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Polittico di Cima da Conegliano

Giacomo Amati

Spesso anche l'origine di alcuni cognomi ha a che fare con un aspetto del carattere o con un difetto fisico
ALLA RADICE DEI SOPRANNOMI
Miglionico ha redatto anche una mappa in ordine alfabetico

La Gazzetta del Mezzogiorno
30 Marzo 2005

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MIGLIONICO - Cosa rappresentano i soprannomi nella storia delle famiglie miglionichesi? Ce lo spiega una ricerca svolta dal prof. Antonio Labriola, docente di lettere nella scuola media "Festa" di Matera.
Prof. Antonio Labriola, autore della ricerca sui soprannomi miglionichesi«In passato - spiega il professore - tra gli abitanti della comunità miglionichese era diffusa l'abitudine di attribuire soprannomi alle persone residenti in paese. Solitamente, l'appellativo coniato veniva aggiunto indifferentemente al nome o al cognome di una persona per sottolinearne certe particolari caratteristiche fisiche o morali. A poco a poco, si finiva col sostituire il soprannome al nome originario, tanto che quasi ogni cittadino veniva indicato esclusivamente col soprannome che, certe volte, veniva aggiunto al nome proprio di una persona per distinguerla da altre di uguale nome».
La piazza principale di Miglionico in una foto di GenoveseLa singolare ricerca ci consente di fare un cammino a ritroso nel passato e ci fa capire che si tratta di appellativi curiosi, inventati quasi per gioco. Lo studio ha prodotto una piccola «enciclopedia» dei soprannomi, quasi un «dizionario» della memoria collettiva delle famiglie locali. In pratica, si tratta di un «vocabolario» al contrario, che va dal significato traslato, cioè metaforico, a quello proprio dei nomi. Siamo di fronte ad una «mappa» ordinata in ordine alfabetico dei soprannomi: si comincia da quelli con la lettera A e si finisce con l'ultima dell'alfabeto. In tutto sono 335. I più numerosi (66) sono quelli relativi alla lettera C, seguiti dai soprannomi che cominciano con la P (43); 38 sono gli appellativi che partono dalla lettera S. Curiosità: non sono stati individuati soprannomi con le iniziali delle lettere D, E, O. Uno solo è indicato con la H (Hitler). Appena due sono le espressioni con la Q: «Quatt' e cing'», «Quodd' tort'». Pure due sono i nomignoli con la R: «Ring' tang'», R'nd'nedd'». Si tratta di locuzioni dialettali che hanno consolidato la loro presenza tra i miglionichesi tanto che i cittadini se ne ricordano il significato a distanza di generazioni. Chi non ricorda, per esempio, gli epiteti: «A'cattiv'», «A'ciavuarr'», «A'fridd'los'», «Babbaglion'», «Bubbè», «Bumbulicch'», «Canta cat'pass'», «Cannazz'», «Carvon'». Nè è facile dimenticare: «P'parol'», «Puzz'luat'», «P'ccios'», «Vulpuariedd'», «Z'bacchin'», «Z'gnaredd'», «Zumbuafuoss'».
Come nascevano queste locuzioni? «Alcune per caso - risponde Giovanni Guida, massimo esperto locale di araldica -, altri per gioco. Taluni per attribuire una denominazione ingiuriosa. Ma, soprattutto, i soprannomi nascevano per dare ai nomi delle persone una particolare qualificazione, affinché si potesse distinguere meglio e con più immediatezza un cittadino da un altro».
In definitiva, si tratta di una girandola di nomignoli prodotti dai miglionichesi in epoche remote che non è fine a se stessa. In questo pregevole studio è facile scorgere l'aspetto culturale legato all'evoluzione della lingua italiana che, per tanti anni, in paese, era diffusa quasi esclusivamente nella sua forma dialettale. In passato, i soprannomi costituivano il linguaggio essenziale per comunicare meglio. Oggi, essi rappresentano un linguaggio particolare e residuale per ricordare e non dimenticare le nostre origini. Infine, questo inedito «dizionario» è utile anche per farci ricordare di intere generazioni di famiglie miglionichesi, molte delle quali non ci sono più in paese, ma hanno lasciato tracce di sè nella memoria collettiva proprio grazie ai loro soprannomi.

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