Pietro
Garibbo (1905-1991), “u comandante”.
Nato
a Loano il 6 settembre 1905 da padre pure lui marittimo (nostromo della Società
di Navigazione Italia), all’età di 15 anni iniziò a navigare imbarcandosi
come mozzo durante le vacanze estive per mantenersi agli studi all’istituto
nautico di Genova, dove conseguì la licenza di Capitano di Lungo Corso nel
1924. Navigò per oltre vent’anni nei mari del Mediterraneo e “fuori dagli
stretti”, dal Mar Nero al Mar Rosso, nei mari del Nord Europa, del Sud e Nord
America, da Buenos Aires a New Orleans, e nell’Oceano Indiano, partecipando
alla campagna d’Etiopia prima di venire sbarcato ad Alessandria d’Egitto e
da qui rimpatriato per lunga malattia; ritornato alla sua Loano, nei difficili
anni dell’immediato
dopoguerra si dedicò con generosità e abnegazione ad alleviare i
problemi dei marittimi indigenti e per curare la memoria dei caduti in mare: nel
maggio del 1945 ridiede vita all’associazionismo della gente di mare di Loano
fondando dapprima la locale sezione della Federazione Nazionale dei Lavoratori
del Mare, poi trasformata in associazione culturale-assistenziale indipendente,
rimanendone alacre ed infaticabile presidente (e “factotum”!) per
oltre 45 anni, sempre in difesa dei pensionati, delle vedove della gente di mare
e dei più umili e deboli dei suoi concittadini; nel 1947 si fece attivo
promotore (e iniziale finanziatore!) di un comitato che, in pochi mesi,
malgrado le pastoie burocratiche esistenti già allora, riuscì a riposizionare
sulla “torre dell’orologio” la campana dedicata a Sant’Erasmo,
protettore della Gente di Mare, sostituendo quella che era stata requisita e
fusa per necessità belliche pochi anni prima.
Nel
1952 fu, con Vittorio Baietto e Renzo Elice, tra i più operosi e intraprendenti
fondatori del Circolo Nautico, di cui divenne più tardi Socio Onorario; nel
1958 costituì la sezione locale dell’Associazione Marinai d’Italia, della
quale fu il primo Presidente per circa un quinquennio; nel 1955 gli venne
conferito dalla Società Nazionale di Salvamento un Diploma di Benemerenza per
la sua fattiva azione in favore della società stessa, con corsi
per bagnini e assistenza in mare ad ogni manifestazione
turistico-sportiva.
Uomo
schietto, aperto e generoso, fu sempre in prima linea a favore delle più
svariate iniziative: fattivo e generoso sostenitore della Confraternita delle
Cappe Turchine (poi Consigliere Onorario) e della prima banda cittadina, appena
ricostituita nell’immediato dopoguerra; partecipe di ogni iniziativa sportiva
(USGL, motoraduno della “Palma d’Oro”, “Ancora d’Oro” di vela, gare
di pesca e motonautiche) e infine anche animatore e cassiere del gruppo
folkloristico “Cerchio Rosso”. Fu consigliere comunale per due legislature
non consecutive (1951-54 e 1962-66) divenendo [purtroppo invano!] strenuo
oppositore di ogni forma di “cementificazione” (merito anche suo se almeno
l’attuale piazza Valerga non è occupata dall’ennesimo palazzone di 6-7
piani!) e riuscendo ad impedire l’abbattimento della “Casetta”
(progettato dall’AAST e dall’Amministrazione Comunale dell’epoca!) grazie
ad una tempestiva istanza alle autorità demaniali sottoscritta nel giro di
pochi giorni da oltre 800 concittadini e spedita anche alle autorità locali
interessate, che abbandonarono così ogni tentativo di demolizione.
Morì nel dicembre 1991 ancora pieno di idee e di velleità combattive a difesa della “sua Loano”, che pur vedeva cambiare, svanire, ogni giorno di più.