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Polittico di Cima da Conegliano

Michele Ribellino

L'obiettivo è riacquistare la propria identità dopo le traversie del passato - I socialisti tornano a confrontarsi

Il Quotidiano della Basilicata
31 Agosto 2005

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MIGLIONICO - Militante socialista fin dal 1970, anche nel periodo più cruento della mattanza contro il P.S.I., a differenza di molti altri, ho girato, alcuni anni fa le edicole di Matera chiedendo ad alta voce l'Avanti, la voce socialista che tornava a farsi sentire. Ho letto, recentemente, sulla stampa locale articoli di tanti personaggi: dirigenti, parlamentari, consiglieri regionali di quello che fu il grande e glorioso P.S.I. di Nenni, Pertini e Craxi. Ciò mi ha fatto enorme piacere. Stiamo assistendo, e direi finalmente, ad un atto dovuto: il socialista, dopo bufere, indecisioni e false paure, sta riprendendosi in mano il proprio destino. Lo sta facendo, però, con la giusta convinzione, determinato non solo e non tanto a riprendersi il mal tolto, bensì a costruirsi un presente più consono alla sua identità morale e politica. Bettino, il personaggio più rappresentativo, la mente più vivida del P.S.I., è stato bersagliato, braccato, colpevolizzato fino all'impossibile. E' stata una perfetta manovra politica, coadiuvata dai "poteri forti" e da un manipolo di magistrati rossi. Bettino non c'è più! E' sepolto nel piccolo cimitero cristiano di Hammamet in Tunisia, paese che lo ospitò da esule, proteggendolo e rispettandolo. Bettino vive con quelle che furono le sue idee ìnnovatrici, le suo intuizioni, il suo essere un uomo, statista capace, coraggioso, amante della libertà e della giustizia sociale per il suo popolo, il suo paese e per tutti i popoli offesi. E' morto sul campo di battaglia con la schiena diritta e mai con il cappello in mano al cospetto dei potenti, a differenza di tanti esponenti, della cosiddetta sinistra della Seconda Repubblica, che si sono prostituiti ai poteri forti e al Papato. Ai compagni socialisti di Boselli, uomo politico di indubbia capacità che, molto spesso, elogia i signori Prodi e Rutelli, vorremmo sottoporre soltanto qualche considerazione di natura politica. Prodi è integralista, papalino, antisocialista, nemico di Bettino, anticraxiano e senza partito. Bisogna ricordare che, nel 1993, Rutelli, si augurava di vedere Bettino Craxi con il rancio nelle patrie galere. Boselli e i suoi accolti hanno dimenticato tutto ciò, ma la maggioranza dei socialisti no! Il nostro paese e la nostra Basilicata hanno bisogno di socialisti che riportino in alto la bandiera che, fin dal 1982 a Genova, li coalizzò per fare della plebe un popolo. Non possiamo rinunciare alla nostra identità socialista! I socialisti lucani dalle mani pulite hanno molte cose da dire e da realizzare per garantire, nei contenuti, più democrazia, più diritti, più giustizia sociale! Ora la base socialista lucana punta alla ricostruzione di un partito unico che possa rioccupare gli spazi che, storicamente e culturalmente, gli sono propri. Aspira a un partito socialista autonomo, non subordinato ad altre forze politiche che possa esprimere le idee socialiste e riformiste che fanno parte del nostro bagaglio ideologico e culturale. Boselli deve capire che non c'è storia all'ombra della quercia! Amato deve capire che la politica dell'alleanza dei D.S. con la grande finanza, che comanda in Confindustria, è lontana un oceano dai valori del socialismo democratico. La legge elettorale pasticciata, tra maggioranza e proporzionale, non può essere un alibi per pigrizie e subordinazioni. Ognuno sia se stesso e, se ognuno farà il suo dovere, diventerà concreta l'alternanza democratica all'insensata e improduttiva divisione del Paese in due Poli contrapposti senza idee e senza avvenire. Come un popolo che non coltiva le proprie radici non ha futuro, cosi non si costruisce un progetto senza ripartire, nel nostro caso, dalla storia bellissima eppure tanto negletta del riformismo socialista attraversata da errori e da sconfitte, ma anche e soprattutto da straordinarie conquiste sociali che hanno reso l'Italia un paese civile. Non si tratta di ridare l'onore ai socialisti, ma di riconsegnare agli italiani la coscienza storica del grande contributo che il riforniamo socialista ha dato all'Italia nel corso del Novecento. La ripresa del dibattito tra le diverse anime del vecchio P.S.I., in Basilicata, va accolta con rinnovata speranza e va incoraggiata la prospettiva di una nuova unita e autonomia socialista. Quest'ultima non deve essere intesa come autosufficienza, ma come capacità organizzativa e politica distinte, dagli altri soggetti. I nuovi posizionamenti, nelle alleanze elettorali e di governo deve avvenire sulla base di un programma veramente riforniatore, ispirato ai nobili ideali del socialismo riformista di Matteotti, Buozzi, Nenni e Craxi. La funzione dei D.S., in Basilicata, è oggettivamente conservatrice e non riformista, perché rappresentanti indiretti di quell'establishment di poteri forti (Confindustria) e burocrazia istituzionale, di cui la Margherita ne è legittima rappresentante e i D.S., purtroppo, i sudditi! Al dott. Cascino, esponente di primo piano a livello regionale e nazionale del vecchio glorioso P.S.I., va dato il merito di aver riacceso il dibattito politico all'interno delle diverse anime socialiste. Il compagno Cascino parte dalla constatazione del sostanziale fallimento del "falso bipolarismo". Infatti, i dati dimostrano, da parte degli elettori, il desiderio di ritornare alle tradizionali culture politiche che hanno avuto tanta parte nella storia del nostro paese, come il Socialismo. Lo stesso dibattito sulla necessità di reintrodurre la proporzionale per rimediare alla antidemocratica e anticostituzionale legge Mattarellum dimostra un riemergendo desiderio di politica seriamente intesa. Ulivismo, Primarie, Dipietrismo, Prodismo, Triciclo, Margherita con diversi petali è fantapolitica, è soltanto chiacchiericcio inconsistente! Dopo dieci anni di assenza dalla vita politica regionale, i socialisti devono tornare all'impegno attivo in una realtà che richiede più che mai una rappresentanza politica seria, onesta, coerente con i propri ideali di Socialismo: giustizia sociale, democrazia e onestà. L'impegno prioritario sarà rivolto a ricostruire il tessuto politico regionale con un impegno serio, mobilitando i suoi uomini migliori (Cascino, Savino, D'Agostino, Salvatore, Blasi, Pisani, Adamo, Colangelo, Pittella, ecc.). In una comunità ove prevarrebbero logiche lottizatrici, portatrici di non sempre confessabili interessi di parte, o peggio ancora, personali. Dobbiamo elaborare un programma veramente riformatore che faccia della Lucania una piccola Svizzera. Ritorniamo tra la gente per interrogare i giovani, le donne, i deboli, che le ragioni del mercato dimenticano e non devono essere dimenticati dalla Politica, dal governo regionale di centro-sinistra. Il socialismo riformista lucano non può nascere che dal basso, da nuove leve, con l'apporto culturale di esperienze di coloro che sono stati i migliori dirigenti regionali del vecchio e glorioso P.S.I. Restituiamo alla nostra Basilicata i valori che guidarono il grande leader Bettino, nella sua opera riformatrice, assicurando libertà, progresso, equità sociale a difesa delle classi più deboli. Ricostruiamo l'Altra Lucania, quella degli onesti, dei Socialisti dalle mani pulite.
Michele Ribellino, socialista riformista

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