San Guglielmo

 

Il “San Guglielmo”giace su un fondale di poco più di 20 metri, proprio di fronte alla spiaggia di Loano.  Trattasi di un piroscafo a 2 eliche e 2 alberi, di 8340 tonn. di stazza lorda, dimensioni di 143,25 x 17,07 x 7,70, velocità alle prove 15,5 nodi, apparato motore di 2 macchine a vapore a triplice espansione, 3 cilindri, 6 caldaie monofronte e 18 forni a tiraggio forzato, scafo in acciaio a 2 ponti più il ponte di coperta, 2 ordini di bagli, 9 paratie stagne con doppiofondo, costruito a Glasgow dalla D.W. Henderson nel 1911 per conto della compagnia di navigazione “Sicula Americana” che lo impiegò sulla rotta migratoria per New York da Napoli, Messina e Palermo. Poteva ospitare 2200 emigranti e 115 passeggeri di prima e seconda classe.

 

La mattina dell’8 gennaio 1918, requisito dal governo italiano, partito da Genova alle 7:00 antimeridiane diretto a New York via Gibilterra-Azzorre, stava viaggiando in zavorra d’acqua, con navigazione radente la costa secondo le istruzioni ricevute dalla Difesa Traffico, senza passeggeri e con 124 persone d’equipaggio, di poppa al “San Giovanni” della stessa compagnia “Transoceanica”, con la scorta di un cacciatorpediniere. Il comandante Guido Panozzo di Genova, classe 1879, nella relazione alla capitaneria di porto di Genova, dice:“Alle ore 10:45 t.m.G., al traverso di Loano, a circa 600 metri dalla spiaggia…… sentii qualcheduno dare l’allarme per la scia di un siluro. Guardando a sinistra dalla parte poppiera mi accorsi di detta scia che giudicai alla distanza di un centinaio di metri circa dal vapore. Diedi l’ordine di accostare a sinistra per evitare l’urto del siluro, ma prima che il timone avesse effetto sentii l’urto e vidi detriti di legno e di ferro saltare a poppavia. Mi sembrò per un momento che il vapore potesse galleggiare e sperando di poterlo portare in terra diedi ordine al timoniere di mettere tutto il timone a dritta. Però il timone non funzionava più. Allora comprendendo che nessuna manovra era più possibile, né per il salvataggio, né per far investire il piroscafo in costa, fermai la macchina col telegrafo e diedi il fischio regolamentare di pericolo perché tutta la gente venisse alle lance di salvataggio, Appena giudicai il vapore senza abbrivio, ordinai di ammainare le sei lance pronte e ciò fu fatto con ordine e sufficiente calma. Quasi tutti presero posto sulla lancia loro destinata, parte ammainandosi con la lancia stessa e parte filandosi coi paranchi. Infatti il vapore affondava abbattendosi sulla sinistra essendo stato colpito dalla parte poppiera, da quanto giudico fra il n° 5 e l’elica. Io e il primo maestro carpentiere di bordo lasciammo il vapore quando già il ponte di passeggiata toccata l’acqua…. Rimanemmo appesi allo stesso paranco finché lo sbandamento del vapore ci immerse nell’acqua ed allora, mollando, cercammo di nuotare verso la lancia più vicina …. Mentre mi allontanavo con la lancia verso terra vidi che le altre lance erano già vicino alla spiaggia e che il vapore continuava ad affondare e se ne vedeva soltanto più l’opera viva di dritta. Il vapore tocca in un fondale di circa dieci braccia e fino alla sera per quanto io potei vedere dalla spiaggia si scorgeva ancora l’ombra del fianco dritto a fil d’acqua e la cima dei bighi.”

 

Il bastimento impiegò in tutto 6 o 7 minuti ad affondare; era armato con 2 cannoni da 76 montati a poppa che spararono alcuni colpi nella direzione dalla quale si vide venire la scia; al momento del siluramento il CT “Bersagliere” a proravia a sinistra del “San Guglielmo” navigava a zig-zag e, quando si accorse dell’attacco, invertì la rotta e lanciò sette bombe di profondità nel tentativo di colpire il sottomarino.

 

Fatto l’appello nominale risultò mancante un carbonaio di Torre del Greco che si trovava di guardia in macchina al momento del sinistro. I pescatori loanesi accorsero numerosi con le loro barche a portare aiuto ai naufraghi: dieci persone, fra cui due feriti, furono portate in barella all’Ospedale Civile di Loano, gli altri furono ospitati per la maggior parte presso l’ospizio Militare ma molti furono accolti in alcune abitazioni private. I fatti sono confermati nella lettera di ringraziamento della compagnia “Transoceanica”, datata 31 gennaio 1918, indirizzata all’allora sindaco di Loano (assieme ad un tangibile assegno di tremila lire di allora!) nella quale, tra l’altro, si rende omaggio alla “… opera ammirevole prodigata da codesta nobile popolazione ai  naufraghi… con patriottico slancio di generosità, …. fatto in aiuto dell’equipaggio…. “ .

 

I pescatori loanesi conservarono in ricordo il timone di una lancia di salvataggio, ora custodito nella “Casetta” sul lungomare assieme ad alcune fotografie dell’affondamento. La posizione di quel che resta del San Guglielmo è a 44°07’21” latitudine Nord e 8°16’04” longitudine Est, su un fondale fangoso identificato come area di ripopolamento ittico e tutela ambientale, con divieto di immersione.  

 

Testo della lettera di ringraziamento inviata dalla Società di Navigazione “Transoceanica” al Sindaco di Loano, in data 31 gennaio 1918

 

                                   Illustrissimo Signor Sindaco di Loano

Il nostro Capitano Signor Guido Panozzo, Comandante il Piroscafo San Guglielmo, inabissatosi nel mare  di  Loano il giorno 8 volgente  per  siluramento da parte del nemico, ci ha narrato l’opera ammirevole prodigata da codesta nobile popolazione ai poveri naufraghi.  Egli ci ha altresì riferito quanto Lei e la gentile di Lei figliola, con patriottico slancio di generosità, hanno fatto personalmente in aiuto dell’equipaggio che, superstite del barbaro delitto, ebbe la ventura di sbarcare in cotesta terra italianamente ospitale, e noi compiamo il dovere, che è pure la più vera e sincera manifestazione di riconoscenza nostra e di quanti dell’equipaggio di tale generosità ebbero prova tangibile, di ringraziare Lei, Illustre Signor Sindaco, e la popolazione tutta di Loano, presso la quale Ella, La preghiamo, vorrà rendersi interprete.

 Con l’occasione, accludiamo alla presente un vaglia della Banca d’Italia di lire tremila,

che Ella vorrà avere la cortesia di far accreditare a codesto Suo onorevole Comune,

simbolo di Organizzazione Civile, con l’augurio della vittoria per la nostra Italia, porta-

trice in ogni tempo di cultura e di progresso.

 

                          Con perfetta osservanza.

 

Ill.mo Signor

Avv. (firma illeggibile)……. (?)

 

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