Le pagine seguenti sono tratte da “Il Multilibro di Storia –
Vol. 1-2-3” di Gianni Gentile – Luigi Ronga – Editrice La Scuola |
IL CONGRESSO DI VIENNA E LA RESTAURAZIONE
I princìpi del Congresso di Vienna
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Dopo 25 anni dall’inizio della Rivoluzione francese, il 1°
novembre del 1814 ebbe inizio il Congresso di Vienna. Vi parteciparono tutti gli Stati
d’Europa. Ma fu voluto dalle grandi potenze che avevano sconfitto la Francia
di Napoleone: l’Inghilterra, l’Austria, la Russia e la Prussia. Lo scopo del congresso
era semplice: doveva ristabilire l’ordine e la pace in Europa messe così
profondamente in crisi dalla Rivoluzione francese e da Napoleone, in quel
momento in esilio nell’isola d’Elba. Nel marzo del 1815
Napoleone riuscì a fuggire ed a sbarcare nuovamente in Francia, ma fu
definitivamente sconfitto il 18 giugno 1815 a Waterloo. |
Il Congresso di Vienna doveva
ristabilire l’ordine e la pace in Europa |
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Con
il Congresso di Vienna iniziava l’epoca della Restaurazione.
Con questa parola i vincitori intendevano il completo ritorno al passato.
Tutti i principi della rivoluzione dovevano essere negati; anzi, si vollero
cancellare tutte le idee moderne che si erano affermate nel corso del XVIII
secolo: -
al posto della libertà, doveva tornare l’obbedienza
all’autorità; -
al posto dell’idea di progresso, si proponeva
il rispetto della tradizione; -
al posto della sovranità popolare, si voleva
il ritorno dei vecchi sovrani. Ma un puro e semplice
ritorno al passato era impossibile. Troppe cose erano cambiate in Europa:
alcuni Stati erano scomparsi, o avevano modificato i loro confini, altri
ancora erano sorti. Il Congresso decise allora di seguire due princìpi: -
il principio di legittimità; - ed il principio di equilibrio. |
Il Congresso di Vienna ricercò
il ritorno al passato, cioè la Restaurazione |
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Secondo il principio di
legittimità, dovevano tornare sul trono i sovrani di un tempo |
In
molti casi fu applicato il principio di legittimità: erano
legittimi quei governi che erano stati al potere da lungo tempo e avevano per
così dire messo le radici nella società. In tutta Europa, i sovrani ed i
vecchi aristocratici tornarono dall’esilio per riprendere i loro antichi
possedimenti e privilegi. In Francia salì al trono Luigi XVIII
(1814-1824): era il fratello minore ed il legittimo erede di Luigi XVI,
decapitato ventidue anni prima. Ma
non sempre il principio di legittimità era conveniente: poteva esser causa di
nuove guerre. In questi casi fu applicato il principio di equilibrio. |
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Dopo
decenni di guerre rovinose, la diplomazia internazionale aveva come
principale preoccupazione quella di evitare nuovi conflitti. Gli Stati
dovevano raggiungere fra di loro una situazione di equilibrio
delle forze; solo così la pace sarebbe stata sicura. L’Impero
di Napoleone fu diviso tra le potenze vincitrici. Popoli, regioni e città
erano scambiati come una qualunque merce, in modo che chi perdeva da una
parte ottenesse un compenso dall’altra. Non si tenne alcun
conto della volontà dei popoli. |
Il principio dell’equilibrio
fu seguito per impedire che uno Stato diventasse troppo forte rispetto agli
altri |
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Le grandi potenze dominarono
il congresso. Ma anche la Francia riuscì a far sentire la sua voce |
Fra
gli uomini politici presenti al Congresso si distinse in particolare il
rappresentante dell’Austria, principe von Metternich, tenace
avversario di Napoleone. Ebbero un ruolo fondamentale anche il rappresentante
inglese, lord Castlereagh, ed il ministro prussiano von Hardenberg.
Invece lo zar russo, Alessandro I, volle spesso trattare in prima
persona. Ma,
inaspettatamente, un altro personaggio assunse un ruolo da protagonista: Talleyrand,
che rappresentava la Francia non di Napoleone Bonaparte, che era stato
sconfitto, bensì di Luigi XVIII di Borbone, legittimo re di Francia, il quale
aveva pieno diritto ad essere rappresentato al congresso dei vincitori.
Talleyrand era un uomo politico abilissimo e di pochi scrupoli.
Egli seppe approfittare della rivalità fra le delegazioni degli Stati
vincitori per intervenire nelle discussioni. In questo modo poté restituire
alla Francia tutto il suo antico prestigio in Europa. |
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A
destra si vede l’ultima pagina del documento conclusivo del Congresso di
Vienna con i sigilli e le firme delle potenze rappresentate. Da
notare che il trattato è scritto in francese, che era la lingua della
diplomazia internazionale del tempo. La Francia era stata sconfitta, ma la
sua cultura e la sua lingua avevano ancora un indiscusso prestigio in tutto
il mondo. |
La lingua della
diplomazia |
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Luigi XVII, il numero che manca Perché
il successore di Luigi XVI si fece chiamare Luigi XVIII ? Il
sovrano decapitato nel 1793 aveva lasciato un erede, il figlio di nome Luigi.
I lealisti, cioè i seguaci della monarchia fuggiti all’estero, lo
considerarono come loro legittimo re, anche se era ancora bambino. Egli era
dunque, per loro, Luigi XVII. Quando questi morì in esilio, nel 1805,
l’eredità passò allo zio, un altro Luigi, appunto XVIII. Anche in questo modo si voleva affermare il principio di
legittimità: la rivoluzione era stata un puro e semplice crimine, il vero
sovrano continuava ad essere il successore ereditario del sovrano precedente.
Così era sempre stato, e così doveva continuare ad essere. |
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