La Cimice                                                                             Sport                                                                                       W il 2000

COME FARE UNA GUERRA ORIGINALE?

GIOCANDO A CALCIO

Ovvero, viva gli eserciti in mutande
di Marco Alati

Lo scrittore Poul Auster in un’ intervista fattagli a proposito degli eventi più significativi del II millennio a suo parere, dice che questo millennio è stato frutto di cruente carneficine che hanno portato solo ad uno sterminio di massa.

Rivalità nazionali, espansione dominiale, senso di patriottismo, ecco le vere cause di queste guerre inutili. Lo scrittore americano, tuttavia, non vuole emarginare i progressi fatti negli ultimi mille anni: La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, la tecnologia avanzata, la Cattedrale di Chartres, la Divina Commedia del poeta italiano Dante, la pittura dello spagnolo Goya, giusto per fare alcuni esempi, ma nonostante ciò, i conflitti tra uno stato e l’altro non sono mai cessati. Vi erano casi in cui uno Stato combatteva direttamente contro un altro (per esempio Guerra dei Cent’anni), casi in cui coalizioni di Stati combattevano contro alleanze di altri Stati (Guerra dei Trent’anni), infine c’erano casi nei quali cittadini di un singolo Stato si combattevano tra loro (le Guerre di Religione francesi).

Per fortuna dopo la seconda guerra mondiale ogni singola nazione è diventata pacifista anche nei confronti di stati che tuttora non guarda di buon occhio.

Ma nel titolo si parla di calcio: e dunque?

Ebbene, il football nacque in Inghilterra intorno all’anno mille: infatti si racconta che per festeggiare la vittoria su un invasore danese l’ Inghilterra, dopo averlo decapitato, fece una partitella di questo sport in modo molto primitivo, con la sua testa (la testa dell’invasore, per intenderci).

Non si sa se tutto ciò sia vero, ma si sa per certo che in Inghilterra il football esisteva già nel 1100, visto che il Martedì Grasso era un giorno dedicato esclusivamente alle partite di calcio, per le quali scendevano in campo città inglesi: per tutta una giornata, 500 giocatori da una parte, 500 dall’altra, campi lunghi parecchi chilometri.

Questo sport di massa, chiamato “football della plebaglia”, stava appassionando talmente tanto, che il re Edoardo II (nel 1314) e molti altri re dopo di lui furono costretti a proibire di giocarlo, ma sapete perché? Perché l’interesse principale dei sovrani era quello di allenare persone in sport che potevano servire anche in guerra (come il tiro con l’arco). Quando, verso il 1600, le armi da fuoco soppiantarono il tiro con l’arco, fu proprio un re (Carlo II) a sostenere il calcio.

Nel 1801 si cominciò ad avere delle regole fisse .

Nel 1863 il football si diffuse anche negli altri paesi europei.

Oggi, comunque, è proprio tramite le partite calcistiche che si combattono battaglie e rivalità tra due Stati grazie a “surrogati di eserciti in mutande”. E questo, secondo lo scrittore Auster, è un grosso vantaggio, perché in questo modo le guerre sono messe da parte. É vero che ci sono stati incidenti, a volte occasionali, altre volte volutamente provocati dagli hooligans e dagli ultras, che hanno portato anche alla morte di alcune persone, tuttavia le vittime di queste tragedie sono solo un granellino di sabbia disperso rispetto all’immenso deserto di martiri coinvolti nelle dure guerre passate.

INSOMMA, W IL CALCIO!

 

Svastiche allo stadioLuna RossaSport