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«In futuro 

un’altra Spagnola»

La storia dell’influenza 

secondo uno storico della medicina

di Hossam Mohamed e Manuel Rossi

Ce l’ hanno trasmessa gli animali (probabilmente l’anatra e il maiale). L’uomo se l’è presa quando ha tentato di addomesticarli ed è entrato in stretto contatto con loro.

Così é nata l’influenza, una delle malattie più antiche del mondo, presente con ogni probabilità fin dal Paleolitico. Ma allora creava pochi danni. Il virus è diventato pericoloso solo con la civilizzazione.

Non ci sono prove certe di epidemie prima del Medioevo. I primi indizi inconfutabili risalgono al XV e al XVI secolo.

I primi grandi eventi si hanno agli inizi del ‘500. Un impatto significativo a livello di mortalità si é avuto nel Nuovo Mondo dopo l’arrivo di Colombo. Quindi le epidemie si estesero ad Africa e Asia.

Nel '500 ci furono tre epidemie: nel ‘510, ‘557 e ‘580.

I primi dati affidabili sul numero di malati si possono avere solo a fine ‘700: l’epidemia imponente del 1781 colpì i due terzi degli abitanti di Roma e i tre quarti della popolazione britannica.

É sempre stata chiamata influenza: questo é il termine che indica l’effetto (l’influenza appunto) delle condizioni atmosferiche sull’uomo, che si manifestava con tosse, raffreddore o febbre, gli stessi sintomi di oggi: si pensava che questa come tutte le malattie contagiose, avesse origine climatica o tellurica (è la cosiddetta “teoria miasmatica”: tutto dipende dall’alterazione della qualità dell’aria).

Le epidemie imponenti dell’800 sono simili a quelle del secolo precedente perché anch’esse sono distanti nel tempo l’una dall’altra (1830, 1833, 1847 e 1889). Con l’ultima ci sono 250 mila vittime in Europa.

L’influenza si diffonde in Africa attraverso i viaggi per mare e viene chiamata «la malattia dell’uomo bianco».

Nel 1918 arriva la terribile “Spagnola”, che uccide oltre 21 milioni di persone in sei mesi: il principale shock demografico della storia della specie umana.

É stata chiamata così solo perché la Spagna, come paese non belligerante, non ebbe problemi a riconoscere l'emergenza sanitaria. In realtà la spagnola si manifestò negli Stati Uniti nella primavera del ' 18. È terribile perché stavolta uccide non solo gli anziani e i più deboli ma anche giovani e adulti.

Perché fu così micidiale? «C'è chi pensa che ci sia stata una combinazione tra virus influenzale e batterio dell'«emofilo influenzale». Altri pensano si sia verificata una profonda mutazione genetica. Ricordiamo che non c’erano armi terapeutiche. Il primo vaccino sarebbe arrivato a metà degli anni ’40, il virus è stato isolato negli anni ‘30» - dice Gilberto Corbellini, ricercatore universitario di storia della medicina all’ Università La Sapienza di Roma.

In seguito, l’influenza ci ha minacciato anche nel secondo dopoguerra: nel ’57 con l’Asiatica e nel ’68 con la Hong Kong, ma in forme meno gravi di quella del ’18.

Ma ora «si teme, e si attende, l’arrivo di un'altra Spagnola, un’epidemia mondiale, risultato della contaminazione con un’infezione degli uccelli o del maiale.» aggiunge ancora l’esperto, ma in tal caso «a doversene preoccupare saranno soprattutto i Paesi dove le condizioni sanitarie sono carenti».

Lo sapevate che...La genesi si avveraScienza e Cultura