MIGLIONICO. “Rase al
suolo”. Come potevano esserle, nel periodo bellico, le case di un centro
abitato a conclusione di un massiccio bombardamento aereo. La “strage”
annunciata delle olive s’è compiuta: la mosca olearia, “famelica” e
“cannibale”, ha sferrato il suo definitivo e devastante attacco ed ha colpito
al “cuore” la produzione olivicola miglionichese.
“Oltre il settanta per cento della produzione locale delle olive è stata
distrutta”. Lo afferma il vice sindaco, Domenico Laterza, assessore
comunale con delega all’Agricoltura. “A memoria d’uomo, in paese, prosegue
Laterza, non si ricorda un flagello di tali proporzioni. Dodicimila quintali
di olive sono state irrimediabilmente danneggiate. Il danno subito si può
quantificare intorno a un milione di euro. In questi giorni, al Comune ci
riuniremo come giunta esecutiva, conclude il vice sindaco, per valutare meglio
la situazione e invieremo un rapporto circostanziato all’assessore regionale
all’Agricoltura, col quale illustreremo le reali proporzioni del danno subito
da questo vero e proprio stato di calamità naturale che ha letteralmente messo
in ginocchio l’economia agricola locale. Quest’ultima, infatti, ha proprio
nella produzione olivicola il suo settore trainante”. Ovviamente, le zone più
colpite dell’agro miglionichese sono quelle in cui le piante sono coltivate in
maniera biologica. All’attacco distruttivo dell’”onnivoro” insetto, invece,
hanno resistito, sebbene in parte, solo le piantagioni caratterizzate da una
produzione intensiva, ove, in tempo utile, sono state adottate le giuste
contromisure, provvedendo ad effettuare il trattamento che ha frenato
l’assalto della mosca olearia.
“Tra i contadini c’è voglia di piangere, dice sconsolato Nino Comanda,
capo diga di San Giuliano, con la grande passione per l’agricoltura, cui
dedica gran parte del suo tempo libero. Quest’anno, puntualizza l’esperto
agricoltore della domenica, ho perso oltre cento quintali di olive. E’ stato
un disastro. Il Comune farebbe bene ad inoltrare alla Regione la dichiarazione
dello stato di calamità naturale”.
In altre parole, l’azione “cannibalesca” della mosca olearia, “killer”
spietato, ha dilapidato un autentico tesoro: “l’oro giallo”, cioè l’olio
miglionichese, prodotto tipico e di qualità dell’agricoltura locale. Meno male
che quella poca quantità che si riesce a produrre è di buona qualità: infatti,
pur non essendo extravergine (tale denominazione può appartenere solo all’olio
privo di difetti e con acidità inferiore a 0,80 per cento), l’olio prodotto
finora denota comunque caratteristiche organolettiche, con una percentuale di
acidità al di sotto del 2 per cento.