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STORIA DELLA CATTEDRALE DI LACEDONIA

a cura di Mons. Salvatore Bardaro

La storia di Lacedonia

                

La cattedrale prima del 1980

  Il terremoto del 1694 distrusse quasi completamente Lacedonia. Fu ricostruita dalla Famiglia feudataria degli Orsini di Taranto. La Cattedrale era rimasta fuori dell'abitato, rendendo molto disagevole l'accedervi per l'amministrazione dei Sacramenti e per le sacre funzioni.

Il Vescovo Giambattista La Morea ideò la progettazione di una nuova Cattedrale al centro del nuovo abitato.

Il 28 settembre 1689 pose la prima pietra per la costruzione della nuova Cattedrale nel luogo dov'erano le quattro Cappelle delle Confraternite: di S. Antonio Abate, SS. Rosario, S. Marco e Purgatorio, le quali a proprie spese, nel 1709, portarono a compimento la Navata Centrale.

Il Vescovo Nicola D'Amato la decorò e con rito solenne, il 19 ottobre 1766, la consacrò dopo di averla elevata alla dignità di BASILICA, ponendovi la seguente lapide:

A seguito dei vari terremoti, ultimi quello  catastrofico del 1930 e quello del 1980, si sono apportati notevoli modifiche, alle volte, alla cupola e alla facciata. Con finanziamento della Cassa per il Mezzogiorno, il 28 luglio 1988 sono stati portati a termine i lavori di restauro, progettati dall' Arch. Sergio Rosanova di Napoli, sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza BAAAS di Salerno-Avellino, Arch. Mario De Cunzo Soprintendente, e collaboratori: Arch. Guido Cullo, Arch. De Rosa, Ing. Vincenzo Lombardi.

"D.O.M.  BASILICAM HANC   HACTENUS   INABLECTAM NICOLAUS  DE  AMATO;  EPUS LAQUEDONIEN  PROPRIO CONCINNAVIT  AERE  AC   SOLEMNI  RITU DIE XIX OCTOBRIS MDCCLXVI  PERLINIIT, QUA ANNOTINA  STATUTA CELEBRITATE DIES XXXX DE VERA  INDULGENTIA INVISURIS ELARCITUS"

"Questa Basilica, fino allora non dedicata, Nicola De Amato, Vescovo di Lacedonia, decorò a proprie spese e consacrò con rito solenne il 19 ottobre 1766, elar­gendo, dopo aver fissato dall’anno precedente questa celebrazione, 40 giorni di vera indulgenza a coloro che l'avrebbero visitata".

L'Arch. Nicoletti Patrizia, ha curato l'esecuzione dei lavori di restauro delle opere d'arte:  Trittico  -   Altare ligneo della Congiura dei Baroni  -  Pulpito. Organo e Coro nonché i quadri dell'Assunta, della Madonna del Rosario e dell'Immacolata, risalenti, gli ultimi due, al 1709. Si ammirano gli altari e la balaustra di marmo, di indiscusso valore artistico, un bellissimo pulpito, il coro e vari quadri. Vera opera d'arte, però, è un altare in legno con un Trittico, di pregevole fattura, attribuito ad Andrea Sabatini da Salerno dall'Istituto delle Belle Arti -Soprintendenza alle Gallerie e alle Opere d'Arte della Campania - Napoli, nel secolo scorso (1860), e ad Antonio Aquilli, detto Antoniazzo Romano, o ad un maestro a lui molto vicino, dal Prof. L. G. Kalby della Soprintendenza BAAAS di Salerno-Avellino nel 1986.Due Tavole delle tre nel 1866 hanno subito il cosiddetto "TRASPORTO": strappati il colore e la preparazione dal supporto ligneo, sono stati posti su un supporto di tela. Attualmente esso è così composto: al centro- Madonna col Bambino che benedice con la destra, mentre nella sinistra stringe una rondine, olio su tavola; a destra e a sinistra S. Pietro e S. Giovanni Battista e S. Michele e S. Nicola, olio su tela.

 Il re Ferdinando D'Aragona, volendo ringraziare la Madonna per il pericolo corso in occasione della "Congiura dei Baroni", avvenuta  l' 11 settembre 1486 nell'antica Cattedrale, o, secondo alcuni storici, nella Chiesa di S.Antonio Abate, ubicata dove ora sorge il Campanile (luogo più appartato), fece costruire e dipingere i Quadri.

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