Per scrivere e leggere bene il dialetto
barese, bisogna rispettare alcune regole grammaticali. La
vocale "e" ha una funzione importante nell'idioma barese.
La "e" si pronuncia nei seguenti casi:
a) quando cade su di essa l'accento principale della parola;
Esempio: pèdde (pelle);
fenèste (finestra).
b) quando è termine di parola accentata;
Esempio: sapè (sapere); percè (perché).
c) quando è la lettera iniziale della parola;
Esempio: egghie (olio); ecchie (occhio).
d) quando è la terza persona singolare del presente indicativo
del verbo essere "è".
e) quando ha funzione di "e" congiunzione.
Tutte le altre "e" non accentate che fanno parte di un vocabolo
o nome proprio hanno un suono indistinto, semimute come la
"e" muta francese.
Nelle parole piane con due sillabe, l'accento tonico non è
evidenziato perché non ce n'è bisogno; salvo che la parola
non sia scritta con due "e": pèpe (pepe).
Esempio: pasce (pace); ponge (punge).
Se, invece, la parola piana è scritta con più sillabe, allora
l'accento viene rilevato sulla vocale dove si sente più marcata
la pronuncia.
Esempio: canessciùte (conosciuto); giagànde
(gigante).
Se la parola piana è composta da più di due vocali, si accenterà
la vocale tonica:
Esempio: piàne (piano); chiòve (piove);
iòsce (oggi).
Altra funzione importante è il rafforzamento sintattico; alcuni
monosillabi come "ce" (che); "cchiù" (più);
"e" (congiunzione); "è" (verbo); "che"
(con); "u" (articolo: il - lo); "a" (preposizione);
"iè" (è); "non" e "no" (avverbi di negazione);
"pe" (per); "sò" (ho - sono); "San" (Santo);
rafforzano, il più delle volte, il suono della consonante
iniziale della parola seguente, in special modo, quando nel
vocabolo che segue cade l'accento tonico sulla prima sillaba.
Esempio: Ce ttìine? (Che hai); che ttutte
(con tutti); u ssanghe (il sangue); no ddènghe
nudde (non ho niente); te sò dditte, vìine! (ti
ho detto, vieni!); pe ttutte (per tutto); iè ssciùt'a
mmare (è andato a mare), San GGiòrge (San Giorgio);
ecc...
Anche i segni "ggl"; "ggn"; "ssc", come
le consonanti: "b", "g", "z", generalmente
vengono pronunciate con rafforzamento, secondo l'impostazione
della frase scritta con più o meno intensità (molti esempi
potete leggerli nelle frasi del notiziario, nelle ricette
e nelle curiosità del presente sito de "Il Pepe Finto").
Altra regola grammaticale barese da tenere in considerazione
è la trasformazione della consonante "n" in "m"
davanti ai lemmi e nomi propri di persona che iniziano con
la lettera "f", "m", "p".
Esempio: San Francesco: Sam Brangìsche; San
Modesto: Sam Medìste; San Patrizio: Sam Batrìzzie.
Come si è notato nell'esempio precedente, quando s'incontrano
termini dei quali l'uno finisce in "n" e l'altro inizia
con "f" o con "p", la fine del primo si trasforma
per lo più in "m" e quella del secondo, quasi sempre,
in "b". Anche le consonanti "c" e "t",
precedute da una "n" vengono modificate, così la "c"
preceduta da "n" si tramuta in "g" e la "t"
in "d".
Esempio: Qualunque: Qualù(ng)ue; antico: a(nd)ìche.
Pure un vocabolo o un nome che inizia con la consonante "s"
non impura, si trasforma in "z".
Esempio: Non so: Non zzacce; San Sabino: San
Zavìne.
È chiaro, dunque, che il barese scriverà e pronuncerà sempre
in dialetto "nz" e mai "ns"; "nd" e mai "nt";
"mb" e mai "nb"; "ng" e mai "nc"; "ng"
e mai "nq".
Le sillabe "lio" e "lia", sia nel corpo, sia
alla fine di parola, in barese vengono scritte e lette "ggl".
Esempio: Attilio: Attìgglie; Italia: Itàgglie:
Fanno eccezione i nomi olio: egghie e vigilia: vescìgghie.
Così dicasi per i gruppi "ggn" e "ssc".
Esempio: pagnotta: paggnòtte; pesce: pèssce.
Infine, il trattino "-" posto tra due consonanti all'inizio
di un vocabolo, sta a indicare che elementi diversi si leggono
uniti come se fossero una sola parola.
Esempio: N-gìile (In cielo); m-baravìse:
in paradiso. Mentre nguèdde (addosso); ngocche
(qualche) si scrivono come unico vocabolo.
Gigi
De Santis
(Cultore di dialetto e folclore, poeta e attore dialettale
nonché ideatore e realizzatore dell'unico calendario
scritto rigorosamente in dialetto barese giunto alla
quinta edizione).
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