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GIACOMO AMATI

MIGLIONICO, L'ORTOFRUTTA INAVVICINABILE

La Gazzetta del Mezzogiorno
27 Agosto
2004

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MIGLIONICO. Sono cari i prezzi dei prodotti ortofrutticoli venduti in paese? Il loro costo è di non meno di un euro al chilo. Secondo le massaie, che quotidianamente sono alle prese con la spesa per preparare il pranzo e la cena, i prezzi tendono a crescere. Sono ritenuti alti non solo i prezzi delle cosiddette primizie, ma anche quelli della merce stagionata. Per esempio, sono pochi gli ortaggi che hanno un prezzo d’acquisto inferiore a un euro. Tra la frutta, solo il prezzo dell’anguria è al di sotto dei cinquanta centesimi; ma già per acquistare un chilo di melone bisogna sborsare ottanta centesimi.
Come si può spiegare questa tendenza? Quali sono le ragioni che determinano il rincaro dei prezzi degli alimenti ortofrutticoli? Secondo i grossisti il prezzo di partenza dei prodotti di stagione, nei mercati all’ingrosso, sarebbe nettamente inferiore, più basso di quattro volte rispetto a quello praticato nei negozi. Risultato: il consumatore pagherebbe un prezzo decisamente superiore a quello di partenza. Quali possono essere, allora, i fattori che causano il rincaro dei prezzi nel passaggio che avviene dal produttore al consumatore? Ce ne sarebbero parecchi: c’è chi chiama in causa l’aumento del prezzo del petrolio; altri se la prendono con l’introduzione dell’euro; ma i più ce l’hanno con i commercianti. Sarebbero loro i veri responsabili della lievitazione dei prezzi. Il costo al consumo della verdura e della frutta, osservano i contadini, aumenta parecchio rispetto a quello offerto ai produttori. Gli incrementi dei prezzi sono generalizzati ed evidenti anche in confronto a quelli registrati nello stesso periodo dell’anno scorso.
Cosa si può fare per contrastare la corsa all’aumento dei prezzi degli alimenti? Semplice: bisognerebbe frenarne il consumo oppure converrebbe rivolgersi direttamente al produttore. Ma cosa pensano in merito i commercianti? Essi respingono ogni tipo di accusa in relazione alla dilatazione dei prezzi dei prodotti che vendono, osservando come siano costretti a sostenere numerosi costi: sono quelli legati al trasporto della merce, al suo immagazzinamento, agli scarti che ne derivano, per non parlare del pagamento delle tasse. In definitiva, i commercianti non si ritengono responsabili degli aumenti eccessivi dei prodotti che vendono e declinano ogni responsabilità in merito alle speculazioni che finiscono col causare il caro vita e il susseguente disagio sociale.

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