MIGLIONICO. Brutto periodo per l’agricoltura miglionichese. Dopo la crisi
dell’uva, pesantemente colpita dal flagello della peronospera, ecco la terribile
mosca olearia che ha messo in ginocchio la campagna olivicola. In pratica, in
alcune contrade, la raccolta delle olive quest’anno è finita prima ancora di
cominciare: la “famelica” mosca ha sferrato il suo devastante attacco ed ha
colpito al “cuore” la locale produzione olivicola. Ovviamente, le zone più
colpite sono quelle in cui le piante sono state coltivate in maniera
rigorosamente biologica, cioè senza l’uso di fitofarmaci o di altre sostanze
chimiche.
“Oltre il settanta per cento della raccolta delle olive è stata distrutta”.
Lo afferma l’agronomo miglionichese, dott. Mario Pellegrini. “Siamo di
fronte a un vero e proprio flagello”, dichiara l’agronomo. Che tipo di danni
ha subito l’economia agricola locale? “Sono di ordine quantitativo e
qualitativo, risponde Pellegrini. Il primo è causato dalla sottrazione di polpa
dalle olive, da parte della larva e dalla caduta precoce del frutto; il
secondo
si manifesta con l’innalzamento della percentuale dell’acidità dell’olio, con
l’alterazione del gusto, del colore e di altri elementi che fanno parte della
sua composizione chimica. Poi, va considerato anche che l’olio, alterato nelle
sue caratteristiche organolettiche, denota una bassa conservabilità. Infine, per
quanto riguarda le olive da tavola, anche la semplice presenza della puntura
sulla buccia è motivo di deprezzamento commerciale”. Come e perchè avviene
la distruzione del frutto da parte dell’onnivoro insetto? “Il ciclo biologico
della mosca, spiega Pellegrini, varia notevolmente. L’insetto adulto è
lungo circa mezzo centimetro. Dopo la fecondazione, la femmina, di solito,
depone un uovo per oliva. A partire dal mese di settembre, la larva comincia a
nutrirsi della polpa”. Di conseguenza, c’è un solo modo per neutralizzare la
devastante azione dell’insetto “cannibale”: distruggerlo con una preventiva
azione di trattamento, utile a proteggere il frutto. In pratica, il “killer”
delle olive va combattuto subito, uccidendolo, ma bisogna fare anche in modo che
il rimedio non sia peggiore del male, facendo un uso misurato e sapiente di
sostanze chimiche, per salvaguardare sia la salute dell’uomo che l’equilibrio
biologico naturale. |