val Tellina, 83-85.

Contattate la nostra redazione per ulteriori informazioni.

 

Gabriel Maldonado