Àres, figlio di Zeus e di Era, all'origine deificazione dello spirito guerriero e poi dio della guerra stessa, identificato dai Romani con Marte. Si compiace della violenza e ama il sangue; armato di lancia e scudo, con corazza ed elmo come un oplita, combatte circondato da quattro demoni della battaglia: Deimos (Terrore), Fobos(Spavento), Eris (Discordia), Enio (Urlo furioso), donde l'appellativo di Enialio. Nella sua azione violenta e sanguinaria è spesso rappresentato nella condizione di vinto: di qui il suo odio per Atena, la cui intelligenza trionfa sempre sulla sua forza. Dei suoi amori con Afrodite è famoso l'episodio narrato nell'Odissea in cui i due amanti sorpresi da Efesto, marito della dea, e legati in una rete invisibile sono mostrati agli dei, che vengono presi da un “riso inestinguibile”. La povertà di miti sul suo conto denuncia la sua scarsa popolarità: pochi templi infatti gli sono consacrati (tra cui uno a Tebe). Gli è stata invece dedicata una località ad Atene, l'Areopago, dove il dio sarebbe stato sottoposto a giudizio per una causa di sangue, l'uccisione di Alirrozio.