Nostromo Paolo Maggi

Nostromo Paolo Maggi (1878-1967),

scomparve nel gennaio 1967 lasciando nella classe dei marittimi ed in particolare nella “Casetta” dei Lavoratori del Mare indelebili ricordi; scrisse di lui Nico Molle:

  

Con la morte di questo vecchio lupo di mare (Paolin, u nostromu) scompare una delle più popolari figure dell’ambiente marittimo non solo di Loano, ma della nostra valorosa marina mercantile. Nato a Loano il 10 gennaio del 1878 da padre pure lui marittimo, all’età di 13 anni “s’imbarcò su un piccolo veliero e per un lungo periodo rimase a bordo di battelli a vela accattivandosi la stima dei superiori. Successivamente passò marinaio su vapori di piccolo tonnellaggio e quindi a secondo nostromo sui più grandi transatlantici della Società Italia (l’Augustus, il Giulio Cesare, il Nazario Sauro, il Cesare Battisti) ed infine sugli stessi in qualità di primo nostromo. Il famoso comandante Tarabotto [lo stesso che nel 1932 guidò il Rex nel suo viaggio inaugurale da Genova a New York- NDR] alla domanda di chi, durante la sua lunga esperienza di navigazione, fosse stato uno dei più attivi e capaci nostromi rispose: “credo di non sbagliare se dico che fu Paolin, il nostromo loanese!”. Paolo Maggi prese parte alla prima guerra mondiale nella quale si distinse in molte occasioni, quando i sottomarini nemici mettevano a dura prova la nostra marineria.  [In riconoscimento dei suoi meriti in navigazione, nel 1964 gli fu assegnato il prestigioso premio della “Polena d’Oro” – NDR].

Durante la sua lunga e movimentata carriera conobbe tutti i porti del mondo: egli si spinse sotto il limpido cielo delle Antille ed a quello delle Canarie; poi i grandi transatlantici lo portarono dalla suggestiva baia di Rio de Janeiro al grandioso porto di New York, fino ai  remoti porti antartici agli estremi lembi del continente sud-americano, nella terra del Fuoco; lottò nell’immenso oceano atlantico contro le perfide onde dello Strin e del Golfo del Leone.  …….

Gli ultimi anni della sua vita li ha trascorsi nell’affetto dei suoi cari, nella casa dove nacque, alta sul fronte mare al centro di Loano, dove non si lasciò mai prendere dall’ozio. Con la pazienza che lo distingueva si dedicò a costruire modellini di velieri, una preziosa raccolta di nodi e lavori marinari, piccoli e grandi strumenti e ricordi del suo lungo lavoro sul mare [e che in gran parte sono ora custoditi nella “Casetta”, dove usava trascorrere lunghe ore a raccontare le sue avventure ai soci più giovani – NDR].

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