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IL MIO IDOLO : WYNE GRETZKY

di Andrea Ladisa

Una persona speciale per me è un giocatore di hockey sul ghiaccio: Wyne Gretzky.

É un canadese di origine russa, ha 39 anni e si è ritirato dall' attivitá agonistica l' anno scorso, dopo una brillante carriera nella "NHL" (lega nord americana di hokey sul ghiaccio).

Già a sei anni giocava con ragazzi più grandi lui. Fin da ragazzo era conteso dai più forti club della disciplina, vincendo più volte la "STANLEY CUP" (il più importante trofeo per club del mondo).

Dopo varie stagioni in Canada ha deciso di passare oltre confine, andando a LOS ANGELES.

Questo fatto di non aver continuato la carriera in squadre canadesi lo ha fatto un po’ allontanare dai tifosi, i quali lo ritenevano un'istituzione nazionale. É detentore di ben 65 record NHL tra i quali più punti, goal, assist, presenze in carriera ecc...

Unica macchia nella sua carriera da mito è il fatto che lo abbiano convocato nella nazionale olimpica solo a 37 anni.

Gretzky è un uomo magro, alto pressappoco m. 1,85, ha il viso ovale con grossi occhi azzurri che spiccano sulla carnagione rosea. Ha capelli lisci, corti, biondi, che cadono sull' ampia fronte. Le orecchie sono un po’ a sventola.

É una persona calma, buona, non si è mai fatto nemici, neanche tra i colleghi. Veste solitamente in modo elegante, ma non disprezza l’ abbigliamento sportivo. Ama molto i bambini, è sposato e ha 3 figli. Ha un’unica fobia: quella del volo.

La scoperta da parte mia di questo campione, e di conseguenza dell’ hokey, è stata possibile grazie ad un’influenza che mi costrinse a letto nell’inverno del 1998. Fortuna volle che in quei giorni si stessero svolgendo le olimpiadi invernali a Nagano (Giappone). Una mattina, girando da un canale all’altro della TV, mi imbattei in una partita tra Italia e Austria, che però era ininfluente, essendo le squadre già eliminate dalla competizione. Quello sport, fatto di scontri, giocate improvvise e dove, per essere dei grandi, bisogna saper assimilare potenza, classe e agilità, mi affascinò subito. Ad aggiungere attrattiva a quello sport, strano per noi, si mettevano divise, protezioni, mazze e pattini.

La seconda partita che vidi fu Canada-Bielorussia, dove giocava Gretzky, con quella storia così strana, un campione del suo calibro che partecipava alla sua prima olimpiade a 37 anni, e con quel numero così “particolare” cucito sulla schiena: il 99. Sfortunatamente il Canada perse in semifinale e nella finale di “consolazione”, ovvero quella per il terzo e quarto, con grande rammarico di Gretzky, consapevole di aver perso la sua prima e purtroppo anche l’ultima possibilità di conquistare l’oro olimpico.

A me piacerebbe molto praticare questo sport, ma purtroppo qui in Italia non ha un grande seguito e quindi mi sono dovuto rassegnare.

Il principe azzurroUna pagina da... Mito