Molti
di noi avranno sentito parlare delle imprese
di Luna Rossa, la barca italiana
impegnata in Coppa America di vela. Lo scafo
italiano ha come unico sponsor il marchio
Prada. Patrizio Bertelli, amministratore
delegato di Prada, ha investito circa 90
miliardi di lire per allestire la spedizione
in Nuova Zelanda, tra imbarcazioni, vele,
equipaggio ed altro. Il team Prada ha come
skipper Francesco De Angelis, il partenopeo
che, all’epoca del Moro di Venezia, ha
gareggiato con Paul Cayard; quest’ ultimo
è ora lo skipper di America One, il team
americano che si era classificato per la
finale sfidanti insieme alla barca italiana.
Luna
Rossa ha sconfitto Cayard per 5-4 nella
finale della Louis Vuitton Cup,
aggiudicandosi la coppa sfidanti e il
diritto a sfidare Black Magic, la
barca neozelandese che nel ‘95 si
aggiudicò l’ambito trofeo.
Sfortunatamente
i Kiwi (neozelandesi bianchi) si sono
dimostrati ossi duri, e ci hanno rimandato a
casa con un secco 5 a 0. Da principio
sembravamo avvantaggiati per il fatto che la
loro imbarcazione sembrava più veloce con
vento forte, condizione opposta a quella con
cui si è gareggiato, però il campo ha dato
ragione al defender. Diciamo che siamo stati
anche un po' sfortunati, è accaduto perfino
che un sacco di plastica si sia incastrato
sotto la chiglia di Luna Rossa, poi è stata
la volta dello spinnaker, e del ferimento di
un marinaio italiano.
La
coppa, che fu creata dall’orafo della
regina Vittoria, fu vinta per la prima volta
dal New York Yacht Club, che la difese per
ben 132 anni consecutivi su 149 di vita
della competizione; quei 3.8 kg d’argento,
che fanno spendere circa 600 miliardi a 12
club velici sparsi nel mondo, costituiscono il
più antico trofeo sportivo del mondo. Nel
’97, in Nuova Zelanda, ha rischiato di
scomparire a causa delle mazzate sferrate da
un’attivista Maori; solo grazie ad un
attento lavoro di restauro si è potuto
salvare la coppa.
Inizialmente
erano 11 gli equipaggi iscritti alla Louis
Vuitton Cup, ma dopo i 3 round robin
(gironi di qualificazione alle semifinali)
le barche ancora in gara erano 6, essendo
state eliminate 2 barche americane su 5, Young
America e Abracadabra, 1
australiana, Young Australia, 1
svizzera, Fast 2000 e una spagnola, Bravo
España.
Alla
fine delle semifinali erano passate in
finale l’americana America One e la
nostra Luna Rossa, mentre hanno fatto
i bagagli le altre 2 americane, Star
& Stripes e America True, una
giapponese, Nippon, e una francese, Le
Defi.
Non
tutti però avevano a disposizione 90 mld
come Prada, ad esempio, la barca svizzera è
la “cenerentola” con appena 10 mld, poi Le
Defi con 20 mld, come Star &
Stripes il cui skipper, Dennis Conner,
ha dovuto vendere magliette e aprire un bar
ad Auckland per coprire le spese della sua
imbarcazione. Al contrario, Nippon e Black
Magic sono le più spendaccione, con 100
mld a testa.
La
squadra più giovane è quella australiana,
nessun membro dell’equipaggio supera i 22
anni, lo skipper è 19enne, mentre America
True è l’unica imbarcazione che ha a
bordo delle donne, una è addirittura
timoniere.
Gli
uomini di De Angelis portano avanti un
intenso programma d’allenamento dal ’97,
compreso molto lavoro in palestra.
Non
è stato facile seguire le
imprese di Luna Rossa, perché tra
Italia e Nuova Zelanda ci sono 12 ore di
fuso, così mentre loro regateggiavano all’
1.30 del pomeriggio, noi li seguivamo all’
1.30 della notte.
Visto
che chi è il defender (chi difende)
della Coppa America ha diritto ad ospitare
la competizione la volta dopo che l’ha
vinta, speriamo che la prossima campagna in
Coppa ci veda vincitori e che tra 7 anni le acque di
Punta Ala (dove c’è il club velico al
quale è iscritto Luna Rossa) possano
ospitare le regate più antiche del mondo.
Arrivederci
alla prossima Coppa America, quando io
purtroppo non vi potrò più raccontare le
gesta della barca italiana |