La Cimice                                                                   Vita della scuola                                                                 W il 2000

Vi faranno……la festa!

Lettera aperta ai “primini” della scuola media

di  Veronica Clarin

Occhi aperti, ragazzi!

Come…..? È la prima volta che vi chiamano “ ragazzi ”?

Eh, ma dovete abituarvi, da adesso non siete più gli ingenui e innocenti bambini, dovete essere più grandi, più maturi, più svegli e soprattutto più FURRRBI! Dovete utilizzare la vostra astuzia. Per non cadere nel tranello: la festa dell’accoglienza. Eh, già, è un imbroglio! Canti, danze, mangiare a volontà, concerti, giochi in palestra: “Vedete che bello? Qui ci si diverte” dicono gli insegnanti e sotto sotto, nelle loro menti maligne, pensano: “E dopo MAZ-ZA-TEE!!!”.

Non illudetevi, amici, ci rimettereste voi!

Scuola nuova vita nuova:

Basta con le maestre Maria, Susanna, Giuseppina, Caloggera, ecc….

Qui tutti sono “professori” ( anche se ci permettono di chiamarli col loro diminutivo “Prof”. Che ogni tanto diventa “Proffee” o “Pro” o anche “Profu” per qualche difetto di pronuncia) e bisogna, cosa importantissima, dare del “Lei” perché nessuno qui è “tua sorella” ……..

No, ma non stupitevi del tutto: il bello deve ancora venire! C’è ancora da parlare delle materie, e dei compiti, e……..ma facciamo le cose con calma.

Dunque dunque: alle elementari avevate tante maestre, mentre qui, come avete già intuito, avrete meno prof. Ma, in compenso, tante materie.

Se avete intenzione di continuare a fare raccontini, favolette, poesie, addizioni, studiare nomi di città e di animali, beh, allora scordatevelo: qui si parla di temi, recensioni, letture di opere e di poemi, articoli giornalistici, espressioni algebriche letterali e teoremi, DNA e genetica… ma è meglio non continuare, altrimenti rischio di traumatizzarvi troppo!!!

Ho più o meno descritto la dura vita delle scuole medie, ma è doveroso mettervi a conoscenza del fatto che esistono delle eccezioni (scolaro avvisato, mezzo salvato) …

Nel cortile della scuola media di via Battisti (plesso di via Toti), noterete i segni delle sgommate lasciate dall’auto del Preside che cerca di arrivare in tempo (deve dividersi tra due plessi) per sorvegliare l’entrata degli alunni, in modo da cogliere e punire le infrazioni.

La struttura interna, nonostante sia stata recentemente sistemata, ha ancora qualche difettuccio…

Nelle aule, le lavagne sono talmente consumate che sono quasi bianche (bisognerà procurarsi dei gessi neri); gli armadi sono senza serratura e, molto spesso, sparisce misteriosamente qualcosa; le veneziane si abbassano improvvisamente durante le lezioni, cadendo molto vicino alle teste degli alunni (a volte li centrano in pieno, ma il colpo ricevuto non accende nelle testoline delle povere vittime la voglia di studiare…).

E ancora: i banchi sono tappezzati dalle cicche degli alunni di tre generazioni fa e alcuni sono talmente vecchi marci che si stanno già decomponendo (provate a chiedere ad Andrea che si è appoggiato e il banco si è rotto a metà…), mentre le cattedre sono senza viti e, al primo colpo di registro sbattuto violentemente con rabbia e disperazione dai prof, si smontano e cadono in mille pezzi.

E i muri? Quali muri? Se non fossero verniciati non ci si accorgerebbe nemmeno della loro presenza: sono talmente sottili che, stando normalmente seduti al proprio banco, si possono “seguire” due lezioni contemporaneamente: quella dell’insegnante che ti sta guardando pieno di rimprovero perché sei distratto, e quella del prof. o della prof dell’aula vicino: forte, eh?

Nell’ala vecchia, dove ci sono i laboratori e l’auditorium, la campanella è inesistente, o meglio c’è ma il suono è un flebile “trrr” che ricorda molto il verso di un grillo: e chi lo sente un grillo in mezzo al baccano che c’è durante le lezioni?!?

Ma la cosa, che può sembrare irrilevante, non è da sottovalutare: non sentendo la campanella si può perdere il prezioso intervallo e nessuno è disposto a farcelo recuperare; così i poveri alunni sono costretti a continuare a lavorare senza aver fatto una pausa: come fa una scolaro a stare attento e concentrato dopo 3 sfibranti ore di lezione senza mettere qualcosa sotto i denti ?

Eppure ci sono problemi ancora più gravi. Il più rilevante è il riscaldamento: casualmente funziona in estate e in inverno… non esiste !

Pensate un po’: in novembre abbiamo dovuto ‘fare’ educazione artistica con i guanti! (oltre che con il cappotto, il cappello, le sciarpe, quattro maglioni e tre paia di calze)…

Beh, se dovessi stare ad elencarvi tutti i difetti di questa adorabile scuola, non mi basterebbe un numero intero della Cimice ! Anch’io a modo mio vi ho accolto, sarò stata traumatizzante ma almeno ci ho provato…….

Mi raccomando: quando entrerete nella scuola non pronunciate la parola «accoglienza» altrimenti vi faranno… la festa!

Tempo di pari opportunitaVita della scuola