Ce
l’ hanno trasmessa gli animali
(probabilmente l’anatra e il maiale). L’uomo
se l’è presa quando ha tentato di
addomesticarli ed è entrato in stretto
contatto con loro.
Così
é nata l’influenza, una delle malattie
più antiche del mondo, presente con ogni
probabilità fin dal Paleolitico. Ma allora
creava pochi danni. Il virus è diventato
pericoloso solo con la civilizzazione.
Non
ci sono prove certe di epidemie prima del
Medioevo. I primi indizi inconfutabili
risalgono al XV e al XVI secolo.
I
primi grandi eventi si hanno agli inizi del
‘500. Un impatto significativo a livello
di mortalità si é avuto nel Nuovo Mondo
dopo l’arrivo di Colombo. Quindi le
epidemie si estesero ad Africa e Asia.
Nel
'500 ci furono tre epidemie: nel ‘510, ‘557
e ‘580.
I
primi dati affidabili sul numero di malati
si possono avere solo a fine ‘700: l’epidemia
imponente del 1781 colpì i due terzi degli
abitanti di Roma e i tre quarti della
popolazione britannica.
É
sempre stata chiamata influenza: questo é
il termine che indica l’effetto (l’influenza
appunto) delle condizioni atmosferiche sull’uomo,
che si manifestava con tosse, raffreddore o
febbre, gli stessi sintomi di oggi: si
pensava che questa come tutte le malattie
contagiose, avesse origine climatica o
tellurica (è la cosiddetta “teoria
miasmatica”: tutto dipende dall’alterazione
della qualità dell’aria).
Le
epidemie imponenti dell’800 sono simili a
quelle del secolo precedente perché anch’esse
sono distanti nel tempo l’una dall’altra
(1830, 1833, 1847 e 1889). Con l’ultima ci
sono 250 mila vittime in Europa.
L’influenza
si diffonde in Africa attraverso i viaggi
per mare e viene chiamata «la malattia dell’uomo
bianco».
Nel
1918 arriva la terribile “Spagnola”, che
uccide oltre 21 milioni di persone in sei
mesi: il principale shock demografico della
storia della specie umana.
É
stata chiamata così solo perché la Spagna,
come paese non belligerante, non ebbe
problemi a riconoscere l'emergenza
sanitaria. In realtà la spagnola si
manifestò negli Stati Uniti nella primavera
del ' 18. È terribile perché stavolta
uccide non solo gli anziani e i più deboli
ma anche giovani e adulti.
Perché
fu così micidiale? «C'è chi pensa che ci
sia stata una combinazione tra virus
influenzale e batterio dell'«emofilo
influenzale». Altri pensano si sia
verificata una profonda mutazione genetica.
Ricordiamo che non c’erano armi
terapeutiche. Il primo vaccino sarebbe
arrivato a metà degli anni ’40, il virus
è stato isolato negli anni ‘30» - dice
Gilberto Corbellini, ricercatore
universitario di storia della medicina all’
Università La Sapienza di Roma.
In
seguito, l’influenza ci ha minacciato
anche nel secondo dopoguerra: nel ’57 con
l’Asiatica e nel ’68 con la Hong Kong,
ma in forme meno gravi di quella del ’18.
Ma
ora «si teme, e si attende, l’arrivo di
un'altra Spagnola, un’epidemia mondiale,
risultato della contaminazione con un’infezione
degli uccelli o del maiale.» aggiunge
ancora l’esperto, ma in tal caso «a
doversene preoccupare saranno soprattutto i
Paesi dove le condizioni sanitarie sono
carenti». |