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QUANDO SI TRATTA DI BAMBINI SPECIALI...

IL “PICCOLO BUDDHA” TIBETANO DEVE MORIRE,I CINESI VOGLIONO IL LORO “PICCOLO BUDDHA”

di Veronica Clarin

Il “Piccolo Buddha”, che è il Karampa Lama, ossia la 17^ reincarnazione di Buddha, è un monaco 14enne, il suo vero nome è Ugyen Trinley Dorje, il suo destino è sostituire l‘attuale Dalai Lama quando questi morirà.

Il ragazzo è fuggito dal suo monastero in Tibet superando la sorveglianza cinese e dopo sei giorni di avventurosa e faticosa marcia, ha raggiunto, in India, il Dalai Lama, l’attuale “Papa” tibetano.

Anche per il Dalai questa fuga è stata una vera sorpresa. Il ragazzo è giunto al suo monastero (dove IL Dalai Lama vive in esilio) accompagnato da due monaci e da quattro laici tra cui sua sorella; era stanchissimo, aveva piaghe alle mani ed ai piedi, l’attraversata dell’Himalaya, nella neve, lo aveva stremato.

Si erano fatte diverse ipotesi sulle cause che avevano spinto il Piccolo Buddha a scappare, ad esempio si diceva che dovesse recuperare degli oggetti sacri appartenuti al suo predecessore, ma tutte sono state smentite: la verità è che il giovane Karampa Lama è fuggito per sottrarsi alla repressione, ad un controllo soffocante che gli impediva di svolgere seri studi e di sviluppare la sua spiritualità.

Questo è un duro colpo per Pechino, che lo aveva nominato “Lama patriottico” e lo voleva utilizzare per estendere l’influenza cinese in Tibet.

Non si sa se il ragazzo tornerà in Tibet, probabilmente potrà farlo se la Cina gli riconoscerà l’autonomia e la libertà che gli aveva promesso, ma questo forse è impossibile perché i comunisti cinesi non tollerano la libertà spirituale come non tollerano la libertà politica.

Ora per la nomina del “Buddha vivente” è sfida totale tra Cina e leader tibetani in esilio, è una partita che ha per obiettivo la scelta del “Reting Lama” (che ha la funzione vitale di Dalai Lama vicario in caso di assenza di quest’ultimo).

La nomina dovrà essere confermata dal numero due della gerarchia, il Panchen Lama, ma questi è doppio: il Dalai (Tibet) ne riconosce uno, mentre Pechino (Cina), di risposta alla fuga del Karampa Lama (numero tre della gerarchia), ne riconosce un altro, un bambino tibetano di due anni di cui non è ancora nota l’identità, si sa solo che è figlio di un camionista e di una casalinga. La vicenda si complica: misteriosi assassini sono a caccia del “Piccolo Buddha” (il 14enne tibetano). La polizia indiana ha annunciato che la vita del ragazzo è in serio pericolo, a causa di minacce concrete che giungono da più parti.

Per questa ragione il 14enne leader religioso è stato continuamente spostato da un monastero all’altro e ora si trova in una località segreta.

La sorella del ragazzo è sotto shock, è terrorizzata, si sente perseguitata, trema, delira, pensa di essere braccata dai sicari; suo fratello, il Karampa Lama, invece, nonostante abbia mani e piedi piagati, si sta riprendendo bene, non è eccessivamente preoccupato ed è apparso ai giornalisti più radioso che stremato.

La fuga del “Piccolo Buddha” e la contromossa di Pechino con la nomina del nuovo “Buddha vivente” mettono in serio dubbio la politica Cinese.

Il Dalai Lama afferma che sarebbe pronto a riconoscere la sovranità politica della Cina sul Tibet in cambio di ampia autonomia e di piena libertà religiosa, ma i fatti rimettono tutto in discussione…

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