MIGLIONICO. Come e perché? Sono gli interrogativi più ricorrenti che si pongono i miglionichesi di fronte all’indecifrabile ed inqualificabile atto di violenza rivolto contro l’Immagine della Madonna della Porticella, abbattuta e decapitata.
La comunità è indignata, incredula, offesa. Non si riesce a capire il perché di un atto tanto violento e sacrilego quanto gratuito e vigliacco: non lo si può accettare né comprendere nella maniera più assoluta. La statua da alcuni anni era esposta nel piazzale antistante al santuario ubicato in campagna, in un luogo che segna i confini tra l’agro miglionichese e quello pomaricano.
Sull’efferato episodio, da alcuni giorni, stanno indagando i carabinieri della locale stazione, ma finora, non è stata ancora individuata la mano che si è resa colpevole di un atto che ha profondamente offeso la coscienza religiosa e civica del paese. Chi può essere stato l’autore? Quale motivo può avere avuto? C’è forse un “messaggio” da interpretare? La pregevole opera in creta,alta un metro e mezzo, era stata realizzata dallo scultore miglionichese Franco Cinnella in onore della Madonna della Porticella che è venerata per l’opera di protezione dalle malattie respiratorie e per la salvaguardia dei raccolti nelle campagne. Il santuario, che è meta di tanti pellegrini non è custodito né protetto da alcuna recinzione. Eppure, in tanti anni, questo luogo sacro non aveva mai subito alcun atto vandalico. Anche per questa ragione lo spregevole atto di violenza ha letteralmente scioccato la comunità miglionichese. “E’ stato come cadere nel buio più profondo”, dice sconsolato l’arciprete, don Mario Spinello. Un atto assurdo che si configura come uno tra i più brutti e neri che deturpa la cultura del paese, oltre che il suo patrimonio artistico. Ma chi si è reso responsabile di un atto così incivile avrà avuto il coraggio di guardare il volto e gli occhi dell’Immagine che stava per abbattere?