Iliade

Il titolo prende il nome dalla città di Ilio, chiamata anche Troia, intorno alla quale si svolge la guerra e l'assedio da parte dell'esercito dei greci. Gli eventi della guerra di Troia sono stati accertati storicamente: le ricerche di Shliemann nel secolo scorso hanno portato alla luce, presso la costa nord-occidentale della Turchia, i resti di una antichissima città, identificata sicuramente con Troia. Questa città appare esser stata distrutta e ricostruita più volte, poiché si possono identificare nove strati di città succeduti nel tempo. Il settimo strato (partendo dal basso) si identifica con la città di Troia di cui ci narra Omero. Sicuramente la guerra ci fu, ma non per il rapimento della greca Elena, ma per la posizione strategica che occupa lo Stretto dei Dardanelli e quindi in grado di ostacolare i movimenti commerciali delle navi greche. Il racconto dell' Iliade, è suddiviso in 24 libri, inizia al decimo e ultimo anno di assedio, e narra di episodi di guerra verificatisi nell'arco di 51 giorni, concludendosi prima della presa della città. Il poema inizia con un evento nuovo nel campo acheo, destinato ad avere pesanti conseguenze sull'andamento della guerra: l'ira di Achille verso il capo della spedizione Agamennone. Causa della furiosa lite è la pretesa di Agamennone di ottenere per sé la schiava precedentemente attribuita ad Achille. Questi, offeso e adirato, decide di non combattere più e chiede alla madre, la dea Teti, di far promettere a Zeus che lo aiuterà a essere vendicato. Zeus promette a Teti che i Greci verranno sopraffatti dai Troiani al punto tale che imploreranno Achille di tornare a combettere. Così i Troiani, anche grazie all'assenza di Achille, incalzano e obbligano i Greci a ritirarsi fino alle loro navi. Alle battaglie partecipano anche varie divinità, alcune a favore dei Greci, come Era, Atena e Poseidone, altre a favore dei Troiani, come Afrodite, Ares e Apollo. L'amico più caro di Achille, Patroclo, che si era ritirato con Achille dai combattimenti, addolorato per le sorti dei compagni, implora Achille di permettergli di tornare a combattere: questi, dopo molte insistenze, acconsente e in più gli presta le proprie armi. Patroclo combatte valorosamente, ma è infine ucciso dal più forte eroe troiano, Ettore. E' così che Achille, per vendicare l'amico la cui morte gli aveva arrecato un gran dolore, si getta nel combettimento, dotato dalla madre Teti di nuove splendide armi. Spinto dall'ira, compie grandi stragi di nemici, fino a saziare il suo desiderio di vendetta uccidendo Ettore e infierendo sul suo cadavere. Dopo la battaglia, il vecchio re di Troia Priamo, padre di Ettore, si reca alla tenda di Achille e lo supplica di restituirgli il cadavere del figlio. Per la pietà e l'intervento di Teti, Achille acconsente. Il poema si conclude con i solenni funerali di Ettore.