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Voglio un papà come... Homer J. Simpson

Simpson: la famiglia ideale degli scolari italiani

di Jacopo Del Corno, Tao Tao Hu e Marco Pilotto 

Avreste mai pensato che la maggior parte dei ragazzi italiani vorrebbero avere come familiari i SIMPSON ??!

La più amata dalle bambine è Maggie, una neonata che non può fare a meno del ciuccio e della televisione.

Bart, il fratello maggiore, è l'unico figlio maschio, è un teppistello di 10 anni capace di distruggere qualsiasi cosa gli capiti sottomano, ed è il peggior alunno della scuola di Springfield.

La sorella Lisa al contrario del fratello è la più secchiona della scuola e per questo non ha molte amiche.

La mamma Marge, ha una foltissima chioma blu. La sua caratteristica principale è quella di farsi i capelli due volte al giorno.

Ma il preferito in assoluto è Homer J., il capofamiglia, che è impiegato in una centrale nucleare, è un padre che pensa quasi solo a mangiare e a bere, soprattutto birra.

Per i bambini dagli 8 ai 10 anni, la famiglia Simpson, protagonista dei cartoon americani, è la più simpatica e divertente ed è persino da imitare.

Questo è il risultato di una ricerca condotta dalla facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Trieste. La maggioranza dei bambini vorrebbero il signor Homer come padre ideale. Probabilmente perché è molto realistico, perciò i bambini vedono i Simpson molto brutti e con i difetti che ritrovano anche nelle proprie famiglie.

La cosa strana è che i bambini della ricerca hanno giudicato i Simpson un cartone animato violento e poco istruttivo, e hanno definito “pigri, brutti, sporchi e banali” i protagonisti. Ma, ciò nonostante, dichiarano di amarli e che sarebbero contenti di avere una famiglia così simpatica.

La ricerca di Trieste ha trovato anche un altro risultato interessante: ha scoperto che i bambini non sono capaci di distinguere gli spot pubblicitari dalla trama dei film e dei cartoni animati.

Insomma, è come se la pubblicità diventasse parte del racconto, una realtà virtuale.

Per questo, una sociologa, Marina d’Amato, ha proposto di mandare in onda un segnale visivo e sonoro per evidenziare la pubblicità nei programmi per bambini.

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