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INNO ALLA PRIMAVERA

Mario Lasalvia, Cinzia De Giorgi, Felice Lucio Lionetti e Gregorio Giamba"La nostra Primavera era la verde carezza sui colli brulli e sulla terra nera, l'aria pura che scacciava l'umido fumoso della grotta. Era l'eco delle voci sugli usci che rimbalzava contro la roccia. Era il sorriso dei bambini che in frotta giocavano sulla piazzola del vicinato (…) Così, la nuova infanzia del vivere s'impregnava di profumi e tepori struggenti. Così, emozioni e fantasie cercavano la risonanza del canto, la coralità della musica e di una danza, segnando le nostre belle canzoni di nostalgie, di nuovi slanci dell'anima (…)": le belle parole di unDino Daddiego, artista Inno, dell'Inno alla Primavera, scritto dalla Professoressa Marietta Russo, possono esprimere solo in parte le nostalgie, le emozioni, i ricordi, legati ad una stagione della vita che per molti è ormai trascorsa.
Così, ieri pomeriggio (4 maggio 2003), nelle splendide sale cinquecentesche di Palazzo Bernardini di Matera,  la musica ha tentato (con risultati soddisfacenti) di rievocare un passato non tanto lontano, andando oltre le parole per condurre in una dimensione puramente emozionale ed affettiva. Organizzato dall'Associazione Musicale "Bela Bartòk", in collaborazione con "Il Circolo del Buon Pensiero" ed "Il Bottegaccio" di Dino Daddiego, già promotori nel dicembre scorso del concerto "Le voci di ieri",  l' "Inno alla Primavera" haMario Lasalvia, Angelo Gravela, Felice Lucio Lionetti, Titina Vernile, Gregorio Giamba, Cinzia De Giorgi offerto la possibilità a quanti (esperti e profani) vi hanno assistito, di fruire della raffinata musica del Trio Bartòk e delle melodie che un tempo si intonavano nelle sale da barba, quelle proposte dal gruppo dei "Musicanti della porta accanto".
"La vie en rose", "Summertime", "Non dimenticare" sono alcuni dei brani presentati da Nunzia De Giorgi (voce soprano), Felice Lucio Lionetti (chitarra classica) e Gregorio Giamba (violino) del Trio Bartòk. Paolo Montemurro, Filippo Popia, Angela Martino, Mario MassariFilippo Popìa con il suo mandolino ha coinvolto i presenti proponendo brani della migliore tradizione napoletana ("Funiculì Funiculà") e romanesca ("Arrivederci Roma"); Mario Lasalvia, accompagnato dal mandolino di Filippo Popìa, dalla chitarra di Paolo Montemurro e dalle voci improvvisate del pubblico, si è esibito cantando  "Nun fa la stupida", "Come le rose", "Oi Marì"; le fisarmoniche di Mario Massari e della sua giovane allieva Angela Martino hanno deliziato i presenti sulle note di "Deligado", "Mazurka di Migliavacca", "Tango Bolero".
In conclusione, la consegna, in seguito al sorteggio di una persona fra il pubblico, di un bassorilievo realizzato da Dino Daddiego, ha suggellato l'evento, coniugando la tradizione delle antiche barberie a quella dell'artigianato artistico locale, ed assimilando entrambi i mestieri a quegli "antichi lavori" cui fa cenno l'Inno alla Primavera: "
Le mani si affrettavano agli antichi lavori, con la smania di ricominciare, di cambiare, forse solo di sognare (…) Nei nuovi rioni o in terre lontane, le nostre mani impugnano tasti e macchine, non si anneriscono al sole né si gelano con la neve, ma nell'infinito della memoria ci raccontiamo ancora le antiche favole riscaldate al sole di Primavera." Alessandra Montemurro.
(Il contenuto della pagina è stato pubblicato su Il Quotidiano del 5 maggio 2003).

"La nostra Primavera era la verde carezza sui colli e sulla terra nera, l'aria pura che scacciava l'umido fumoso della grotta. Era l'eco delle voci  sugli usci che rimbalzava contro la roccia. Era il sorriso dei bambini che in frotta giocavano sulla piazzola del vicinato. Il primo soffio e subito l'inerte quiete dell'inverso si dipanava, perchè la Primavera già viveva nell'attesa degli uomini piegati su una vanga, sul viso delle donne che spianavano il vento della murgia. Le mani si affrettavano agli antichi lavori, con la smania di ricominciare, di cambiare, forse solo di sognare. Così, la nuova infanzia del vivere s'impregnava di profumi e tepori struggenti. Così, emozioni e fantasie cercavano la risonanza del canto, la coralità della musica e di una danza, segnando le nostre belle canzoni di nostalgie,  di nuovi slanci dell'anima o, a volte, di maliziose indulgenze su fatti e persone.
Nei nuovi rioni e in terre lontane, le nostre mani impugnavano tasti e macchine, non si anneriscono al sole nè si gelano con la neve, ma all'infinito della memoria ci raccontiamo ancora le antiche favole riscaldate al sole della Primavera. E' sempre la regina delle nostre stagioni e sveglia la sete dell'anima di un giorno più nuovo, più caldo e luminoso, di un canto libero del cuore" (Marietta Russo).
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LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE MUSICALE

Foto 1: Mario Lasalvia, Felice Lucio Lionetti, Angelo Gravela, Filippo Popiae Paolo Montemurro  - Foto 2: Gregorio Giamba, Paolo Montemurro, Angela Martino, Mario Massari - Foto 3: Mrio Lasalvia, Cinzia De Giorgi, Felice Lucio Lionetti e Gregorio Giamba - Foto 4: Mario Lasalvia e  Cinzia De Giorgi - Foto 5: Mario Lasalvia, Cinzia De Giorgi, Felice Lucio Lionetti e Gregorio Giamba - Foto 6: Il pubblico presente alla manifestazione  - Foto 7: Mario Lasalvia, Angelo Gravela, Felice Lucio Lionetti, Titina Vernile, Gregorio Giamba e Cinzia De Giorgi - Foto 8: Il pubblico presente alla manifestazione (Rosanna Casalino, Maria Labriola, Rina Labriola, ecc.  - Foto 9: Antonio Labriola, Rosanna Casalino ed altri - Foto 10: Felice Lucio Lionetti e Dino Daddiego che consegna una sua opera alla Sig.ra Bernardini - Foto 11: Suggestiva immagine dei Sassi dalla camera da letto di casa Bernardini -


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