Tenente
di Vascello Giuseppe GARASSINI-GARBARINO, Pilota Aviatore.
Medaglia
d’Oro al Valor Militare – (1885-1917)
Nato
a Loano l’8 gennaio 1885 da una famiglia di antiche tradizioni: suo padre,
l’ing. Francesco, fu Sindaco della città e sua madre, Fanny De Amicis, era
cugina dell’autore del “Cuore” e di monsignor Giacomo De Amicis, vescovo
ausiliario di Genova. Il ragazzo crebbe al cospetto del nostro mare che lo
attirava misterioso ed affascinante e sotto un cielo immenso smisuratamente
limpido ed azzurro; dopo il liceo, risponde all’appello del mare, frequenta
l’Accademia Navale di Livorno e il 10 dicembre 1905 ottiene la nomina a
guardiamarina; sette giorni dopo presta giuramento imbarcato sulla “Benedetto
Brin”. Imbarca poi sulla nave “Vesuvio” e compie un lungo ciclo di
navigazione oltre gli oceani, verso l’oriente. Promosso Sottotenente di
Vascello il 24 maggio 1908, il giovane ufficiale si sente chiamato a una grande
missione, si sente maestro ed educatore e nello stesso tempo è sempre pronto ad
imparare umilmente dal mare la grande lezione che deve temprarlo per la vita. Ma
oltre al mare c’era il cielo, altro elemento preponderante; appassionato del
volo, fu tra i primi 31 italiani a conseguire il brevetto di pilota nel 1910, a
25 anni. Sin da giovane rese preziosi servizi alla nascente aviazione italiana
(aggregata in un primo tempo alla Marina Militare) istruendo nuovi piloti.
Dapprima su dirigibili, poi come capo squadriglia di aerei, dimostrò notevoli
qualità di organizzatore, partecipando come ufficiale alle campagne di Cina del
1907 (medaglia di bronzo) e di Libia del 1912, dove inizia i suoi voli di guerra
guadagnandosi la medaglia di bronzo e quella d’Argento al Valor Militare.
Nel
corso della prima guerra mondiale condusse più volte bombardieri su obiettivi
militari nemici; fu il comandante della squadriglia aerea nella quale Gabriele
D’Annunzio volò come osservatore, entrambi protagonisti di un memorabile volo
su Trieste nell’agosto 1916.
L’amicizia
fra D’Annunzio e Garassini-Garbarino fu profonda e duratura, resa più
vibrante e vitale da reciproca ed indistruttibile fiducia. In una lettera al
Garassini-Garbarino il poeta chiedeva un appuntamento “per sottoporre
alla sua approvazione il volo al di là che vorrà dire redenzione”:
era la realizzazione e la preparazione del Volo su Vienna, ma la lettera,
scritta l’11 febbraio 1917, rimase purtroppo senza risposta perché lo stesso
giorno, nel corso di uno scontro con aerei austriaci nel cielo di Parenzo, in
volo di rientro da Pola, Garassini-Garbarino veniva colpito e ucciso da un colpo
di mitraglia nemica. I funerali si svolsero il 14 febbraio, a Venezia; la città
tributò solenni onoranze al suo difensore: autorità, compagni d’arme, amici,
popolo e, primo fra tutti, Gabriele D’Annunzio che, in una lettera scritta a
persona amica, definisce il Garassini-Garbarino “mio buon compagno…. al
quale scrivevo una lettera in cui si parlava ….. della necessità di un
gran volo ….”. Il poeta ne parla con sincero dolore e rimpianto
anche nel “Notturno”, con semplicità e ammirazione.
Con
Decreto 10 giugno 1917 gli venne assegnata alla memoria la Medaglia d’Oro
al Valor Militare, con la seguente motivazione:
Nelle
officine tecnico esperto, rese preziosi servizi alla Aviazione, istruendo nuovi
piloti. Sui dirigibili prima, poi capo squadriglia e Comandante di stazione
aerea, spiegò mirabili qualità di organizzatore. In varie azioni di guerra con
esemplare ardimento condusse numerose squadriglie a bombardare muniti obbiettivi
militari nemici, finchè sprezzante di ogni pericolo, fulminato nell’aria da
mitraglia nemica, orgoglioso e sereno dette alla Patria in olocausto la vita,
lasciando di sé esempio fecondo di nuovi ardimenti.
Alto
Adriatico, 11-2-1917