MIGLIONICO: Storia, Arte Cultura e Tradizioni
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AMATI GIACOMO

                          

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 14.01.02 sessant'anni di matrimonio     
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MIGLIONICO. La prima carezza? Sulla mano, in un piatto di lumache, mentre si stava pranzando con al centro del tavolo un unico piatto: quello di lumache, appunto. Il primo bacio? Nel buio di una galleria, a bordo di una vetturina che percorreva il tratto Ferrandina-Miglionico. I due episodi sono tra i ricordi più nitidi della storia d’amore che i coniugi Crisci hanno festeggiato in questi giorni a coronamento dei loro sessant’anni di matrimonio. Il che, per la comunità miglionichese, potrebbe essere un record, un avvenimento di portata “storica”. Una storia cominciata con due feste di sposalizio: la prima si tenne a Miglionico, paese della sposa, Grazia Maria Tolentino (classe 1922); la seconda fu programmata a Ferrandina, paese di residenza dello sposo, Salvatore Crisci (classe 1917), sei giorni dopo, il 13, il giorno di Santa Lucia. Allora, le usanze erano queste. “Purtroppo, dicono all’unisono i due protagonisti, la seconda cerimonia fu interrotta subito a causa di alcune forti scosse di terremoto che fecero fuggire tutti gli invitati”. Al giorno delle nozze, i due giovani (lei 19 anni, lui ventiquattrenne) vi giunsero dopo un periodo di fidanzamento di appena venti giorni: si erano conosciuti per lettera, cioè scrivendo delle lettere d’amore per conto di due fidanzati, loro parenti, analfabeti. Dopo un mese di matrimonio, gli sposi fecero appena in tempo a concepire il loro primo figlio, Pinuccio, oggi 59 anni,. Purtroppo, la seconda guerra mondiale era una triste realtà e Salvatore fu costretto a parteciparvi, inviato al fronte russo, ove restò per tre lunghi anni, tra indicibili sofferenze. Poi, nel 1945, a conclusione del conflitto, il ritorno a casa, cioè il ritorno alla vita, che da allora continua a risplendere con 6 figli, 19 nipoti e 7 pronipoti, a cui continuano a non far mancare le loro attenzioni. Le stesse che ricevono quotidianamente, calorosamente ricambiate. Come è stata la loro vita? “Ne abbiamo viste di tutti i colori, dice di getto Grazia Maria. E’ stata una vita mozzafiato: nel dopo guerra si viveva di stenti, nella miseria più assoluta, altro che le comodità d’oggi. In pratica, allora vivere era un’impresa quotidiana. Io e mio marito abbiamo sempre lavorato da matti come braccianti agricoli e poi anche come allevatori di bestiame. Al mattino, per tre giorni alla settimana, ci alzavamo alle 4, caricavamo una trentina di polli e galline sul nostro motocarro ed andavamo a venderli paese per paese, facendo ritorno a casa a sera inoltrata. Per di più, Salvatore ha lavorato pure in Germania, ove per sette anni, ha dormito nelle baracche insieme ad altri emigranti di nazionalità diverse”. Quale è stato il loro rapporto? “Nei momenti di maggiore difficoltà, risponde Salvatore, non ci siamo mai arresi, abbiamo alzato lo sguardo al cielo e ritrovato la serenità”. Poi, la signora Crisci osserva come tra le emozioni più belle ed inattese vi sia il viaggio, della durata di un mese, fatto proprio in Germania, dieci anni fa, in occasione delle nozze d’oro. Il segreto della loro unione? “la forza di saperci rispettare a vicenda, rispondono entrambi, quasi sovrapponendo le loro voci. Siamo stati marito e moglie con il cuore e con la testa. Ci siamo sempre accontentati, anche di poco, privilegiando le cose più utili”. Le parole finiscono qui, ma continuano a parlare i loro occhi, ormai lucidi per l’emozione di una vita che continua ad essere vissuta col “cuore e con la mente”. Auguri!