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Sotto il ghiaccio un tesoro: rapporto dall’Antartide

lo studio dallo spazio rivela che sotto il ghiaccio millenario possono esserci risposte a molti interrogativi sul futuro della Terra

di Francesca Auletta e Silvia Carnevale

E’ la più grande riserva d’acqua dolce del pianeta. Ed è anche un giacimento di petrolio e di minerali preziosi.

Per scoprire cosa succede sotto i suoi 2000 m. di ghiaccio, l’ultima strada escogitata dagli scienziati passa per lo spazio. Di recente il satellite canadese Rodarsat ha scandagliato per 18 giorni il continente Antartico con un fascio di microonde. Ne è venuto fuori un puzzle e le sorprese sono tante.

La più straordinaria è che a grande profondità sotto lo scudo ghiacciato esistono dei laghi.

Il più grande e’ il Vostok. E il bello è che in quelle acque buie potrebbe nascondersi qualcosa di vivo: il mostro di Lochness?

Il lago Vostok è senza dubbio l’ambiente più incontaminato che esista sulla Terra. Perciò il suo interesse scientifico è enorme. Perché possa esistere un lago coperto da 3 km di ghiaccio è presto spiegato: il ghiaccio è un buon isolante termico, basta pensare agli igloo degli esquimesi.

L’Antartide dunque è oggi una frontiera della scienza, un laboratorio dove le ricerche vanno dalla biologia all’astrofisica, dalla geologia alla psicologia. Perciò un trattato internazionale del 1969 ha stabilito che nessun Paese può appropriarsi di questo continente. Ci si può andare solo per svolgere ricerche con fini pacifici. I meteorologi estraggono carote di ghiaccio e vi leggono la storia del clima degli ultimi 500 milioni di anni: per capire dove ci porta l’effetto serra. I biologi studiano i meccanismi fisiologici che consentono a piante e animali di sopravvivere in ambienti ostili. Gli psicologi si interessano alle reazioni umane all’isolamento e alla convivenza forzata in ambienti ristretti, situazione che si avrà nei futuri viaggi spaziali. Gli astrofisici studiano i fenomeni solari e la radiazione fossile che risale al Big Bang. Gli ecologi tengono sotto controllo il buco dell’ozono e l’inquinamento atmosferico e marino.

Tutti i Paesi più sviluppati hanno laboratori in Antartide: ce n’è una cinquantina, amministrati da 17 Paesi.

L’Italia presidia una propria base dal 1985 a Terra Nova, a 1600 km dal Polo Sud. Indirizzo: 74° 41’ di latitudine sud, 164° 7’ di longitudine est. Nella stagione favorevole vi abitano più di 200 scienziati e tecnici..

Ultima nicchia non inquinata del pianeta, l’Antartide non è tuttavia del tutto al sicuro.

Da una decina di anni l’Argentina specula sulla moda del turismo estremo e porta in Antartide molte migliaia di persone che, scese dall’aereo sulla banchisa, scattano qualche fotografia, fannno un giro d’orizzonte con la telecamera, consumano un pasto frettoloso e ripartono. Naturalmente lasciando un po’ di rifiuti.

Il turismo non è però l’unica risorsa potenziale del continente di ghiaccio.

Ci sono risorse minerarie che fanno gola. I giacimenti di ferro, quelli di metalli preziosi, di oro, di argento, di cobalto, di molibdeno, di stagno, di titanio, uranio e torio sono in quantità economicamente interessante. Non mancano neppure il petrolio e il carbone perché, prima che la deriva dei continenti lo trascinasse al Polo Sud, l’Antartide si trovava vicino all’equatore e quindi era coperto da foreste lussureggianti ora fossilizzate.

Poi ci sono i giacimenti marini: ancora petrolio, manganese, cobalto, rame e nichel, piombo, zinco, fosforite. Per non parlare delle risorse biologiche: in primo luogo il trill, un gamberetto essenziale per la catena alimentare dei mari antartici, ma così abbondante, che già oggi se ne pesca un milione di tonnellate all’anno.

Per adesso queste risorse sono al sicuro. Ma qualcuno una volta disse che i trattati sono solo pezzi di carta.

(Fonte: Specchio de La Stampa, 13/11/99)

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