Lo
scrittore Poul Auster in un’ intervista fattagli a
proposito degli eventi più significativi del II
millennio a suo parere, dice che questo millennio è
stato frutto di cruente carneficine che hanno
portato solo ad uno sterminio di massa.
Rivalità
nazionali, espansione dominiale, senso di
patriottismo, ecco le vere cause di queste guerre
inutili. Lo scrittore americano, tuttavia, non vuole
emarginare i progressi fatti negli ultimi mille
anni: La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, la
tecnologia avanzata, la Cattedrale di Chartres, la
Divina Commedia del poeta italiano Dante, la pittura
dello spagnolo Goya, giusto per fare alcuni esempi,
ma nonostante ciò, i conflitti tra uno stato e l’altro
non sono mai cessati. Vi erano casi in cui uno Stato
combatteva direttamente contro un altro (per esempio
Guerra dei Cent’anni), casi in cui coalizioni di
Stati combattevano contro alleanze di altri Stati
(Guerra dei Trent’anni), infine c’erano casi nei
quali cittadini di un singolo Stato si combattevano
tra loro (le Guerre di Religione francesi).
Per
fortuna dopo la seconda guerra mondiale ogni singola
nazione è diventata pacifista anche nei confronti
di stati che tuttora non guarda di buon occhio.
Ma
nel titolo si parla di calcio: e dunque?
Ebbene,
il football nacque in Inghilterra intorno all’anno
mille: infatti si racconta che per
festeggiare la vittoria su un invasore danese l’
Inghilterra, dopo averlo decapitato, fece una
partitella di questo sport in modo molto
primitivo, con la sua testa (la testa dell’invasore,
per intenderci).
Non
si sa se tutto ciò sia vero, ma si sa per certo che
in Inghilterra il football esisteva già nel 1100,
visto che il Martedì Grasso era un giorno dedicato
esclusivamente alle partite di calcio, per le quali
scendevano in campo città inglesi: per tutta una
giornata, 500 giocatori da una parte, 500 dall’altra,
campi lunghi parecchi chilometri.
Questo
sport di massa, chiamato “football della
plebaglia”, stava appassionando talmente
tanto, che il re Edoardo II (nel 1314) e molti altri
re dopo di lui furono costretti a proibire di
giocarlo, ma sapete perché? Perché l’interesse
principale dei sovrani era quello di allenare
persone in sport che potevano servire anche in
guerra (come il tiro con l’arco). Quando, verso il
1600, le armi da fuoco soppiantarono il tiro con l’arco,
fu proprio un re (Carlo II) a sostenere il calcio.
Nel
1801 si cominciò ad avere delle regole fisse .
Nel
1863 il football si diffuse anche negli altri paesi
europei.
Oggi,
comunque, è proprio tramite le partite calcistiche
che si combattono battaglie e rivalità tra
due Stati grazie a “surrogati di eserciti in
mutande”. E questo, secondo lo scrittore
Auster, è un grosso vantaggio, perché in questo
modo le guerre sono messe da parte. É vero che ci
sono stati incidenti, a volte occasionali, altre
volte volutamente provocati dagli hooligans e
dagli ultras, che hanno portato anche alla
morte di alcune persone, tuttavia le vittime di
queste tragedie sono solo un granellino di sabbia
disperso rispetto all’immenso deserto di martiri
coinvolti nelle dure guerre passate.
INSOMMA,
W IL CALCIO!
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