Trimestrale d'informazione dell'Associazione culturale
La Pagoda |
Località Quercia Grossa,33 -Pieve a Socana 52016 Castelfocognano (Arezzo) |
Anno III n° 1 ( gennaio-febbraio-marzo ) |
A Contra, in Casentino, è accaduto qualcosa di simile. Il reciproco rispetto, lamicizia spirituale, lamore per la Vita hanno trovato lambiente in cui potersi guardare nelle proprie differenze, ritrovandovi quella medicina che è capace di vedere oltre ciò che distingue. È bene che non si sappia troppo in giro, è bene che i giornali diano eco ai conflitti e alle opposizioni, perché non saprebbero che cosa dire di questa esperienza casentinese. La sua ricchezza non può essere formulata, non si tratta di trovare differenze o analogie dottrinali, neanche di dar vita a una nuova religione, al cui cospetto ognuno insorgerebbe per riaffermare la propria identità. Dare la possibilità che la parola spirituale che accende il mio animo possa essere offerta come dono, che nellabito sacro di ognuno si scopra la reciproca ricchezza, che gli sguardi si sappiano incontrare. Proprio da questo incontro sgorga qualcosa di nuovo, non vogliamo sapere di che cosa si tratti, vogliamo sentirci insieme lungo un percorso che ci vuole rendere uomini autentici, capaci di riconoscerci nonostante labitudine inveterata a considerarci diversi.
A Contra, presso le suore della Casa Emmaus, cristiani, mussulmani e buddhisti il 25 novembre 2000 si sono incontrati per la seconda volta dopo lesperienza del settembre scorso ad Arezzo. La Comunità ospitante ci ha proposto il tema delle Benedizioni e su quello ognuno ha cercato di apportare il proprio contributo. Un invito alla preghiera ha aperto lincontro, alcuni tra noi hanno offerto al Signore la propria vita come incenso, altri hanno fatto appello al Signore che non ha creato tutto questo invano, altri ancora hanno fatto appello allesigenza di andare oltre legoismo dellio e del mio: "Andato, andato, andato al di là, totalmente andato al di là". Queste parole ci hanno ricordato che lincontro ci educa se ci riconduce allintimità meditativa e così spontaneamente è sgorgato il silenzio. La voce ha ridato poi spazio allidentità di ogni percorso e così abbiamo avvertito la fragilità e la precarietà delle nazioni, la tenacia del desiderio, linsaziabilità della mente, il peso della superficialità della nostra esistenza prigioniera dellignoranza, le sofferenze della povertà, lesigenza della compassione capace di aiutare tutti gli esseri. Molto toccante lappello alla ricchezza che non riusciamo a scorgere nel mondo, beati i poveri in spirito, gli afflitti, i miti, coloro che aspirano alla giustizia e alla misericordia, chi ha un cuore puro e ama la pace. La pace risuona tra i servi del Misericordioso che camminano con modestia sulla terra: la loro parola è "Pace!". Ancora siamo scivolati con leggerezza e spontaneità nel silenzio, avvertendo in questa esperienza la stessa immediatezza e forza dellacqua che irrora le radici, del concime che dà nutrimento. Un canto della comunità ospitante ci ha ricondotti a quella ricchezza che rinfranca lanima, che rende saggio il semplice, che fa gioire il cuore, che fa scoprire ciò che è più prezioso delloro e più dolce del miele. Dai mille volti dei presenti sono scaturite riflessioni, preghiere, speranze e convincimenti che ci hanno reso ancor più ricchi di quel bene che possiamo perdere solo quando il nostro sguardo perde la sorgente da cui sgorga.
INDICE Trimestrale Anno III n° 1 |
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