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Polittico di Cima da Conegliano

Gabriele Scarcia

L'elezione al Parlamento di Niccolò Alfonso Luigi De Ruggieri descritta in una lonatana cronaca del 1913
Un parlamentare «radicale»

Padre sindaco di Miglionico, amava giornalismo e politica

La Gazzetta del Mezzogiorno
14 Agosto 2005

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Avv. Nicola De Ruggieri, Deputato al Parlamento ItalianoMATERA - Sfogliando le pagine ingiallite del "Corriere del Materano", pochi fogli con argomenti di carattere politico e amministrativo stampate agli inizi del novecento dalla tipografia Conti di Matera, e precisamente quelle dell'anno 1913, non è difficile, dalle esaurienti descrizioni, percepire l'entusiasmo del circondario di Matera per l'elezione a deputato di Nicola De Ruggieri. Avv. Nicola De Ruggieri, Deputato al Parlamento Italiano
Niccolò Alfonso Luigi De Ruggieri, secondo di sedici figli, era nato il 20 ottobre 1864 a Miglionico dal legale Cav. Uff. Pietro, sindaco di Miglionico per vent'anni e Consigliere e Deputato provinciale e da Adelaide Rogges di Pisticci. Aveva studiato giurisprudenza a Napoli, svolgendo contemporaneamente attività giornalistica e si era laureato nel 1886. Dal 1887 aveva iniziato a frequentare lo studio del futuro ministro Emanuele Gianturco, del quale divenne molto amico e aveva fondato una "Associazione Radicale Lucana", intraprendendo poco dopo a Matera l'attività forense. Nel 1891 aveva sposato Margherita Rogges di Pisticci, che morì in breve tempo. Fu così che rimasto vedovo la prima volta sposò in seconde nozze Vincenzina La Cava di Corleto Perticara. Tra gli anni 1902-1903 diresse a Matera il giornale "L'Avvenire".
Incominciò prestissimo, sulle orme del padre, l'attività politica che lo portò a divenire Consigliere e Deputato Provinciale, poi Consigliere del Commissariato e infine Presidente della Deputazione Provinciale. I problemi che più gli stettero a cuore in questa prima fase politica furono quelli legati alla ferrovia e quelli relativi ai servizi automobilistici. Poi nel 1913 venne eletto Deputato al Parlamento per il Partito Radicale. Il resoconto di quelle giornate e ampiamente descritto nella testata del materano sunnominata, dove si legge fra i titoli e gli articoli: «È una valanga di telegrammi, lettere, cartoline, biglietti, che piovono d'ogni parte d'Italia: è un vero plebiscito; telegramma da S.E. Il Presidente del Consiglio On. Giolitti; telegramma da S.E. il Ministro dell'Agricoltura On. F. S. Nitti. La trionfale accoglienza di Nicola De Ruggieri a Miglionico, Pomarico e Montescaglioso; il solenne comizio di Montescaglioso, ecc.». A Miglionico, sua patria d'origine, il giornale commenta: "Siamo a Miglionico, la patria diletta di N. De Ruggieri. Di fronte allo storico castello baronale, sullo spiazzale del Molino è pigiata una gran folla, agitando bandiere tricolori, portanti la scritta Viva De Ruggieri, che è oramai il fatidico grido che suona in tutto il collegio. L'automobile è immediatamente circondata, è una frenesia di baci e abbracci; arriviamo in piazza ed il Cav. Corleto, dall'alto di una improvvisata tribuna porge il saluto all'amato concittadino; l'incontro con la vecchia mamma? accompagnato da lei entra nel ricco salone e per due ore è un ininterrotto succedersi di elettori, mentre in piazza la banda musicale rallegra la città».
Riprese, nei dibattiti parlamentari, l'interesse per le opere pubbliche, proponendo, nel 1917, un ordine del giorno a favore del Mezzogiorno firmato da moltissimi deputati di tutti i partiti, primi fra tutti quelli dell'Italia settentrionale. Il tenore del documento era questo: «La Camera, confermando ancora una volta, la sua più grata ammirazione per tutti i soldati di ogni parte d'Italia. Constatando che per ragioni giustificate di guerra e per mancanza di industrie belliche nel Mezzogiorno, questo, col più spontaneo fervore, appresta alla causa comune i massimi sacrifici di sangue e tutte le risorse economiche. Confidando nel Ministero nazionale, lo invita fin da ora a studiare e volgere le cure più vigili e sollecite a vantaggio del Mezzogiorno, dando il maggior impulso di esecuzione alle leggi speciali e favorendo con tutti i mezzi e in tutti i modi, la produzione agraria, il credito agrario, la piccola proprietà, le bonifiche, gli acquedotti, le irrigazioni, i lavori pubblici e i servizi automobilistici, l'istruzione primaria, agricola e professionale».
L'incarico parlamentare durò sino al 1921, quando non venne rieletto. Negli anni del fascismo rifiutò incarichi politici. Intanto, nel 1919 aveva sposato la sua terza moglie, Bice Moreschi di Cermenate, che gli regalò nel 1920 il figlio Pietro. Continuò l'attività forense ricoprendo le cariche di vice Pretore onorario a Matera, componente del Consiglio dell'Ordine Avvocati e Procuratori e Presidente del Consiglio di Disciplina.
Morì a Miglionico, carico di onori per aver tanto amato e per essersi tanto prodigato a favore del suo sud, il 15 luglio 1945.

Secondo di sedici figli, mutuò la passione per il dibattito pubblico in famiglia. Ebbe a cuore la questione dei trasporti, in particolare della ferrovia

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