Dr. Giuseppe Baranelli

LA DIETA MEDITERRANEA PERSONALIZZATA

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L'OBESITÀ

L'obesità è una condizione patologica caratterizzata da un aumento del peso corporeo dovuto ad un accumulo eccessivo di grasso. Essa non è una malattia nel vero senso della parola, ma, tuttavia, deve essere considerata come tale perchè predispone ad una serie di vere malattie che possono portare anche al decesso. Le condizioni patologiche più direttamente correlate con un peso corporeo eccessivo sono rappresentate da cardiopatie ischemiche (dall'angina pectoris all'infarto miocardico), diabete e ipertensione arteriosa. Un aspetto su cui è necessario soffermarsi un pò più a lungo riguarda la correlazione esistente fra obesità e livello del colesterolo plasmatico. Infatti, le persone obese hanno tassi di colesterolo più elevati di quelle normopeso e un loro dimagrimento viene accompagnato da una riduzione della colesterolemia. Per comprendere l'importanza di questo effetto "ipercolesterolemizzante" dell'obesità dovremo approfondire un pò il discorso sul colesterolo.

Questa sostanza è tipica degli organismi animali (non esiste nei vegetali), viene prodotta dal fegato ed è indispensabile alla sopravvivenza in quanto entra a far parte nella catena produttiva di molti ormoni. Quando però il suo livello plasmatico è troppo elevato, esso inizia a depositarsi all'interno delle pareti arteriose formando delle "placche" dette "ateromi" che causano un progressivo restringimento del lume, cioè dello spazio in cui scorre il sangue, per cui questo passa con difficoltà attraverso questi restringimenti (detti "stenosi") e può diventare insufficiente alla zona di tessuto cui è destinato. L'esempio più chiaro (e, purtroppo, anche più frequente) è quello della cardiopatia ischemica, dove le placche di ateromi che si trovano a livello delle arterie coronarie lasciano passare quantità adeguate di sangue se l'individuo è in condizioni di riposo, ma, non appena egli esegue uno sforzo (per esempio, sale una rampa di scale), impediscono l'aumento del flusso ematico che servirebbe a fornire le maggiori richieste di ossigeno da parte del cuore e quindi si ha una sofferenza del muscolo cardiaco con conseguente tipico dolore anginoso dietro lo sterno. Questo è il gradino precedente l'infarto e dovrebbe fungere da campanello di allarme.

Ma non tutto il colesterolo è cosi pericoloso. Chiunque abbia effettuato una valutazione della colesterolemia avrà notato che sul referto del laboratorio vengono riportate due diverse frazioni di colesterolo: la LDL e la HDL. Queste vengono comunemente definite anche come la parte "cattiva" (LDL) e la parte "buona" (HDL) del colesterolo. Infatti, la prima è quella responsabile dei fenomeni descritti prima mentre la seconda li contrasta. Da ciò si deduce che il colesterolo totale non deve superare i 200 mg/dl e il rapporto colesterolo LDL/colesterolo HDL deve essere più basso possibile per correre minori rischi.

Tornando al problema dell'obesità, questa è stata classificata in base alla localizzazione degli accumuli di grasso. Ne sono risultati tre tipi diversi definiti UBSO (Upper Body Segment Obesity) o obesità androide, LBSO (Lower Body Segment Obesity) o obesità ginoide e infine un tipo misto fra i due precedenti definito obesità intermedia.

Obesità androide (UBSO). Questo tipo di obesità viene definito "androide" perchè predilige il sesso maschile. La definizione anglosassone "UBSO", cioè "Obesità del Distretto Superiore del Corpo", fu coniata dagli americani e sta ad indicare che gli accumuli di grasso prediligono la metà superiore del corpo, e più precisamente collo, spalle, torace e addome, dando all'individuo un aspetto marcatamente mascolino che ricorda il contorno di una mela. Questo tipo di sovrappeso viene considerato molto a rischio poichè è quello che solitamente si associa a ipertensione arteriosa, diabete, ipercolesterolemia e iperuricemia. La conseguenza di tutto ciò sta in un aumento della frequenza di malattie cardiovascolari in questi soggetti, fra i quali si riscontrano i casi più frequenti di decesso per infarto miocardico.

Obesità ginoide (LBSO). Questa viene cosi definita per la sua predilezione del sesso femminile. La definizione "LBSO", cioè "Obesità del Distretto Inferiore del Corpo", indica che le sedi preferenziali di accumulo del tessuto adiposo si trovano nella metà inferiore del corpo e più precisamente a livello di glutei, fianchi e cosce. L'aspetto finale di queste persone ricorda il contorno di una pera. Questo tipo di sovrappeso non comporta i rischi di quello precedente in quanto non è direttamente correlato con le malattie descritte sopra e il danno maggiore che esso comporta è "limitato" all'azione meccanica che un carico eccessivo esercita soprattutto sulle articolazioni del ginocchio e del piede e che esita invariabilmente in artrosi.

Obesità intermedia. Viene detta intermedia l'obesità che presenta i caratteri di entrambi i tipi già descritti. In questo caso gli accumuli adiposi non prediligono un distretto particolare del corpo ma sono diffusi in maniera abbastanza omogenea e si riscontrano, quindi, a livello di collo, spalle, torace, braccia, addome, vita, fianchi, cosce e glutei. Questo tipo di sovrappeso è intermedio anche per quanto riguarda la predisposizione alle malattie già descritte poichè non è pericoloso come il tipo androide ma nemmeno cosi "innocuo" come quello ginoide. Il discorso sui danni da sovraccarico articolare rimane, comunque, valido come per tutti gli altri tipi di obesità.

Obesità distrettuali. Esistono dei tipi di accumuli adiposi che si localizzano in aree ristrette del corpo e che vengono definite obesità distrettuali. In realtà, a causa della loro estensione limitata, non determinano aumenti rilevanti del peso corporeo e assumono un significato principalmente estetico. Esse interessano soprattutto le donne e l'esempio più frequente è rappresentato dalla cosiddetta "cellulite" che si ritrova generalmente in corrispondenza dei fianchi, dei glutei e delle cosce. Per questo tipo di problema la dieta serve a ben poco se non viene associata ad un buon ciclo di esercizi fisici e massaggi. A volte si ottengono migliori risultati ricorrendo a terapie locali come la mesoterapia o la liposuzione.

IL RUOLO DELLA DIETA

L'importanza dell'alimentazione nell'obesità è suffragata dalla osservazione che le popolazioni che godono di un tenore di vita più elevato presentano una maggiore incidenza di individui obesi. Ciò è comprovato anche dalla assenza di obesi in popolazioni soggette a carestie oppure fra gli internati nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale ai quali veniva somministrata una razione calorica inferiore alle 1000 kcal. Oltre all'aspetto quantitativo è importante anche quello qualitativo dell'alimentazione. Infatti, nei Paesi anglosassoni nei quali la dieta include quantità eccessive di proteine e grassi animali, l'incidenza di obesità e malattie cardiovascolari è più alta rispetto ai Paesi mediterranei dove la dieta è più orientata verso un consumo di cereali, grassi vegetali, pesce e frutta. Negli Stati Uniti è in corso da circa 20 anni una campagna di educazione alimentare che ha condotto ad una riduzione del consumo di cibi aterogeni come uova, burro, panna e grassi animali in generale e ad un contemporaneo aumento di pesce e olio di oliva. Ne è risultata una significativa riduzione dell'incidenza di obesità e della mortalità per malattie coronariche e cerebrovascolari. Tutto ciò è riconducibile alla diminuzione dell'introito di grassi saturi e all'aumento di quelli insaturi con conseguente riduzione del colesterolo LDL e aumento di quello HDL nel sangue circolante. È noto, infatti, che un'alimentazione ricca di grassi saturi conduce ad un aumento della colesterolemia totale soprattutto a carico della frazione "cattiva" (LDL) del colesterolo con conseguente aumento del rapporto LDL/HDL e quindi maggior rischio di accidenti cardiovascolari. Se l'alimentazione è, invece, ricca di grassi insaturi il livello plasmatico del colesterolo "buono" (HDL) tende ad essere elevato a scapito di quello LDL con conseguente effetto protettivo sulle arterie.

Il consumo di pesce e olio di oliva viene ritenuto molto importante per la prevenzione di queste malattie. Infatti, questi alimenti contengono elevate quantità di acidi grassi insaturi che, come ho già detto, ottimizzano il rapporto fra le due frazioni di colesterolo. In particolare il pesce è ricco di una categoria di acidi grassi polinsaturi, gli omega 3, molto efficaci in questa azione protettiva, tanto che recentemente sono state immesse in commercio delle preparazioni farmaceutiche sotto forma di compresse che non sono altro che estratti di pesce e che potrebbero servire ad integrare la dieta di coloro che ne consumano poco. Per comprendere l'importanza del pesce nell'alimentazione sarà utile ricordare che le popolazioni con alimentazione prevalentemente ittica, come gli Eschimesi che ne consumano circa 400 gr. al giorno pro capite, presentano una incidenza irrisoria di malattie cardiovascolari.

LA CURA DELL'OBESITÀ

La terapia dell'obesità deve essere indirizzata verso una riduzione dell'apporto calorico attraverso una dieta ipocalorica e un aumento del consumo energetico ottenuto tramite un incremento dell'attività fisica. In altre parole, il fondamento della terapia è rappresentato dalla negativizzazione del bilancio energetico. In molti casi è quindi sufficiente la sola dieta accompagnata da un modesto aumento dell'attività fisica per ottenere un buon risultato. In un numero più ristretto di casi tutto ciò non è sufficiente ed è quindi necessario ricorrere ad un aiuto farmacologico. A questo riguardo ci sono opinioni contrastanti sulla utilità ed opportunità dell'uso di farmaci in quanto essi permettono sicuramente di ottenere un dimagrimento ma posseggono rilevanti effetti indesiderati e, inoltre, nella stragrande maggioranza dei casi il peso perduto viene recuperato rapidamente dopo la loro sospensione.

Ma vediamo brevemente di quali sostanze si tratta e cerchiamo di capire quali sono quelle più indicate:

Ormoni tiroidei. Sono stati esclusi dalla maggior parte dei medici come "farmaci dimagranti" a causa degli imponenti effetti collaterali. Il loro uso è giustificato soltanto quando il sovrappeso è dovuto ad una ridotta funzione della tiroide che quindi va aiutata somministrando la quantità di ormone che la ghiandola non riesce a produrre. Se essi vengono somministrati a persone in cui la tiroide funziona normalmente possono determinare un dimagrimento attraverso un aumento rilevante del metabolismo basale, ma hanno molti e importanti effetti indesiderati come cardiopalmo, tachicardia, ipertensione arteriosa, aritmie cardiache, sudorazione, tremori, stato di agitazione, diarrea.

Anoressizzanti. Questa categoria di farmaci agisce riducendo la sensazione di fame. Il capostipite è rappresentato dall'amfetamina che, come molti sanno, è una sostanza eccitante per il sistema nervoso centrale. Ha un notevole effetto anoressizzante ma anche grossi effetti collaterali a livello del sistema nervoso e cardiovascolare per cui non è indicata per dimagrire. Dall'amfetamina è stata derivata prima la fenfluramina che eliminava gran parte degli effetti indesiderati e, più recentemente, la destrofenfluramina che agisce in modo selettivo riducendo la tendenza ad assumere carboidrati senza presentare effetti rilevanti sul sistema nervoso. In uno studio effettuato negli Stati Uniti si è infatti notato che molti obesi assumono quantità non eccessive di calorie durante i pasti principali ma effettuano fra un pasto e l'altro spuntini ad alto contenuto di zucchero che complessivamente innalzano l'apporto calorico giornaliero di 700 - 800 kcalorie. Con la destrofenfluramina viene meno questa pulsione verso i carboidrati con un riequilibrio complessivo della quota calorica. Purtroppo, anche in questo caso la sospensione della terapia comporta un ritorno alle vecchie abitudini alimentari con un rapido ritorno al peso di partenza.

Diuretici. Usati in modo appropriato sono innocui, ma non determinano un vero dimagrimento. Infatti la perdita di peso è dovuta ad una riduzione del contenuto di acqua dell'organismo e non a quella di grasso. Comunque, a mio parere, sono utili specialmente nella fase iniziale della dieta perchè la rapida riduzione del peso che determinano nei primi giorni rappresenta soprattutto un incentivo psicologico per il paziente che quindi vede premiato il proprio impegno ed è motivato nella continuazione della cura. I diuretici più adatti sono quelli che hanno un'azione blanda ma prolungata nel tempo, come il clortalidone.

Edulcoranti. Vengono usati durante la terapia dietetica per ridurre l'apporto calorico fornito dagli zuccheri semplici. Infatti, a parità di potere dolcificante determinano un apporto di calorie trascurabile rispetto allo zucchero comune. Il dolcificante più antico è rappresentato dalla saccarina che ha un potere dolcificante circa 400 volte quello dello zucchero. Alcuni anni fa fu prospettata una certa attività cancerogena di tale composto, ma successivamente l'allarme è rientrato in quanto è stato appurato che, se pur presente, questa caratteristica si manifesta con dosaggi molto elevati e quindi l'uso che ne viene fatto comunemente non comporta alcun rischio. Altro dolcificante è l'aspartame che ha un potere dolcificante circa 150 volte quello dello zucchero. Esso è attualmente molto diffuso in commercio anche perchè ha un gusto più gradevole rispetto alla saccarina. Da evitare come dolcificante ipocalorico è il fruttosio poichè non solo fornisce le stesse calorie dello zucchero (e quindi è sbagliato ritenerlo ipocalorico), ma ha anche un potere ingrassante superiore.

Inibitori dell'assorbimento lipidico. Queste sostanze in pratica agiscono "aggrappandosi" ai grassi presenti nel cibo ingerito contrastandone, quindi, l'assorbimento. Il più usato è il DAED, cioè il dietil-amino-etil-destrano, che è un farmaco molto sicuro in quanto non viene assorbito ed è praticamente privo di effetti collaterali.

Recentemente è stato commercializzato un nuovo farmaco (orlistat) che, inibendo l’enzima lipasi nell’intestino riduce del 30% l’assorbimento dei grassi e quindi l’apporto calorico.

Comunque, è' opportuno ricordare che deve essere un medico a scegliere la terapia farmacologica più adeguata e non si deve mai ricorrere alla pratica della "autoprescrizione" come, invece, spesso avviene.

L'ESERCIZIO FISICO

Mentre durante la dieta la terapia farmacologica non è sempre necessaria e deve essere scelta dal proprio medico di fiducia, l'esercizio fisico deve sempre essere incrementato per due importanti motivi: innanzitutto aumenta il consumo di energie e quindi facilita il dimagrimento; secondo, mantenendo in attività l'apparato muscolare si impedisce che i muscoli vengano coinvolti nel processo di dimagrimento e ne viene preservato il tono, cioè la consistenza. Bisogna tener presente che, generalmente, gli obesi sono individui ipocinetici, cioè sono persone che si muovono poco per una sorta di apatia che li porta ad evitare tutti gli sforzi superflui. Ciò è comprensibile se si pensa che rispetto agli individui normopeso essi devono impiegare una quantità di energia superiore per effettuare lo stesso movimento in quanto il peso che devono spostare è maggiore. Se prendiamo come esempio due persone che vanno a passeggio in bicicletta, una di 60 kg e l'altra di 100 kg, vediamo che la prima consumerà molto meno energia della seconda per mantenere la stessa velocità. È la stessa cosa che succede a due automobili con lo stesso motore ma che pesano una 800 kg e l'altra 1400 kg; per mantenere la stessa velocità la prima consumerà molto meno carburante della seconda. In pratica si instaura un circolo vizioso che può essere cosi riassunto:

OBESITÀð PIGRIZIAð NOIAð IPERALIMENTAZIONEð OBESITÀ

Cioè l'obesità conduce ad uno stato di scarsa attività fisica che spesso si traduce in uno stato di noia che, a sua volta, porta ad una eccessiva alimentazione con conseguente aumento di peso e cosi via. Questo circolo deve essere interrotto iniziando un tipo di esercizio fisico che non sia realmente pesante ma che sia costante, cioè venga svolto giornalmente impiegando almeno un'ora del proprio tempo libero. Le attività più indicate sono la bicicletta, il nuoto, il tennis e la palestra leggera. Naturalmente sarà molto utile cambiare le proprie abitudini e usare macchina e motorino solo quando assolutamente necessario e abolire l'uso dell'ascensore. Nella tabella seguente viene riportato il dispendio energetico in vari tipi di attività sportive.

 

CALORIE CONSUMATE IN UN'ORA DI ATTIVITÀ SPORTIVA

kcal./ora

CORSA velocità 500

fondo 750

maratona 700

CICLISMO su strada 360

velocità 700

fondo 450

CANOTTAGGIO 500

SCI 850

PATTINAGGIO artistico 600

velocità 720

TENNIS singolo 800

doppio 360

PUGILATO 600

SCHERMA 600

BASKET 600

CALCIO 400

NUOTO 650

 

 

COME SCEGLIERE LA PROPRIA DIETA

Bene, dopo aver chiarito gli aspetti fondamentali del problema obesità, possiamo passare alla "fase operativa" che ci porterà a scegliere la dieta più adatta al nostro caso fra quelle riportate in questo manuale.

La prima cosa che dobbiamo sapere è se la nostra costituzione è esile, media o robusta. Come abbiamo già avuto modo di vedere, dobbiamo prendere un metro da sarto e cingerci il polso. La misura del nostro polso ci permetterà di controllare nella tabella N.1 a quale gruppo di costituzione apparteniamo. A questo punto passiamo alla tabella N.2 e controlliamo nella colonna corrispondente alla nostra costituzione quale dovrebbe essere il nostro peso teorico che, come vedete, va da un minimo ad un massimo. Se siamo in sovrappeso, dovremo effettuare la dieta. Passiamo allora alla tabella N.3 e cerchiamo, sempre nella colonna della nostra costituzione, il numero di Kcalorie che dovremo assumere giornalmente: in corrispondenza della nostra statura troveremo una quantità minima ed una massima di kcalorie a seconda che il nostro tipo di attività giornaliera sia del tipo leggero o pesante. Se, cioè, la nostra attività è prevalentemente di tipo sedentario, andremo ad effettuare la dieta fra quelle qui riportate che più si avvicina come contenuto calorico al nostro fabbisogno minimo; se la nostra attività è molto dispendiosa dal lato energetico (mi riferisco a carpentieri, facchini, scaricatori ecc.) andremo ad effettuare la dieta che si avvicina di più al nostro fabbisogno massimo. Nel caso che il valore da noi rilevato si trovi in una posizione intermedia fra due diete, fra le due scegliete quella a più basso contenuto calorico.

Esempi:

1) Donna di 165 cm, di costituzione media e attività fisica leggera; peso teorico fra kg 54.6 e 59.9; fabbisogno calorico kcal. 1253; dieta da effettuare 1200 kcal.

2) Uomo di 170 cm di costituzione media e attività fisica pesante; peso teorico fra kg 63.7 e 69.4; fabbisogno calorico kcal. 1780; dieta da effettuare 1800 kcal.

3) Donna di 172 cm di costituzione robusta e attività fisica leggera; peso teorico fra kg 65.2 e 68; fabbisogno calorico kcal. 1497; dieta da effettuare 1400 kcal.

COME EFFETTUARE CORRETTAMENTE LA DIETA

In questo manuale vengono consigliate 6 diete che variano dalle 1000 alle 2000 kcalorie. Questo è l'arco, infatti, che comprende la stragrande maggioranza delle diete ipocaloriche ed entro il quale la maggior parte dei lettori troverà il proprio fabbisogno. Naturalmente, queste diete non sono strettamente personalizzate in quanto, come ho già spiegato, ognuno dovrà scegliere quella che più si avvicina alle proprie necessità caloriche e sarà molto improbabile che trovi quella perfettamente corrispondente al proprio fabbisogno. D'altra parte, sarebbe impossibile riportare in un semplice manuale tutte le diete che sarebbero necessarie a soddisfare in maniera perfetta tutti gli individui. Per questo è molto più semplice recarsi personalmente da un dietologo che sarà in grado di soddisfare tale esigenza.

Come potete vedere, ognuna di queste diete prevede un programma settimanale e quindi è composta da sette menù, uno per ogni giorno della settimana. Accanto ad ogni piatto viene riportato il contenuto calorico e alla fine della giornata troviamo le somme delle kcalorie totali e frazionate fra proteine, carboidrati, grassi e alcool assunte. Sotto ogni piatto sono descritti gli ingredienti e le rispettive quantità necessarie alla sua preparazione. In fondo al menù giornaliero troverete una certa quantità di olio di oliva (espressa in grammi) che potrete distribuire a piacere nelle varie pietanze della giornata. Alcuni cibi sono indicati in quantità troppo esigue per poter essere pesate con una normale bilancia da tavola. A tale scopo viene qui riportata la seguente tabella di riferimento nella quale sono calcolati gli equivalenti in cucchiai da tavola o da caffè:

UN CUCCHIAINO UN CUCCHIAIO

DA CAFFÈ DA MINESTRA

ZUCCHERO 5 GR. 15 GR.

BURRO 5 GR. 15 GR.

MARMELLATA 7 GR. 20 GR.

MIELE 8 GR. 25 GR.

PASTINA 5 GR. 15 GR.

RISO 5 GR. 15 GR.

OLIO 5 GR. 15 GR.

Una caratteristica di queste diete è quella di consigliare pietanze precise, non generiche. Per esempio, si parla di "manzo" o di "coniglio" piuttosto che di "carne", di "stracchino" o di "pecorino" piuttosto che di "formaggio" e cosi via. Ciò è necessario per poter rispettare le quantità esatte dei nutrienti che servono affinchè la dieta sia bilanciata. Per questo è bene attenersi alle prescrizioni e non apportare variazioni con iniziative personali. Per quanto riguarda la frutta e la verdura il discorso è diverso. Infatti, anche in questo caso vengono indicati alimenti ben precisi ma, a causa della stagionalità di questi cibi, può succedere che nella vostra dieta siano indicati frutti o verdure che non siete in grado di reperire in quel periodo dell'anno. Fortunatamente, questo non rappresenta un problema molto grave poichè i vari frutti e le varie verdure hanno un contenuto calorico e una composizione abbastanza simile per cui potrete tranquillamente sostituire quelle descritte nella dieta con quelle di stagione, sempre, ovviamente, rispettandone le quantità. Per il resto, ma proprio se non ne potete fare a meno, potrete sostituire i vari cibi con altrettanti della stessa categoria, per esempio, carne con altra carne, pesce con altro pesce, formaggio con altro formaggio.

CONSIGLI DI ORDINE GENERALE

1 - Iniziate la dieta solo quando siete psicologicamente pronti.

Infatti, sarà necessario un certo impegno e molta costanza

prima di ottenere i risultati desiderati.

2 - Cercate di essere riposati e rilassati; dormite molto e non

sottoponete il vostro organismo ad ulteriori stress

(per esempio, se fumate e avete deciso di smettere sarà

opportuno rimandare ad altra data).

3 - Non considerate la dieta come un atto punitivo ma come un

mezzo per risolvere il vostro problema.

4 - Masticate bene e lentamente; in questo modo viene avvertito

prima il senso di sazietà.

5 - Dal primo giorno di dieta dovrete abituarvi a mangiare con

la bilancia al vostro fianco.

6 - Bevete acqua a volontà ma, possibilmente, lontano dai pasti

Sembra, infatti, che anche questo accorgimento faciliti

l'insorgenza del senso di sazietà.

7 - Per evitare di trovarvi sprovvisti del cibo indicato nel

menù del giorno, fate una provvista di tutti gli alimenti

che vi serviranno durante la settimana e riponete nel

congelatore quelli deperibili.

PER ESEGUIRE CORRETTAMENTE LA DIETA

Potete:

1 - Invertire l'ordine delle varie pietanze oppure dei pasti:

l'importante è che alla fine della giornata l'introito

complessivo corrisponda a quello calcolato in fondo alla

pagina.

2 - Invertire integralmente due giorni di dieta

(per esempio, il Lunedi e il Giovedi): l'importante è

che in fondo alla settimana l'introito totale rimanga

invariato.

3 - Bere tè e caffè secondo le vostre abitudini (sono

privi di calorie), ma quelli che non sono compresi nella

dieta dovrete prenderli amari oppure addolciti con

aspartame.

Non potete:

1 - Sostituire un piatto con quello di un altro giorno.

2 - Sostituire un piatto con un altro che voi ritenete

equivalente: ogni alimento ha una propria composizione

in base alla quale viene effettuato il bilanciamento.

3 - Mangiare cibi che non sono inclusi nel vostro menù

giornaliero. Evitate quindi dolciumi e spuntini extra.

CONCLUSIONE

E siamo arrivati alle conclusioni. Probabilmente qualcuno si sarà un pò annoiato leggendo definizioni e calcoli che forse gli saranno sembrati un pò astrusi ma, d'altra parte, a volte è necessario anche sopportare un pò di noia se si vuole entrare più a fondo in un problema in modo da poterlo capire e quindi combatterlo con maggior convinzione.

Chi avrà costanza nel seguire queste diete ne trarrà sicuramente grande giovamento e potrà rendersi conto personalmente, soprattutto se ha già seguito altre diete reperite chissà dove, che dimagrire in buona salute non solo è possibile, ma è anche semplice quando la dieta è adeguata alle proprie necessità.

Per le tabelle e le diete personalizzate scrivere a...autore