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LA CIVILTA' CONTADINA: Le fasi della Riforma Agraria

ABBIGLIAMENTO - ALIMENTAZIONE - ATTREZZI - DONNA - FASI RIFORMA AGRARIA - LOTTA PER LA TERRA - MATRIMONIO - PROTAGONISTI - VISITA AI LUOGHI DELLE OCCUPAZIONI DELLE TERRE

(Intervista al Dott. Verdone, funzionario dell'E.S.A.B) - Nel 1951 nacque l'Ente di Riforma Agraria di Puglia, Basilicata e Molise. Questo aveva il compito di individuare le terre da espropriare cioè le terre non coltivate o coltivate male. Non tutti i terreni furono espropriati. Le terre espropriate Contadino di Rocco Andriullifurono rese coltivabili con vari lavori per fare in modo che il terreno rendesse al massimo. I terreni furono divisi in poderi e quote: le quote non superavano i 4 ettari e vennero assegnate a chi già aveva della terra o altra proprietà considerata insufficiente per la famiglia; i poderi, invece, erano di dimensione maggiore tali da permettere ad una famiglia di essere autosufficiente. Talvolta furono creati piccoli poderi perché si credeva che ci sarebbe stata l'irrigazione, ma questo non avvenne e ai proprietari dei piccoli poderi fu data anche una piccola quota. Per l'assegnazione dei terreni espropriati fu fatto un bando, cioè tutti i cittadini aventi diritto furono avvisati di presentare domanda per ottenere un pezzo di terreno. Le domande furono analizzate e selezionate e divise per zona di provenienza. Assieme agli appezzamenti, ai contadini furono assegnate case di 4 o 5 stanze più accessori, animali e attrezzi. Però tutto ciò non era gratis, i contadini dovevano pagare in base a quanto aveva speso l'Ente, a rate nell'arco di 15-30 anni.

Furono create cooperative, mutue per proteggere il bestiame, circoli ecc. Alcuni contadini volevano che ogni pezzo di terra avesse una casa, per evitare perdite di tempo nel lavoro; altri volevano che le case fossero raggruppate in borghi, affinchè i contadini facessero vita associata e nascessero nuove attività (artigianali, commerciali). Perciò in alcune zone si ebbero case sparse, in altre borghi. Nel 1965 nacque l'Ente di Sviluppo Agricolo con lo scopo di occuparsi dei problemi di tutti i contadini nel territorio della Lucania, Puglia e Molise; invece l'Ente di Riforma Agraria si era occupato solo degli agricoltori che avevano ricevuto le terre dall'Ente. L'Ente di Sviluppo Agricolo creò cantine oleifici e diede molta importanza alla trasformazione e alla commercializzazione del prodotto. Dopo che nel 1970 erano stati creati i Consigli Regionali, affinchè si occupassero dei problemi delle Regioni e, quindi, anche di quelli agricoli, dal 1977 nacque l'E.S.A.B. (Ente di Sviluppo Agricolo della Basilicata). In Basilicata ci sono a Matera e a Potenza delle sedi che hanno vari compiti: dare consigli tecnici ai contadini, informare le cooperative su come sfruttare nel migliore dei modi la terra, portare a compimento la Riforma Agraria (alcune terre non sono ancora state assegnate), risolvere alcuni casi di riscatto, mettere in pratica le leggi del Parlamento Regionale, Nazionale ed Europeo sull'agricoltura. Conclusa quest'intervista, al Dott. Verdone abbiamo rivolto delle domande sull'agricoltura in generale ed in particolare sulle cooperative. Il Dott. Verdone ci ha risposto che ci sono cooperative a Metaponto, Scanzano. Policoro ecc. I problemi importanti sono quelli della concorrenza e quelli finanziari. Molti contadini non hanno la mentalità della cooperazione; spesso essi, dopo aver consegnato un prodotto, pretendono subito i soldi perché senza quelli non possono continuare a piantare altri prodotti e a comprare concimi. I motivi che creano sfiducia in molti contadini sono: una cattiva annata, ritardi nei pagamenti, interessi pagati alle banche, mancata collocazione del prodotto, cattiva amministrazione. Perciò molti abbandonano le cooperative e preferiscono fare da sé. In seguito il Dott. Verdone ci ha parlato degli invasi, dei danni prodotti dalla siccità, dello sciopero nella zona di Senise, dove è stata costruita la diga in terra battuta più grande d'Europa. Ci sono stati gli scioperi perché, per costruirla, ai contadini è stata tolta terra fertile con cui vivevano, però non è stata data un'alternativa. E' stato promesso loro che sarebbero state create delle industrie però non si è visto niente. Allora la gente ha sequestrato il tappo della diga costruita per portare acqua nel Metapontino e nella Puglia. Alla domanda se vale la pena oggi fare il contadino il Dott. Verdone ci ha risposto che vale la pena se uno non vive solo della terra, ma anche di una seconda attività, o se ha una grande estensione di terra e molti capitali, se ha organizzazione e mentalità imprenditoriale (tratto da un lavoro sull'occupazione delle terre svolto dalla classe 2^ A della Scuola Media Statale di Montescaglioso nell'anno scolastico 1983-84).


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