GIACOMO AMATI |
FAL, "QUEL BIGLIETTO E' INIQUO" |
La Gazzetta
del Mezzogiorno
12 Luglio
2004 |
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MIGLIONICO. “Perchè gli utenti, per lo più miglionichesi, che viaggiano
con i pulman della Fal (Ferrovia appulo-lucana) sul percorso Matera-Bivio
Miglionico devono essere costretti a pagare un prezzo di biglietto di tariffa
superiore, addirittura raddoppiata (Fascia 40), cioè di quaranta chilometri di
percorrenza, quando ne fanno appena venti”? L’interrogativo ci viene posto
dalla signora Rosa Pantone (37 anni), madre di tre figli,
quotidianamente costretta, per motivi di lavoro, a fare la pendolare tra
Miglionico, suo paese di residenza, e il capoluogo di provincia, sede di
lavoro. Un caso emblematico di paradosso tutto italiano?
Eccone il racconto nelle parole della signora: “Non è una questione
personale: in questa storia, puntualizza, vi è un rilevante aspetto sociale,
di fronte al quale non si può restare indifferenti. L’altro giorno,
continua Pantone con due occhioni luminosi, ma colmi di rabbia, sono stata
multata da un controllore della Fal perchè stavo viaggiando in pulman ed ero
in possesso del biglietto di “Fascia 20” anzichè di quello di “Fascia 40”. Ho
subito una umiliazione insopportabile perchè sono stata trattata come se fossi
stata una ladra. Invece sono vittima di un’ingiustizia, di un vero e proprio
abuso. A questo punto del racconto, la dolce figura materna della signora
Rosa si è trasformata, tanto da sembrare una pantera inferocita: è
possibile, sbotta, che per viaggiare su di un tratto di strada di venti
chilometri, bisogna pagare una tariffa predatoria. Chi viaggia sul tratto
Matera-Ferrandina, anche se si ferma al bivio di Miglionico, è costretto a
pagare una tariffa raddoppiata, come se percorresse l’intero percorso. E’
normale tutto ciò? Eppure, precisa con sdegno, su tale tratto di
strada è prevista una regolare fermata al bivio di Miglionico. Quali sono,
allora, le ragioni di un’anomalia così evidente? L’unica spiegazione che mi
è stata data in merito dall’Ufficio biglietteria della Fal di Matera,
risponde Pantone, fa riferimento al fatto che su tale percorso non
esisterebbe il frazionamento dei chilometri”. Da qui la commedia
dell’assurdo. “Attraverso La Gazzetta, puntualizza la signora Rosa,
desidero lanciare un appello al Dipartimento Trasporti della nostra Regione,
affinchè intervenga per risolvere la questione che è caratterizzata da
un’altra anomalia: per chi sottoscrive l’abbonamento settimanale non vi è la
possibilità di scegliere il settimanale ridotto di cinque giorni; bisogna
necessariamente acquistare quello di sette giorni (11,88 euro), il che
significa dover pagare per sette giorni, due in più, per ogni settimana,
rispetto ai cinque lavorativi. Va considerato, inoltre, che le altre
ditte private di trasporto, sullo stesso percorso, fanno pagare di meno, cioè
in base ai chilometri effettivamente percorsi. Purtroppo, per ragioni di
orario di lavoro, non posso usufruire di quei mezzi”. Poi, la signora
osserva come nella zona della fermata del pulman non vi siano adeguate
condizioni di sicurezza: manca una pensilina; non c’è un punto luce per
illuminare la zona durante le ore serali; non esiste un’adeguata piazzola di
sosta. “Mi auguro, conclude indignata la signora Rosa, che questo
problema venga risolto al più presto. Sono decisa a portare fino in fondo
questa “battaglia” e nei prossimi giorni scriverò una lettera al signor
Prefetto di Matera e al Governatore della nostra Regione per invocare il loro
aiuto, onde eliminare un sopruso quotidiano così violento”. E’
accettabile un’ingiustizia così? |
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