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Last update domenica, 03 aprile 2005 - Ore 17.16.58

Polittico di Cima da Conegliano

Gabriele Scarcia

SOS RESTAURO DAI BENI CULTURALI DELLA BASILICATA

Il Quotidiano
19 Marzo 2005

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MIGLIONICO - Centri storici che cambiano, mutando aspetti e forme, sino alla cancellazione di antiche tracce nel Crocifisso di Padre Umile da Petralia (Chiesa Madre Santa Maria Maggiore di Miglionico)nome di ricostruzioni forsennate. Ci sarebbe da organizzare numerosi convegni in merito. L’ultima e più radicale riedificazione post-sismica seguita al catastrofico 23 novembre 1980 ha alterato il volto di moltissimi paesini lucani. Nell’ultimo ventennio si è assistito ad un costante perpetuarsi di danneggiamenti, alcuni irreparabili, al patrimonio storico, artistico e architettonico. Partendo da quest’ultimo, va osservato che la demolizioni, nei nuclei più vetusti degli abitati, di casupole fatiscenti, hanno permesso, nelle stradine che corrono ai rioni, la edificazione di palazzine che sovrastano le altezze degli edifici del quartiere, alcune con rimessa chiusa da saracinesche o porte metalliche. Ovunque, al presente, vi è un proliferare di tubature di gas metano, di antenne paraboliche, di porte e finestre in materiali discutibili. Le attività commerciali nei centri storici sovrastate sugli ingressi da luminosissime insegne al neon. Le colorazioni delle abitazioni delle più disparate; a volte sulla stessa facciata più colori. Senza considerare le ringhiere di vetusti balconi o di antiche scalinate, sostituite da una ferraglia a disegni geometrici, ora bombata, ora arricciolata. Intere zone archeologiche manomesse abbondantemente e cancellate sistematicamente ora dalla costruzione di serbatoi idrici, ora di capannoni, ora per sbancamenti di pendii.
Per quanto concerne il patrimonio artistico, va osservato come giacciono in stato di degrado moltissimi affreschi in chiostri di conventi o in chiesette di campagna, molto spesso cicli pittorici di notevole fattura. Senza considerare le argenterie e le paramenterie di cattedrali, considerate non di primaria importanza al pari di tele e statue.
Si potrebbe riflettere se è davvero il caso di continuare ad organizzare mostre su Carlo Levi, con evidente riferimento alla mostra apertasi a Matera venerdì scorso, con tutto il rispetto per la sua personalità artistica e perStatua di Sant'Eufemia di Irsina attribuita al Mantegna l’interesse che può suscitare la sua opera pittorica, grafica e perfino scultorea. Non sono già troppi, almeno per quel che riguarda il nostro territorio, i cataloghi e le manifestazioni che lo hanno visto al centro del dibattito e dell’attenzione negli ultimi anni? Il denaro pubblico che affluisce in gran quantità e da diversi lidi, non può essere convogliato per il restauro e il recupero delle numerosissime e pregevoli opere d’arte che sono in una estenuante lista d’attesa o servire per l’organizzazione di ben altre mostre? Una folta schiera di Madonne lucane già recuperate da tempo occupano le pagine patinate di svariati cataloghi di altrettante mostre. Non sarà forse arrivato il momento di promuovere altre degne rappresentanze artistiche agli onori della critica e dello studio?
Questo naturalmente costituisce un quadro molto sintetico ma sintomatico strettamente legato allo sfruttamento delle risorse finanziarie e alle scelte.  Plaudo all’iniziativa del collega Dr. Franco Rina di un convegno, che si svolgerà il prossimo 5 marzo nel Comune di Scanzano Jonico e che tratterà le “politiche culturali” da attuare nella nostra regione per i prossimi cinque anni e si soffermerà su quali iniziative sostenere, affinché si disegni del nostro territorio un’immagine culturale ben precisa e non si sprechino somme, a volte anche ingenti, per eventi pseudo-culturali. Si avverte la necessità di aprire un dialogo a tutti i livelli, che veda partecipi chiesa, amministrazioni politiche, sovrintendenze e soggetti privati. Vi è il bisogno di creare delle commissioni di vigilanza di esperti del luogo e di vari settori, che segnalino alle autorità competenti gli abusi edilizi e i danni al patrimonio. Ci vorrebbe una politica amministrativa locale fatta di vincoli e di indicazioni per la corretta salvaguardia del patrimonio, che arginerebbe almeno in parte determinati fenomeni. I centri storici vanno decongestionati dalle automobili perennemente parcheggiate; ognuno pretende il posto auto sotto casa! Naturalmente a tutto questo va aggiunta l’organizzazione periodica di convegni e dibattiti con esperti dei vari settori, per sensibilizzare i cittadini e gli organi competenti ad una cultura del rispetto. Allo stato attuale dei fatti emergono allarmanti alcuni dati: la quasi totale assenza di vigilanza degli organi preposti, l’assoluta mancanza di buon gusto delle Amministrazioni a tutti i livelli, le preoccupanti speculazioni economiche gravitanti intorno a taluni interventi e l’enorme spreco di denaro pubblico per finalità lontane dalla politiche della tutela e della valorizzazione in materia di beni culturali
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