La Cimice                                                     Letto, Visto, Ascoltato                                                                 W il 2000

Anche loro copiano: Hokusai

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Van Gogh e Monet ispirati da un pittore giapponese
di Sara Diliberto, Laura Seidita, Alessandra Devito

Vincent Van Gogh, forse il più geniale e tormentato dei maestri dell’impressionismo, così scriveva al fratello Theo riferendo la scoperta destinata a influenzare gli ultimi anni della sua produzione artistica: “Se si studia attentamente l’arte giapponese, allora si vede un uomo saggio e intelligente, un artista, intento a studiare un filo d’erba. Questo filo d’erba, però, lo porta a disegnare le piante e poi le stagioni, i grandi paesaggi, gli animali e, infine, la figura umana. Non è dunque quasi una religione, l’arte che ci insegnano questi giapponesi così semplici, che vivono a diretto contatto con la natura come fossero loro stessi dei fiori?”.

Le entusiastiche parole di Van Gogh al fratello raccontano l’emozione provata di fronte alle opere di un altro artista che veniva da un Paese lontano e misterioso. L’artista era Katsushika Hokusai, il più importante pittore e incisore della storia giapponese. La stessa emozione provata da Van Gogh davanti alle colorate stampe di Hokusai colpì e ispirò anche quasi tutti i maggiori esponenti dell’impressionismo da Edgard Degas a Henri de Toulause Lautrec, da Claude Monet a Paul Gauguin.

Il loro entusiasmo per le opere di Hokusai, e di altri artisti giapponesi, si trasformò in una febbre collettiva, chiamata Japonisme (da Giappone), che s’impadronì di Parigi negli ultimi due decenni del secolo scorso contagiando tutta la vita artistica della capitale francese.

Endmand de Gongourt, il più brillante critico francese, scrisse in quegli anni una biografia di Hokusai, che andò a ruba.

Il compositore Claude Debussy si ispirò all’incisione dell’artista giapponese intitolata “La grande onda presso la costa di Kanagava”, per comporre la sua sinfonia intitolata “La mer” (Il mare). Anzi, Debussy volle proprio che l’incisione di Hokusai fosse riprodotta sulla copertina dello Spartito dell’opera.

L’opera di Hokusai varcò anche i confini della Francia e durò fino ai primi anni del novecento, convolgendo anche l’Art nouveau, il movimento artistico conosciuto in Italia con il nome di Liberty.

Ora, le stesse emozioni che un secolo fa provarono i maestri del’impressionismo e del Postimpressionismo possono essere rivissute visitando la mostra che Milano dedica a Katsuschika Hokusai in occasione dei centocinquant’anni dalla morte.

Si tratta della più ampia rassegna dedicata ad un grande artista, che ha documentato nei minimi dettagli la vita giapponese negli ultimi anni dell’impero feudale, prima della difinitiva apertura del paese all’Occidente.

Un percorso affascinante curato dal professore Giancarlo Calza (docente dell’Arte dell’Estremo Oriente all’università Ca’ Foscari di Venezia), che si snoda attraverso 500 opere, dipinti, stampe e libri di illustrazioni del grande artista giapponese. La mostra di Milano, che è stata inaugurata il 5 Ottobre dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Cianpi, resterà aperta fino al 9 Gennaio del 2000.

Museo della Scienza e della Tecnica di Milano                                                                               É arrivato Tomb Raider IV