La Conca
periodico della
Zona 5 di Milano
a cura del

Centro Culturale Conca Fallata

 

Una via al mese
Via Giovanni da Cermenate

Viale Giovanni da Cermenate inizia da una traversa di Via della Chiesa Rossa che costeggia il Naviglio e termina in Via G. Antonini. È caratterizzata da un lungo giardino con qualche albero e panchina, che percorre quasi l’intero viale. Dal punto di vista dei mezzi di trasporto pubblico è ben servita, infatti ci sono la fermata del bus numero 95 ed è attraversata in via Montegani dai binari del tram, i numeri 3 e 15.

Al mercoledì mattina, nella zona meno trafficata del viale, è presente il mercato aperto. L’edificio più notevole è la ricevitrice sud dell’Aem, una costruzione degli anni ’30 dove arriva l’elettricità prodotta dalla centrale termoelettrica di Cassano d’Adda.

 

Giovanni da Cermenate cronista e storico lombardo nacque intorno al 1280, ma le notizie sulla sua vita sono piuttosto scarse e frammentarie, così da rendere ipotetici, oltre all’anno, anche il luogo di nascita.

Alcuni studiosi ritengono che Giovanni fosse figlio di Lorenzo e ne collocano la nascita a Milano. La famiglia da Cermenate era però con tutta probabilità originaria dell’omonimo borgo in territorio comasco, dove alcuni suoi membri sono documentati nell’ultimo ventennio del XII secolo.

Se la data di nascita di Giovanni può essere, con una certa verosimiglianza, collocata nell’ultimo ventennio del XIII secolo, non si ha certezza invece sulla sua paternità, né sul nome di Lorenzo come padre, citato in un solo atto notarile del 9 marzo 1340, probabile giorno della morte di Giovanni.

Giovanni da Cermenate si trovava a Milano durante i disordini scoppiati in città il 12 febbraio 1311, originati dal comportamento, ritenuto dispotico, dei cancellieri imperiali inviati da Arrigo VII.

Il momento politicamente più importante della sua vita risulta la partecipazione, in qualità di sindaco di Milano, all’incontro col vicario imperiale di Lombardia avvenuto a Lodi nel 1313.

Era legato al vescovo Leone di Lambertenghi, la cui famiglia guidava il partito ghibellino locale e sosteneva Matteo Visconti. Leone di Lambertenghi aveva appoggiato il ricorso ad Arrigo VII dell’arcivescovo di Milano Cassone contro il guelfo Guido della Torre, che aveva messo in carcere i fratelli di Cassone.

Agli inizi della signoria viscontea vi era una forte intesa tra Como e Milano e la partecipazione dei Visconti nelle questioni interne comasche si manifesta a più riprese e in settori diversi.

Giovanni da Cermenate, legato ai Lambertenghi, aderisce al partito visconteo o comunque diventa filoimperiale.

Dal 1314, anno in cui termina la prima parte della Historia, la sua opera più importante in nostro possesso, non si ha di lui alcuna notizia diretta, anche se sembra certo che l’opera sia stata scritta in momenti diversi, di cui il primo è collocabile entro il 1317 e che giungesse fino al 1322.

La Historia può essere divisa in due parti. La prima è preceduta da una breve introduzione in cui egli espone la sua concezione della storia e gli intenti che hanno presieduto alla stesura dell’opera, nonché le ragioni che lo hanno spinto a centrare la narrazione su Arrigo VII di Lussemburgo, e a iniziarla dal suo arrivo in Italia.

I capitoli I-IV contengono, in sintesi, la storia delle terre padane, dal tempo di Tubal, figlio di Noè, fino alla ricostruzione di Milano e alla fondazione di Pavia e Brescia; il tutto tratto da opere antiche. Il capitolo V narra gli eventi dell’arrivo in Italia dei Longobardi e quello di Arrigo VII. I capitoli VI e VII costituiscono l’essenza del pensiero politico del Cermenate.

La narrazione della seconda parte della Historia comprende i capitoli VIII-LXVIII e gli anni 1309-1314, ed è costruita sulle concezioni di fondo di Giovanni da Cermenate, che riguardano la vita, Dio, la fortuna, il potere, la giustizia, il diritto. Secondo gli schemi usuali, l’opera è inframmezzata da dialoghi ed orazioni, ma è sempre valida e precisa.

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