.

Home Page

 
 

  Stampa locale e nazionale

 

 

 

 

Last update martedì, 23 agosto 2005 - Ore 02.21.53

Polittico di Cima da Conegliano

Angelo Labbate

Chi è partito per lavoro e chi per amore, chi è tornato con una missione religiosa
Parlare lucano nel cuore di Toronto
Lofranco: «Ma i nostri valori si stanno perdendo, giorno dopo giorno»

La Gazzetta del Mezzogiorno
19 Luglio 2005

Torna a Stampa locale e nazionale

*Rocco Lofranco e Filippo Gravina, qualche tempo fa, hanno dedicato due puntate della loro notissima trasmissione L'Angolo della Basilicata al nostro sito web http://web.tiscali.it/miglionico, durante le quali hanno abbondantemente parlato, analizzando i vari contenuti del sito, delle opere d'arte, delle tradizioni e della cultura di Miglionico.
Rocco LofrancoTORONTO - Rocco Lofranco* è un self made man di successo, simbolo delle grandi opportunità che il Canada offre. Nella sede della Chin Radio tiene una seguita rubrica settimanale, L'Angolo della Basilicata*. Gli fa da brillante spalla Filippo Gravina*, uno dei 3000 materani residenti a Toronto, l'unico forse che non è emigrato per ragioni di lavoro. Solo l'amore di una bella italo-canadese conosciuta a Matera l'ha spinto nel 1976 a lasciare la città e la professione di insegnante di educazione fisica.
Il professore mi dice che anche i materani possono considerarsi pionieri dell'emigrazione italiana in Canada. Uno dei primi a mettervi piede fu Giuseppe Grieco, nel 1911, raggiunto dal cugino Felice Lisanti due anni dopo. Nel 1921 tornò a Matera per predicare e diffondere il messaggio della Chiesa pentecostale, alla quale si era convertito durante la permanenza canadese. Compiuta l'opera evangelica, rientrò nel paese di adozione, dove tuttora i Lisanti svolgono un'intensa opera di proselitismo.
Rocco Lofranco, invece, racconta, con legittimo orgoglio, il suo cursus, 50 anni al servizio della politica e delle attività sociali. «Sono partito da Pisticci, poco più che sedicenne, nel 1956 e subito ho imparato l'inglese e un mestiere, quello di parrucchiere. Sensibile ai problemi degli emigrati, sono stato tra i fondatori della Faci, per raccordare e coordinare i numerosi club italiani. Nel 1967 sono entrato nel partito conservatore progressista, dedicando il mio impegno all'organizzazione dei gruppi etnici per conto del ministro dell'Ontario John Yaremko. Esperienza che mi è stata molto utile, quando nel 1971 sono stato nominato capo della Workers Compensation Board, l'equivalente dell'Inail italiana. In questa veste sono riuscito a stipulare un accordo con l'Italia, grazie al quale gli invalidi rimpatriati potevano ricevere direttamente a domicilio la pensione e a sottoporsi a visite di controllo presso le sedi provinciali dell'Inail». Le sue capacità organizzative non sfuggono a mr. William Davis, che gli affida l'incarico di consigliere capo delle politiche multirazziali. La frenetica attività politica e sociale non appanna la passione giovanile per il calcio, anche giocato. Da ragazzo è stato in prova nelle giovanili del Napoli. Compra la Toronto Italia, la Juventus canadese, e dà la scalata alla presidenza della Lega calcio canadese. Intanto pensa anche agli affari di famiglia. Fonda la Lofranco Associates, che fornisce consulenze commerciali in tutto il mondo, e collabora con il figlio Frank, che per conto della Nike, marchio autorevole fra gli articoli sportivi, apre scuole di calcio nel Canada e negli Stati Uniti. Lofranco ha un solo cruccio, che è come una sconfitta per un uomo avvezzo alle vittorie. «I nostri valori si stanno perdendo giorno per giorno. Quella lucana è una grande comunità, siamo quasi 90.000. Tutti brava gente, gran lavoratori. In 50 anni i fatti di cronaca nera si possono contare sulle dita di una mano, gli episodi di malavita sono scarsi e circoscritti. Eppure non siamo riusciti a trasmettere alle nuove generazioni i nostri valori, nemmeno la nostra lingua».
Poco distante dalla Chin Radio c'è Saint Claire Street, un tempo centro di italianità. Si sta svolgendo l'annuale "Corso Italia Toronto Festa". Non c'è ombra di un tricolore. Ai crocevia si alternano gruppi musicali di colore. Un soltario organetto evoca melanconicamente atmosfere irreversibili. Sparuti gruppi di anziani connazionali, alcuni in canottiera e vistosi anelli alle ditta e grosse catene al collo, sostano davanti al Caffè Diplomatico, sorseggiando direttamente dalla bottiglia una Peroni. Non c'è più l'Italia del calore e del colore, quella che amava Lofranco e che immaginano gli italiani in patria. Il processo di integrazione e di omologazione si è interamente compiuto. Nei sobborghi della città si susseguono filari di casette aggraziate e linde, tutte col praticello verde e tanti fiori. Tutte uguali, nessun segno esteriore distingue l'abitazione di un italiano da quella di un irlandese, un tedesco, un indiano, un cinese. Su tutte sventola la bandiera bianca e rossa con la foglia di platano. L'italianità dei giovani di origine italiana si esaurisce nella moda e nel piacere della buona cucina. Per il resto le nuove generazioni guardano al futuro. Non hanno tempo nè voglia di girarsi indietro.

All rights reserved - Created by Antonio Labriola - Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375