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Polittico di Cima da Conegliano

Emilio Salierno

L'interesse degli imprenditori mediorientale per investimenti nella provincia non si limita all'agricoltura
Israeliani in affari col Materano

Forse a Salandra una delle 10 più grandi centrali fotovoltaiche

La Gazzetta del Mezzogiorno
19 Settembre 2005

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MATERA - Sono qui da noi da quasi due anni, eppure degli israeliani nessuno se n'era accorto. Addirittura hanno realizzato a Marconia (con imprenditori locali) una sorta di «kibbutz» per la coltivazione di asparagi, un'azienda agricola pilota di circa 50 ettari di cui si è parlato in occasione della visita dell'ambasciatore israeliano in Italia, quando è stato anche annunciato l'avvio di altre coltivazioni, a cominciare dall'avocado, gli alberi originari dell'America Latina che producono frutti ricchi di proteine e vitamine, e già ampiamente presenti in Medio Oriente. Senza contare l'interesse per l'acqua salmastra di cui sarebbe ricco il sottosuolo dell'area basentana, assai utile all'irrigazione. Insomma, l'attenzione degli israeliani per il nostro territorio è davvero forte e sconfina in altri settori, come ad esempio il fotovoltaico, un altro dei fronti su cui pare si voglia seriamente investire. Giovanni D'Alessandro, titolare della «Res-struttura» di Salandra, impresa che è partner degli israeliani per le iniziative «energetiche», dice che la joint venture creatasi allo scopo «sta sostenendo in territorio salandrese uno studio per individuare il sito idoneo ad accogliere quella che sarà una delle 10 più grandi centrali fotovoltaiche del mondo. Pensiamo di avviare l'impianto entro pochi mesi. Un progetto ambizioso che proietterà il Materano in un'ottica internazionale, insieme naturalmente alle altre iniziative sostenute dagli israeliani. Loro vogliono crearsi un'altra grande finestra in Europa ed hanno scelto questa volta la Basilicata. I rappresentanti della multinazionale che opera nel settore energetico con cui stiamo lavorando, sono già stati in Basilicata lo scorso anno, mostrando molta attenzione soprattutto per l'agricoltura. E non a caso nel recente sopralluogo in occasione dell'arrivo dell'ambasciatore in Italia sono stati visionati altri terreni marginali in agro di Salandra». Se l'iniziativa per il fotovoltaico si dovesse realizzare nella misura prevista, l'enorme impianto che si metterebbe su sgombrerebbe definitivamente il campo da tutte le altre ipotesi di centrali (non solari) da realizzare sul territorio materano (che ce ne faremmo, infatti, di tanta energia?).
Ma non finisce qui. Le antenne israeliane, infatti, sono anche puntate su quello che un domani potrebbe sostanziarsi come il filone del cosiddetto «turismo religioso», sfruttando una risorsa sinora poco considerata: le loro tracce storiche presenti sul territorio lucano, e in particolare le catacombe ebraiche, presenti a Venosa ma anche a Miglionico.

Del resto, il solco in tal senso è stato tracciato da tempo dalla Fondazione per i beni culturali ebraici in Italia, una onlus di emanazione dell'Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane), con sede a Roma, costituita nel 1986 con lo scopo di promuovere il recupero, la conservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio storico artistico ebraico italiano, compreso ogni bene di interesse culturale, religioso, archeologico, archivistico, bibliografico e musicale e per diffonderne dovunque la conoscenza. Proprio la Fondazione collabora con l'Ucei e il ministero per i Beni e le attività culturali per iniziative volte al recupero delle catacombe ebraiche, in particolare di quelle di Villa Torlonia a Roma e di Venosa. Dimenticate per anni, nel 1988 le catacombe ebraiche della Penisola hanno ricevuto attenzione quando, in esecuzione del Concordato tra Vaticano e Stato italiano vennero affidate alla Sovrintendenza. E il ministero dei Beni culturali, tra l'altro, ha già stanziato 1.440.000 euro con cui si aprirà a Roma, tra qualche giorno, il cantiere di recupero.

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