MIGLIONICO: Storia, Arte Cultura e Tradizioni
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AMATI GIACOMO

                            

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 31.03.03 ORA NON VENDERA' PIU' UN RENE
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MIGLIONICO. C’è meno disperazione e un po’ di sollievo sul volto di Donato Tito, 61 anni, ex camionista in pensione, da dieci anni alle prese con un Donato Tito“processo verbale di contestazione” notificatogli dalla sezione materana del Ministero delle Finanze, in virtù del quale è chiamato a pagare una cartella esattoriale di oltre 17 mila euro (38 milioni di vecchie lire).
In realtà, adesso la situazione del pensionato miglionichese è diventata meno onerosa sotto il profilo economico e meno drammatica sotto quello psicologico: nei giorni scorsi, infatti, gli è stato comunicato che la sua istanza volta “a compensare la somma a suo credito con quella a suo debito” è stata accolta. Di conseguenza, “effettuata la compensazione, si legge nella nota inviatagli dall’Ufficio delle Entrate di Matera, la s. v. dovrà versare la residua somma complessiva di 24205000 di vecchie lire”. In pratica, gli è stato riconosciuto uno sconto di circa 14 milioni, ovvero l’equivalente della somma che gli spettava di diritto come detrazione per l’acquisto del nuovo camion (Fiat 115 cassonato) effettuato nel 1989.
La vicissitudine di Donato Tito, come già raccontata sulla Gazzetta del 27 febbraio scorso, comincia nel 1990, quando il suo commercialista, nel compilare la denuncia annuale dell’Iva, erroneamente, indica la somma di 13 milioni e mezzo di lire, quale detrazione che gli spetta per legge per l’acquisto del nuovo camion, nel riquadro sbagliato (B), anziché in quello giusto (F) del modello di denuncia dell’Iva. Questo banale errore è all’origine di una multa di oltre 13 milioni di lire, lievitata, in dieci anni, a 38 milioni, a causa dei diritti di mora ed altre spese che gli sono state addebitate.
Oggi è venuta, benchè parziale, la schiarita a favore del pensionato. Ma resta il disappunto di dover pagare la restante somma che l’ex camionista ritiene comunque ingiusta perché si tratta “di interessi che sono maturati, puntualizza, a causa di una multa che non avrei dovuto mai pagare”. Da qui la decisione di inoltrare un nuovo ricorso alla Commissione tributaria provinciale di Matera, al fine di ottenere l’annullamento completo della multa e di ogni altro addebito susseguente ad essa. “Mi sento come un profugo di guerra, dichiara Tito. In certi momenti vorrei chiudere gli occhi e riaprirli solo dopo aver risolto questa brutta questione, quasi una via crucis che sta angosciando tutta la mia famiglia”.