L'utilizzo
delle opzioni reali
per valutare imprese
e progetti ad alto rischio
di Alberto Lanzavecchia,
Stern Stewart & Co. – The EVA company
Docente a contratto Università
di Parma
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Quanti progetti non sono stati
intrapresi perché troppo rischiosi? Quanto possibile valore, così
facendo, non è stato creato dalle imprese? Indubbiamente stimare
la volatilità non è compito facile, ma l'incertezza può
anche rivelarsi un'opportunità, nel caso si ricorra, ad esempio,
alle cosiddette opzioni reali, in grado di mettere ordine e rigore all'agire
del management. L'analisi del rischio in due situazioni concrete: la valutazione
di una risorsa naturale e di un brevetto.
Finanza statica e finanza dinamica
Il valore di una qualsiasi attività
può essere calcolato partendo dai flussi di cassa futuri attualizzati
che essa produce. La formazione dei prezzi delle obbligazioni è
l’esempio più semplice ed immediato dell'applicazione di tale metodologia,
ma la stessa può essere applicata anche a singoli progetti di investimento
o all’impresa nel suo complesso. Questo approccio è comunemente
chiamato Discounted Cash Flow (DCF) Analysis. Tuttavia, pur
essendo formalmente ineccepibile, esso trova il limite di non "vedere oltre"
il flusso di cassa: è "finanza statica". L’origine del valore avrebbe
un payout lineare, ma ciò che non è un flusso di cassa
non può essere valorizzato. L’incertezza sui diversi scenari possibili
viene così "trattata" attraverso la distribuzione di probabilità,
oppure adeguando il tasso di sconto, comunque sempre nell’ambito di stime
soggettive.
Le opzioni reali appartengono, invece,
alla "finanza dinamica", perché il loro valore e il loro esercizio
dipendono dall’evoluzione di una o più variabili incerte: è
compito del management gestirle ed esercitarle nel momento migliore. Si
apre dunque una nuova "frontiera" per la applied corporate finance:
l’incertezza come fonte di opportunità per creare valore.
Ma in concreto: quando l’utilizzo
delle opzioni reali è più efficace della Discounted Cash
Flow Analysis? Come utilizzare questo nuovo strumento per valutare
un progetto o un’impresa? Quali sono gli ambiti di applicazione?
Nel prosieguo di questo intervento
cercheremo di rispondere a queste domande, ma anticipiamo fin da subito
una prima conclusione: le opzioni reali attenuano la soggettività
nella stima dell’incertezza (probabilità di scenari futuri), perché
è il mercato che definisce il premio al rischio.
I limiti della Discounted Cash
Flow Analysis
La finanza di impresa ci insegna
che il valore di una qualsiasi attività, sia finanziaria che reale,
è misurabile scontando i flussi di cassa futuri ad un tasso coerente
con il profilo di rischio dell’investimento. Gli ingredienti necessari
sono dunque, in linea di massima due:
-
i flussi di cassa, e
-
il tasso di sconto.
Sulla definizione del flusso di
cassa, almeno concettualmente, non dovrebbero esserci grossi problemi
a livello di impresa, ma già nella valutazione degli investimenti
si possono incontrare alcune difficoltà.
Un progetto di investimento può
essere visto come una piccola impresa, così come una impresa è
la somma di tanti investimenti. Proprio perché bisogna scindere
il progetto dall’impresa nel suo complesso, l’analista finanziario dovrà:
-
individuare i flussi di cassa incrementali
(with without principle);
-
considerare gli effetti indotti (cross
fertilization
e "cannibalismo");
-
dimenticare i costi passati (sunk
cost);
-
ricordarsi dei costi opportunità.
Sulla stima del tasso di sconto
da impiegare si apre invece uno spinoso dibattito.
I flussi di impresa dovrebbero essere
scontati ad un tasso espressione del rendimento che i portatori di capitale
richiedono per finanziare una specifica attività. A tal fine, è
prassi diffusa utilizzare il costo medio ponderato del capitale (Weighted
Average Cost of Capital, WACC):
WACC =
dove:
Kd
= è il costo del debito marginale
Kt
= è il costo della rivalutazione annua del fondo TFR
Ke
= è il costo dei mezzi propri
D = è il debito finanziario
in essere
T = è il fondo TFR
E = sono i mezzi propri
A ben vedere, ogni singola componente
delle formula apre numerosi temi di discussione, solo in parte riassunti
nella Tavola 1.
Tavola 1 - Utilizzo del WACC:
temi
di discussione
Costo del debito (Kd)
|
Rivalutazione del TFR (Kt)
|
Costo dei mezzi propri (Ke)
|
Sempre
|
-
Quale costo del debito? Rapporto oneri
finanziari su debiti finanziari? Media storica?
-
Quali debiti? Solo a lunga scadenza?
-
Il finanziamento soci, o dal Gruppo,
è debito o equity?
-
Come valutare il costo delle obbligazioni
convertibili?
-
Il debito a valori contabili o di mercato?
-
Costo al lordo o netto da imposte?
-
Quale aliquota di imposta, marginale
o effettiva?
|
La rivalutazione del TFR è una
posta operativa o finanziaria?
Se venisse inclusa nel calcolo del WACC,
come confrontare il tasso di sconto per l’impresa con il tasso di sconto
per le decisioni di investimento? Devo forse calcolare lo stipendio dei
singoli dipendenti coinvolti?
Come trattare l’assicu-razione del TFR
presso una società di assicurazioni? Considero il costo relativo
nel calcolo dell’onere finanziario del TFR?
|
Quale orizzonte temporale di riferimento?
Quale metodologia? Capm? Apt? Option
pricing model?
Se l’impresa non è quotata, quale
tasso usare?
Il Capm presuppone che l’investitore
abbia un portafoglio diversificato, se non fosse così?
Il beta è espressione del rischio,
ma quale beta usare? Quanto lunga deve essere la serie storica? Rispetto
a quale indice?
Beta storico o prospettico?
Beta di impresa o di settore per un
singolo progetto?
Quale market risk premium utilizzare?
Quale tasso risk free?
|
Il rapporto di ponderazione, a valori
di mercato o di libro?
Struttura finanziaria attuale, media
storica o target?
Il WACC è un tasso medio, teorico
Flussi per impresa o flussi per gli
azionisti? WACC o il solo Ke?
|
E’ opinione di chi scrive che il
CAPM (Capital Asset Pricing Model), pur formalmente ineccepibile, non sia
una misura gestionale, e comunque risulti difficilmente applicabile nel
contesto italiano, sia con riferimento al mercato regolamentato degli scambi
sia perché, soprattutto, prevale una struttura proprietaria chiusa,
ben lontana dal presupposto del CAPM di portafoglio diversificato.
Superati tutti gli ostacoli brevemente
accennati (cfr. Tavola 1), dovremmo essere in grado di stimare il valore
dell'impresa o del progetto. Siamo sicuri di non aver perso nessun elemento
rilevante? Non entrando nel merito della valutazione degli intangibles,
basti solo fare osservare come assai spesso questa valutazione non coincide
con il valore di mercato. Ciò è intrinseco laddove la previsione
dei flussi di cassa è veramente aleatoria, come per le imprese "senza
storia" o in settori innovativi, ma si può verificare anche in settori
tradizionali.
Il "gap" rispetto al valore di
mercato
Il valore dell’attivo corrente e
delle previsioni sui flussi futuri non coincide con i valori di mercato,
pur altamente volatili. Che cosa manca? Il valore delle opzioni manageriali,
il valore dell’incertezza.
Entrare in un mercato può
talvolta permettere di aggredirne uno nuovo, qualora le condizioni lo rendano
conveniente.
Tavola 2 - Il valore dell'incertezza
La possibilità di procedere
per passi successivi nel "lancio" di un nuovo prodotto, aspettando che
si verifichino le condizioni ottimali ha un valore.
La possibilità di uscire
da un business (come da un contratto) ha un valore.
La flessibilità sulle fonti
di approvvigionamento, potendo fare uno switch fra diversi fornitori
o materie prime, ha un valore.
La finanza statica, pur integrata
da simulazioni sulla sensibilità di alcune variabili di input
o su scenari probabilistici non è in grado di valorizzare la flessibilità
nelle decisioni manageriali. Il management ha uno strumento in più
per cogliere le opportunità offerte dalla pianificazione strategica
e l’analisi degli investimenti. Nel nuovo ambiente della finanza dinamica,
la sua abilità consiste nel cambiare e ottimizzare le operazioni
con il passare del tempo ogni volta che nuove informazioni diventano disponibili
o che l’incertezza si sia risolta. Molti investimenti strategici includono
la facoltà di cogliere successive, nuove opportunità di investimento,
quindi il valore di impresa o di progetto calcolato con la DCF analysis
deve essere integrato con il valore delle opzioni. Tale approccio rende
più visibile il modo in cui l’incertezza influenza il valore a livello
di progetto e di impresa.
Le opzioni reali: il valore dell’incertezza
Le opzioni reali sono l’estensione
della teoria delle opzioni finanziarie al "mondo tangibile", quello delle
decisioni di impresa. Tuttavia, mentre i contratti derivati negoziati in
Borsa sono standardizzati, le opzioni reali devono essere esaminate e valutate
singolarmente.
L’equazione di Black-Merton-Scholes
si presta utilmente a calcolare il valore delle opzioni reali con un’unica
fonte di incertezza e data di decisione. Quando l’analisi è più
articolata (più fonti di incertezza o più date di decisone),
non si possono ottenere soluzioni analitiche, ma è necessario avvalersi
di metodi numerici più complessi, come il modello binomiale di Cox-Ross-Rubinstein.
Nel modello di Black-Merton-Scholes,
sono sei i fattori che influenzano il valore dell’opzione:
S = il valore dell’attività
sottostante
K = il valore di esercizio
t = la vita residua dell’opzione
(a scadenza)
r = risk free rate
coerente con la vita residua dell’opzione
y = dividend yield
s2 =
la varianza nei rendimenti logaritmici sul valore dell’attività
sottostante
La formula per il calcolo del valore
di una opzione call (C) o put (P), è la seguente:
C = S e-yt
N(d1)
- K e-rt N(d2)
P = S e-yt
(N(d1) - 1) - K e-rt (N(d2)
- 1)
dove:
d2
= d1 - s vt
Nell’ambito delle opzioni reali,
il valore dell’attività sottostante (S) è il valore economico
del business o del progetto oggetto di valutazione. Può essere stimato
con le tecniche finanziarie di valutazione, come i multipli di mercato,
DCF analysis o altro.
Lo strike price (K) è
l’esborso necessario per finanziare il nuovo business o progetto di investimento.
Nelle opzioni finanziarie lo strike price è fisso. Nelle
opzioni reali può crescere nel tempo per effetto dell’inflazione
o altri fattori, ma può anche diminuire in seguito alle innovazioni
tecnologiche, ciclicità del settore o altri fattori esterni. Proprio
per la sua rilevanza nella determinazione del valore delle opzioni reali,
è necessario calcolarlo con molta attenzione.
Qualsiasi pagamento (y) verso i
proprietari riduce il valore dell’attività reale, perché
viene distribuito valore, e contemporaneamente diminuisce la probabilità
che l’opzione diventi "in the money", quindi esercitabile. Mentre
per le opzioni finanziarie standardizzate esistono i fattori di rettifica,
questo non è possibile per le opzioni reali.
Per contro, il possessore di una
opzione reale può aspettare fino alla scadenza prima di esercitarla,
beneficiando così degli interessi generati dal portafoglio virtuale
composto da un debito risk-free (r) su un valore pari allo strikeprice.
Il tempo a scadenza (t) è
il periodo entro il quale il management deve scegliere se fare o non fare
l’investimento o differire ulteriormente. Potrebbe trattarsi di mesi o
anni; più tempo ha il manager a disposizione, maggiore è
il valore dell’opzione perché in quel lasso di tempo egli potrebbe
ricevere le informazioni necessarie mancanti oppure fugare ogni dubbio
sulle variabili in gioco.
La volatilità è l’elemento
che più influenza il valore di una opzione, perché al crescere
delle oscillazioni del valore dell’attività sottostante, maggiore
è la probabilità che l’opzione diventi "in the money".
Tuttavia, mentre nelle opzioni finanziarie è possibile calcolarla
dai rendimenti nei prezzi di mercato dell’attività sottostante,
oppure utilizzando la volatilità implicita, per le opzioni reali
occorre procedere diversamente.
Se il valore di un progetto dipende
dal prezzo di una materia prima, è possibile utilizzare le variazioni
dei prezzi negli scambi sui mercati regolamentati. Se oggetto di analisi
è un business, allora potrebbe essere utilizzata la volatilità
nel prezzo delle azioni di imprese "peers" operanti in quel settore.
Quando non esistono società comparabili, si potrebbe utilizzare
una simulazione "Montecarlo" per generare una distribuzione probabilistica
del DCF del business/progetto calcolando poi la deviazione standard dal
valore medio atteso.
Considerati congiuntamente, le condizioni
che aumentano il valore di una opzione sono (Tavola 3):
-
l’attività sottostante ha una
volatilità elevata;
-
la vita residua è elevata.
Tavola 3 - Le condizioni che influenzano
il valore di un'opzione
Variabile
|
Valore Call
|
Valore put
|
Incremento
valore del sottostante |
|
¯
|
Incremento
Strike Price |
¯
|
|
Incremento
volatilità del sottostante |
|
|
Incremento
vita residua |
|
|
Incremento
Risk
free rate |
|
¯
|
Incremento
dividend
yield |
¯
|
|
La valutazione degli investimenti
e di un'impresa
Suddividere il valore di una impresa
tra valore dell’attivo corrente e valore delle opzioni di crescita future
è una strategia manageriale piuttosto perseguita, perché
permette di capire quant’è lo stock di valore che deve essere
aggiunto grazie all’operato del management. Tuttavia, spesso tale spaccatura
avviene in modo residuale. Dal valore di mercato di una impresa viene dedotta
una valutazione dell’attivo con una metodologia tipo DCF, e ciò
che rimane è quanto il management deve produrre con il suo operato
nei prossimi anni.
La valutazione con le opzioni reali
è un approccio bottom-up: al valore stimato con metodologia
DCF viene aggiunto il valore delle opzioni. Va da sé che non necessariamente
il manager dovrà farsi carico dell’intero valore di mercato dell’impresa:
ciò che deve gestire è l’attività reale, non un’attività
finanziaria (a meno che non sia un asset manager di un fondo comune!).
In generale, le opzioni a disposizione
dei manager sono le seguenti:
-
differimento dell’investimento (wait
and see);
-
crescita (entrata o effettuazione);
-
uscita (abbandono);
-
flessibilità (o trasferimento);
-
apprendimento (o fasi successive)
In concreto, occorre valutare attentamente
il progetto o l’impresa affinché si colga, se presente, il maggior
valore dato dall’incertezza. Essendo quest’ultima un input, molti
non riuscendo a quantificarla, abbandonano tale approccio. Ma ignorare
un problema non significa risolverlo.
Il coefficiente Vega
Indubbiamente stimare la volatilità
non è compito più facile che stimare i flussi di cassa e
la sensibilità del valore del progetto a tali input è
assai elevata. Nelle opzioni reali è possibile utilizzare la volatilità
espressa dal mercato (volatilità storica) oppure utilizzare modelli
che quantifichino la volatilità futura ("simulazione Montecarlo").
In ogni caso, il manager ha sotto controllo l’effetto della volatilità
sul valore del progetto, attraverso il calcolo del "coefficiente vega".
"Vega" è la derivata del
valore dell'opzione rispetto alla volatilità dell’attività
sottostante; essa misura quindi i cambiamenti attesi del valore dell'opzione
a dati cambiamenti della volatilità. In questo senso, è un
indice di rischio.
Se, ad esempio, vega è pari
a 0,26 , allora vuol dire che se la volatilità aumenta di un punto
percentuale, il valore dell'opzione varierà esattamente di 0,26.
Questo consente sia di misurare l’errore che si può commettere nell’utilizzo
di un valore di volatilità sbagliato, sia come impattano variazione
future di volatilità sul valore dell’opzione.
Cercheremo ora di impostare l’analisi
in due situazioni:
-
la valutazione di una risorsa naturale,
e
-
la valutazione di un brevetto.
Caso 1 - La valutazione dello sfruttamento
di una risorsa naturale
La decisione riguardante l’inizio
dello sfruttamento di una miniera o l’estrazione di petrolio da un giacimento
dipende dall’incertezza sulla non conoscenza dei prezzi futuri dell’output
sul
mercato delle commodities. A differenza dell’analisi reticolare
(decision tree analysis) o della distribuzione probabilistica del
valore attuale netto, in questo caso è il mercato che premia il
rischio con la volatilità nelle quotazioni.
Si consideri il seguente caso di
studio, semplificando l’analisi con i soli dati rilevanti.
L’amministratore delegato di una
società operante nell’estrazione del rame doveva valutare l’acquisto
di una concessione mineraria ventennale. Il canone annuo di concessione
era di 50.000 euro. Una perizia effettuata da un geologo stimava in 5.000
tonnellate la quantità di rame potenzialmente estraibile dalla miniera.
La capacità estrattiva era di 250 ton/anno. Il prezzo del rame in
quegli anni oscillava attorno a 1.550/ton euro, ed era previsto in crescita
del 3% annuo rispetto al prezzo attuale per i successivi 5 anni; oltre
tale data non erano state effettuate ulteriori stime. I costi operativi
erano nell’ordine del 15% del fatturato; le imposte al 40,25% nel primo
anno, 39,25% in quegli successivi. Il WACC al 9,2%. Il valore attuale dei
flussi di cassa necessari per avviare la miniera ammontavano a 1.600.000
euro; l’investimento sarebbe stato ammortizzato a quote costanti lungo
la vita utile della miniera.
L’analisi dei flussi di cassa mostrava
un valore attuale netto (VAN) pari a:
VAN = 2.253.612 – 1.600.000 =
653.612 euro
L’investimento era conveniente, ma
dubbi nascevano con riferimento alla stima effettuata sui prezzi. L’incertezza
sulle oscillazioni nei prezzi della materia prima poteva tuttavia essere
meglio colta da una opzione reale di crescita (ingresso nel business).
Tale approccio prevede i seguenti
parametri di input:
S = 2.253.612 euro
K = 1.600.000 euro
r = 5,30% dato dal rendimento
medio del BTP con vita residua 20 anni alla data di valutazione
s 2
= 18%, volatilità osservata con 24 rilevazioni mensili alla London
Metal Exchange
Il valore del progetto ammonterebbe
così a circa 925mila euro. La differenza di valore è imputabile
all’orizzonte temporale di riferimento e alla possibilità, legata
alla volatilità, che il prezzo del rame aumenti molto di più
di quanto previsto dall’analisi basata sul free cash flow rendendo
così l’opzione "deep in the money", di gran lunga economica.
Caso 2 – La valutazione di una
start-up
Il limite della metodologia DCF è
ancora più evidente quando si devono valutare imprese "senza storia"
oppure entranti in settori caratterizzati da elevata incertezza, in cui
il Business Plan potrebbe rivelarsi del tutto irrealizzabile perché
il prodotto non trova mercato, la tecnologia diventa obsoleta, oppure vengono
sviluppati nuovi prodotti sostitutivi.
Un’azienda americana specializzata
in strumenti ottici per la correzione della vista, grazie ad una lunga
e proficua collaborazione con l’università del proprio Stato, è
riuscita ad ottenere un brevetto decennale su una innovativa lente a contatto
morbida, caratterizzata da una manutenzione praticamente nulla e una durata
di diversi anni. Il prodotto è già disponibile, ma il suo
costo di produzione è estremamente elevato per bassi volumi. Attualmente,
il mercato è di nicchia, e i flussi di cassa attualizzati in tali
circostanze ammontano a 300 milioni di euro, mentre i costi di avvio del
progetto ammontano a 450 milioni. Il valore generato dal "lancio" del nuovo
prodotto sarebbe dunque negativo per 150 milioni. Ciò nonostante,
il mercato è in rapida evoluzione, inoltre ulteriori innovazioni
di processo potrebbero migliorare notevolmente il valore attuale dei flussi
di cassa previsti. Una "simulazione Montecarlo"sui diversi scenari possibili
mostra una deviazione standard nel valore attuale netto del progetto del
55%. Tuttavia, per raggiungere tali obiettivi, l’azienda dovrebbe continuamente
investire in ricerca circa 2 milioni all’anno. Il venture capitalist
che ha finora seguito l’impresa pensa che i nuovi fabbisogni finanziari
debbano essere raccolti attraverso la quotazione al Nasdaq.
Come valutare l’iniziativa considerando
le opzioni reali, apendo che il treasury bond americano decennale
offre un rendimento del 4,8%?
I consueti parametri di input
sono:
S = 300 milioni di euro
K = 450 milioni di euro
r = 4,8%
s 2
= 55%
y = 2 milioni di euro
Il valore del progetto stand
alone sarebbe negativo per 150 milioni, il valore dell’opzione di crescita
è di 173 milioni di euro, quindi il valore del progetto con l’opzione
di crescita è di 23 milioni di euro, sebbene la sola metodologia
DCF indicasse un valore negativo.
La differenza di valore, ancora
una volta, è generata dall’incertezza sugli scenari futuri, ovvero,
vi è la possibilità che si manifestino le condizioni che
rendano esercitabile l’opzione call. Soprattutto in questo caso,
rispetto al precedente, è compito del management guidare l’impresa
con successo, realizzando gli ambiziosi obiettivi si è posta, pena
il fallimento.
L'incertezza: da minaccia ad opportunità
La teoria delle opzioni può
essere applicata in modo diffuso anche nella finanza di impresa. Le opzioni
reali non sono un "gioco matematico" per pochi iniziati, ma dovrebbero
rappresentare un nuovo supporto per manager e i loro collaboratori.
Le real options introducono
un nuovo modo di pensare, dove l’incertezza è fonte di opportunità
e non una minaccia da fugare. I manager nel loro agire quotidiano hanno
sempre introdotto delle correzioni in fase di attuazione di un progetto,
talvolta poteva essere abbandonato, rivisto, eseguito per passi successivi.
Le opzioni reali mettono ordine e rigore all’agire, portano il rischio
prezzato dal mercato dei capitali all’interno dell’impresa per aiutare
a prendere decisioni.
E’ vero che sono più complicate
rispetto alle opzioni finanziarie e le stesse formule utilizzate possono
sembrare talvolta un rompicapo. Il problema è tuttavia mal posto.
L’utilizzatore deve comprendere le variabili in gioco e come queste interagiscono
fra di loro e sul risultato finale, ma non è tenuto a conoscere
tutte le relazioni matematiche sottostanti. A tal fine, abbiamo brevemente
individuato i sei parametri rilevanti, e, soprattutto, abbiamo evidenziato
i loro effetti sul valore delle opzioni.
Indubbiamente la stima della volatilità
è un elemento critico, sia con riferimento al calcolo sia in considerazione
degli effetti indotti dal parametro sul valore dell’opzione reale. La Tavola
4 espone le variazioni nel valore del progetto a variazioni nella volatilità
utilizzata.
Tavola
4 - Caso 2: variazioni della volatilità e variazioni nell’opzione
reale
Vega |
2,60
|
|
Variazione
volatilità
(in punti %) |
5
|
10
|
5
|
20
|
25
|
30
|
35
|
40
|
45
|
Variazione
valore progetto
(valori in euro) |
13,0
|
26,0
|
39,0
|
51,9
|
64,9
|
77,9
|
90,9
|
103,9
|
116,9
|
Variazione
valore (%) |
7,5%
|
15,0%
|
22,6%
|
30,1%
|
37,6%
|
45,1%
|
52,7%
|
60,2%
|
67,7%
|
Conclusioni
Il rapido cambiamento in atto sul
fronte delle nuove tecnologie rappresenta senza dubbio una spinta molto
forte verso l’adozione di tecniche nuove che consentano di valutare progetti
o business "senza storia", ma dal potenziale di crescita veramente elevato.
Ma non solo. Anche in settori già affermati, come l’industria farmaceutica,
immobiliare, petrolifera o delle commodities in generale è
possibile trovare nelle opzioni reali la risposta a dubbi sinora insoluti.
Quanti progetti non sono stati intrapresi
perché l’incertezza era troppo grande? Quanto valore così
facendo non è stato creato dalle imprese?
Per contro, l’elevata incidenza
delle opzioni reali sul valore complessivo delle attività ne aumenta
il rischio, esponendo l’attività a possibili squilibri finanziari:
un manager che gestisce un’impresa (o un progetto) il cui valore è
in gran parte determinato dal valore di una opzione reale può vedere
azzerato il valore del proprio asset (o ridursi al solo valore attuale
netto dei flussi di cassa). Ciò è dovuto sia perché
l’opzione non è stata esercitata (errore manageriale) sia perché
a scadenza risulta ancora "out-of-the-money".
L’esempio più evidente è
il recente fallimento del consorzio per la telefonia satellitare Iridium,
quotato al Nasdaq, guidato da Motorola a cui anche Telecom Italia aveva
partecipato. Il valore attuale netto dei flussi di cassa previsti non consentivano
di giustificare il "lancio" dell’iniziativa, ma esisteva un’elevata incertezza
sul mercato di sbocco che sarebbe potuto divenire veramente ampio. A scadenza,
tuttavia, non sono pervenute nuove informazioni tali da eliminare l’incertezza
sui flussi di cassa futuri e l’investimento che gli azionisti avrebbero
dovuto effettuare nel differire ulteriormente nel tempo ogni decisione
è risultato insostenibile.
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