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Tempo di pari opportunità

Le mimose non bastano! 

Ospiti d'onore l'assessore alla pubblica istruzione Losi 

e l'assessore della regione Lombardia Bernardo

Le terze di Via  Battisti e Via Toti

Mercoledì 8 marzo, i ragazzi delle classi  terze dei plessi scolastici di Via Toti e Via Battisti hanno avuto la possibilità di incontrare, nell'auditorium della scuola,  l'assessore alla  Pubblica Istruzione di Cologno Monzese, Agnese Losi, e l'assessore della Regione Lombardia agli Affari Sociali Maurizio Bernardo, venuti proprio per discutere sul significato di questa ricorrenza.

Nell'incontro, organizzato dal Preside Francesco Esposito, si è discusso delle pari opportunità. Infatti, entrambi gli ospiti hanno voluto, fin dall'inizio, mettere in chiaro che non si sarebbe trattato dell'emancipazione femminile, bensì di quei problemi che tanti, oggi, hanno la necessità di affrontare, come quello degli immigrati, delle famiglie povere, degli anziani, dei malati, dei minori e dei bambini a rischio: perché questa festività, nata per ricordare che la donna ha gli stessi diritti dell’uomo, deve oggi servire a ricordarci che tutti, indistintamente, abbiamo gli stessi diritti.

Pari opportunità significa, infatti, diritto allo studio, al lavoro, alla salute, all'integrazione, al godimento del tempo libero: per tutti.

Si è parlato anche della nuova Legge Turco (vedete l’articolo di pag.19): delle novità di questa legge che, non a caso, non riguarda solo la donna, ma tutta la famiglia, vista come caposaldo della nostra società. Si prevede ad esempio di agevolare le madri lavoratrici consentendo anche ai padri di assentarsi dal lavoro per badare ai figli, cosa che oggi è resa possibile anche dall’evoluzione della mentalità (un tempo sembrava disdicevole che un padre spingesse la carrozzina…).

L’assessore comunale Agnese Losi ha approfondito il concetto di pari opportunità, sottolineando che essa non riguarda solo i rapporti tra uomo e donna, ma concerne quella condizione che consente a tutti i cittadini di attuare le proprie scelte e di avere delle alternative. La politica dei Comuni e delle Regioni deve mettere tutti nelle stesse condizioni e garantire la libertà di  poter usufruire degli stessi diritti, ma per arrivare ad un'effettiva parità ci sono ancora oggi molti ostacoli.

È per questo motivo che è nato il Ministero delle Pari Opportunità, che collabora con altri Ministeri per rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono un'effettiva parità, nel rispetto anche di religioni, culture e lingue diverse.

L'assessore regionale Maurizio Bernardo, prendendo la parola, ha contribuito a chiarire il concetto di pari opportunità e ci ha spiegato in che cosa consiste il suo lavoro, illustrando le iniziative e gli investimenti della Regione Lombardia in questo campo: contributi per l’acquisto della casa alle giovani coppie, assegnazione di alloggi, aiuti alle famiglie con difficoltà economiche anche per le spese scolastiche, aiuto ai giovani emarginati, interventi per limitare l’abuso di alcol e stupefacenti, provvedimenti a favore degli immigrati regolari, iniziative per il tempo libero.

Egli ha anche sottolineato che "pari opportunità" significa uguali diritti per tutti, quindi anche inserimento nella nostra società per quegli extracomunitari che hanno ottenuto il permesso di soggiorno. Egli ha inoltre evidenziato il significato della parola tolleranza, fondamentale nella società moderna, tolleranza di chi è ancora discriminato o emarginato ingiustamente. È la mentalità degli uomini che deve cambiare.

Esistono già norme che cercano di evitare la discriminazione sul luogo di lavoro per ragioni di razza, religione, ideologia politica; inoltre si sta anche cercando di eliminare le discriminazioni legate all'età, all' handicap e all' orientamento sessuale. Ma, se nei paesi sviluppati sono stati fatti molti progressi per superare le varie discriminazioni, nel Terzo Mondo bisogna ancora fare molti passi avanti per garantire le pari opportunità.

Questo incontro ci è sembrato utile e  interessante perché, è pur vero che la donna non ha ancora conquistato una piena parità (non tanto sul piano “occupazionale”, quanto su quello della “carriera”: sono ancora troppo poche quelle che raggiungono i vertici del potere), ma abbiamo anche capito che l’8 marzo  non è  più solo un giorno in cui si regalano mimose a tutte le donne, ma è un giorno in cui bisogna riflettere sulla parità di diritti che la donna deve avere rispetto all'uomo o che deve avere uno straniero rispetto al paese che lo ospita, e su ciò che Stato, Comuni e Regioni fanno e devono fare per eliminare gli ostacoli e gli squilibri.

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