Trimestrale d'informazione dell'Associazione culturale
La Pagoda |
Località Quercia Grossa,33 -Pieve a Socana 52016 Castelfocognano (Arezzo) |
Anno II n°3 ( luglio-agosto-settembre ) |
Quattro incontestabili affermazioni. (Massimiliano Foglini) |
Il Buddha per esprimere la comprensione della Verità a cui era giunto dopo il suo risveglio fece quattro dichiarazioni: "Nella vita cè sofferenza"; "la sofferenza ha una origine"; "è possibile metter fine alla sofferenza"; "cè un sentiero che conduce fuori dalla sofferenza". A volte queste affermazioni vengono paragonate alla diagnosi di un medico, e cioè lidentificazione della malattia (la sofferenza o il conflitto), la sua causa (la brama del desiderio), la possibilità di guarire dalla malattia e la guarigione. La prescrizione della cura è il nobile ottuplice sentiero: Retta Comprensione, Retta Aspirazione, Retta Parola, Retta Azione, Retti Mezzi di Sostentamento, Retto Sforzo, Retta Consapevolezza, Retta Concentrazione. Che si possono più semplicemente raggruppare in tre sezioni: Saggezza (comprensione e aspirazione), Moralità (parola, azione, sostentamento), Raccoglimento (sforzo, consapevolezza, concentrazione). Come per tutte le medicine, anche per linsegnamento buddhista, non è sufficente leggere le istruzioni e le modalità duso, e nemmeno studiare gli effetti che potrà darci; lunica maniera per vedere se funziona, se è in grado di guarirci è prenderla! "Cè sofferenza". Comprendere questa prima Verità è estremamente importante perché ci ricorda che nella vita la condizione della sofferenza è condivisa da tutti gli esseri: soffriamo tutti. Il primo passo da compiere nel nostro cammino spirituale è quindi quello di riconoscere la sofferenza e non di trovare un sistema per evitarla. Laccettazione dei conflitti che sperimentiamo sono linizio del sentiero; la sofferenza non è qualcosa da combattere ma la preziosa porta che ci introduce nella Via. Continuando a negare la realtà del nostro dolore interiore creeremo ulteriore conflitto e sofferenza a noi stessi e a tutti gli altri. "Cè una causa". Qualè la causa di tutti i conflitti? E possibile vederla solamente smettendo di scappare via e indagando, investigando la sofferenza. E cosa possiamo scoprire? Ad esempio che la contrazione che abbiamo di fronte alle condizioni spiacevoli dipende solamente da una nostra abitudine e che quindi è possibile eliminarla; questo non modificherà certamente le cause esterne ma cambierà radicalmente la nostra maniera di rapportarci ad esse. Buddha disse che la causa della sofferenza è il desiderio, ma come fare a non soccombere alla forza della brama? Semplicemente comprendendolo, vedendo chiaramente che cosè e come funziona. Ajahn Munindo lo paragona alle api: "Quando capiamo il modo di essere delle api, non ci avviciniamo troppo, ma nemmeno abbiamo bisogno di liberarcene. E così col desiderio, quando i nostri cuori sono ben informati, impariamo come vivere col desiderio, senza esserne punti". "Cè una fine". E questa unaffermazione che ci aiuta a vedere oltre, unindicazione che favorisce lindividuazione della strada da seguire, per un buddhista è la meta da realizzare: lilluminazione. E il dissolversi dellimpulso che ci porta ad identificarci con una qualche condizione: lincondizionato. Tutto linsegnamento del Buddha mira alla liberazione di tutti gli esseri e ci invita ad aprirci al mistero del "Risveglio". "Cè un sentiero che conduce fuori dalla sofferenza". Intraprendere il Nobile Ottuplice Sentiero è abbandonare ciò che crediamo di essere per diventare il Sentiero stesso. A guidarci lungo questa strada sarà limpulso per la Libertà Incondizionata, e anche se probabilmente fuorvieremo e ci allontaneremo, questo stesso impulso ci ricondurrà sempre verso la giusta direzione. Per trovare il Retto Sentiero non dobbiamo far altro che guardare sotto i nostri piedi, perché la strada che il Buddha ci ha indicato è proprio quella che abbiamo davanti; a noi il compito di percorrerla e di accorgersi lungo il cammino che in realtà non cè nessuno che sta viaggiando, solo luce nella luce, spazio dentro a spazio. |
INDICE Trimestrale Anno II n° 3 |
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